Nonostante studi contrastanti sugli impatti sanitari, e malgrado la divisione dei paesi membri, l’Unione europea ha autorizzato ancora l’uso di glifosato.
#UPDATE The European Commission said Thursday it will allow the use of the controversial herbicide glyphosate for 10 years after EU states failed to reach an agreement on its renewal. pic.twitter.com/jY4Lequm67
Esattamente come già capitato in occasione del primo voto del 13 ottobre, non è stato infatti possibile trovare una maggioranza qualificata tra i governi, in grado di approvare la nuova autorizzazione. Sarebbero stati necessario quindici stati su ventisette, capaci di rappresentare almeno il 65 per cento della popolazione. Ma sette Paesi, compresi Francia, Germania e Italia, si sarebbero astenuti secondo quanto indicato dalla stampa internazionale, che cita fonti diplomatiche. Ad essi si aggiungono tre governi contrari, tra i quali il Lussemburgo.
In una situazione del genere, con due tentativi di approvazione falliti, la Commissione aveva a disposizione due opzioni: accettare il fatto che non c’è una maggioranza abbastanza ampia, che si tratta quindi di una questione ancora troppo divisiva, prendere atto della mancanza di consenso e decidere perciò di ritirare il provvedimento. Oppure forzare la mano e agire motu proprio. Cosa che, appunto, ha scelto di fare.
La soddisfazione di Bayer, colosso produttore del Roundup
Si è dunque scelto di non privilegiare un principio di precauzione, di fronte ad una situazione nella quale, per lo meno, le posizioni assunte dalla comunità scientifica sono anche molto diverse. Come noto, infatti, lo Iarc, organismo che fa capo all’Organizzazione mondiale della sanità, dal 2015 considera il glifosato come una molecola “probabilmente cancerogena”.
Ursula @vonderleyen decided today to reauthorise #glyphosate for 10 years without real restrictions. This proposal does not have the support of the three largest agri countries of our continent France Germany and Italy. I deeply regret it. it’s not the Europe I like
Da parte del gruppo che più di tutti era coinvolto nella questione – la multinazionale tedesca Bayer, che ha ereditato dalla Monsanto (acquisita nel 2018) la produzione del Roundup, principale diserbante e base proprio di glifosato – la notizia è stata ovviamente accolta con grande soddisfazione. “Questa nuova autorizzazione – ha spiegato il colosso della chimica – ci permette di continuare a fornire agli agricoltori di tutta l’Unione europea uno strumento importante”. E certamente non sicuro al 100 per cento dal punto di vista dei possibili impatti sulla salute.
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