Le analisi della rivista il Salvagente hanno evidenziato concentrazioni di glifosato nella maggior parte dei tè testati.
Glifosato, le associazioni al governo: no a nuove autorizzazioni
Alcune associazioni hanno inviato una lettera al governo italiano, chiedendo di non votare a favore di una nuova autorizzazione per il glifosato.
Dopo un primo rinvio nel mese di ottobre, il 16 novembre i Paesi membri dell’Unione europea saranno chiamati ancora una volta a pronunciarsi sulla questione, irrisolta e divisiva, del glifosato. Il pesticida a base del Roundup, prodotto dalla tedesca Bayer, resta tra i più utilizzati a livello globale. E anche tra i più controversi, dal momento che per lo Iarc (agenzia che fa capo all’Organizzazione mondiale della sanità) si tratta di una sostanza probabilmente cancerogena; mentre secondo altri studi non comporterebbe rischi per la salute.
Dall’Isde a Legambiente, Wwf e Aiab l’appello al governo italiano
Le associazioni ambientaliste da un lato e l’industria dall’altro si scontrano da anni e anni a colpi di analisi scientifiche, ma anche di azioni legali. In particolare negli Stati Uniti ne sono state avviate migliaia, alcune delle quali hanno portato a condanne pesantissime per la Monsanto (oggi di proprietà, appunto, della Bayer).
Ora in Europa si deve decidere se preferire la strada del rischio o quella del principio di precauzione, di fronte ad una molecola sulla quale, per lo meno, non ci sono certezza in merito alla sicurezza. Qualora si dovesse privilegiare la prima opzione, verrà concessa una nuova autorizzazione alla commercializzazione del glifosato. E stavolta per un periodo lunghissimo, di ben dieci anni.
Per tentare di convincere l’Italia a schierarsi a favore del principio di precauzione, l’associazione Isde – Medici per l’ambiente https://www.isde.it/ e altre organizzazioni hanno inviato una lettera ai ministri della Salute, dell’Ambiente e dell’Agricoltura, esprimendo una “profonda preoccupazione” in riferimento alle “nuove prove scientifiche riguardanti il potenziale cancerogeno del glifosato”, che “rivelano che il glifosato e gli erbicidi a base di glifosato possono causare la leucemia anche a basse dosi ritenute sicure dalle autorità di regolamentazione dell’Unione europea”.
Uno studio mostra la tossicità del glifosato, anche a basse dosi
In particolare nel documento – al quale hanno aderito, tra gli altri, Legambiente, Wwf, Lipu, Federbio, Pesticide action network Italia, Slow Food e Aiab – vengono citati i risultati presentati il 25 ottobre in uno studio tossicologico internazionale promosso dall’ente italiano “Istituto Ramazzini”. Le cui conclusioni indicano che, anche a basse dosi, l’esposizione a prodotti a base di glifosato “hanno causato casi di leucemia nei ratti di età inferiore a un anno, a seguito di esposizioni prenatali e nella prima infanzia”.
Uno dei composti testati, specifica il Pan Europe, “era la formulazione rappresentativa BioFlow per la quale l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) aveva recentemente concluso che non vi erano ‘aree critiche di preoccupazione’ – il che significa che soddisfa tutti i criteri di sicurezza per l’uomo”.
“Manca uno studio di tossicità sul lungo periodo, che è obbligatorio”
Nella lettera si fa riferimento alla mancanza di uno studio di tossicità sul lungo periodo, che l’organizzazione indica essere “obbligatorio, secondo l’articolo 4, paragrafo 5, del Regolamento Ue 1107/2009 e come sottolineato dalla Corte di giustizia europea (causa C-616/17)”. Inoltre, “esistono prove cruciali sulla cancerogenicità del glifosato che finora non sono state riconosciute nella valutazione dell’Ue. Ciò include il suo potenziale di causare linfomi maligni e altri tumori negli studi sui roditori, valutato secondo le linee guida europee e internazionali, nonché la sua capacità di indurre stress ossidativo e lesioni del dna in organi specifici”.
Ma non è tutto: “La cancerogenicità del glifosato è solo la punta dell’iceberg in relazione agli impatti sulla salute degli erbicidi a base di glifosato. L’esposizione al glifosato e ai GBH è stata collegata a neurotossicità, disturbi dello spettro autistico nei bambini esposti fin dall’età prenatale, sclerosi laterale amiotrofica e morbo di Parkinson negli adulti. È stato anche collegato a disturbi endocrini e alterazioni nel microbioma”.
Per questo le associazioni invitano l’Italia “a spingere per il mancato rinnovo del glifosato”. Il nostro governo sembra tuttavia avviato ad un voto favorevole alla concessione della nuova autorizzazione.
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