Lui si chiama Théo Grataloup e oggi ha 16 anni. Abita nel dipartimento dell’Isère, in Francia. Nel mese di agosto del 2006, sua mamma Sabine era incinta di lui. Di mestiere, la donna, organizzava gite a cavallo, e per questo curava un maneggio: 700 metri quadrati di area sabbiosa, nella quale d’estate cresceva erba indesiderata. Per rimuoverla, Sabine utilizzava un diserbante a base di glifosato.
Glyphosate : Théo Grataloup, porteur de graves malformations après une exposition prénatale, sera indemnisé https://t.co/c4ZDRNgzFi
Cinque esperti hanno ammesso il nesso tra esposizione al glifosato e malformazioni
Qualche mese dopo, è nato Théo. Affetto da una poli-malformazione che ha scolpito la trachea, la laringe e l’esofago. Il 10 marzo 2022 gli esperti del Fondo per i risarcimenti alle vittime dei pesticidi hanno riconosciuto – riferisce il quotidiano Le Monde – “il possibile nesso causale tra la patologia emersa e l’esposizione ai pesticidi durante il periodo pre-natale a causa dell’attività professionale di uno o dei due genitori”. A deciderlo è stato un gruppo di cinque medici e ricercatori universitari o di organismi pubblici, specializzati in effetti sanitari dei pesticidi, in correlazioni tra salute e ambiente, e in malformazioni congenite.
Secondo quanto indicato dalla donna, si tratta probabilmente della prima volta che accade al mondo. In passato, infatti, sono stati affrontati numerosi casi di tumori che, secondo i malati, potrebbero essere stati causati proprio dall’esposizione al glifosato. Ha fatto scuola in particolare il caso di Dewayne Johnson. L’uomo, che per oltre trent’anni ha lavorato come giardiniere in varie scuole pubbliche della California, si era ammalato di cancro al sistema linfatico.
In passato trattati casi di tumori, soprattutto negli Stati Uniti
Simile la vicenda di Edwin Hardeman al quale venne diagnosticato un linfoma non Hodgkin: anche lui aveva fatto uso del Roundup per trent’anni per diserbare i suoi campi. In entrambi i casi è stata condannata l’azienda produttrice (prima la Monsanto, poi la Bayer dopo l’acquisizione da parte del colosso tedesco).
"Combien de victimes faudra-t-il encore pour que vous interdisiez le #glyphosate ?"
Il caso di Théo Grataloup potrebbe dunque essere il primo nel quale ad essere valutate sono malformazioni che si sono prodotte durante la gestazione. La famiglia aveva già fatto causa alle società Novajardin e Monsanto alcuni anni fa. Il che aveva provocato un’esposizione mediatica importante, e non facile da gestire. Per questo la “vittoria” ottenuta con il Fondo per i risarcimenti è stata finora tenuta segreta.
Il 13 ottobre l’Unione europea deciderà se autorizzare di nuovo il glifosato
A spingere il ragazzo e la madre a rendere pubblica la notizia è stata la presentazione, da parte della Commissione europea, di una proposta che prevede una nuova autorizzazione al commercio del glifosato nei paesi europei, della durata di ben dieci anni. Una scelta controversa, che stride con la necessità di applicare un principio di precauzione, di fronte ad una molecola i cui impatti sulla salute sono per lo meno oggetto di studi e dibattito nella comunità scientifica. La decisione definitiva sarà presa domani, venerdì 13 ottobre, in seno al Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi.
🛑Glyphosate : + de 570 000 personnes disent NON (pétition). 40 organisations de la société civile disent NON. 70% des français·es disent NON (sondage👇).@EmmanuelMacron & @MFesneau allez-vous vous positionner pour l'interdiction définitive de ce pesticide dangereux en 🇪🇺? pic.twitter.com/Od56R84GiL
Théo potrà intanto contare su un indennizzo pari a mille euro al mese, che sarà rivisto nel corso del tempo in ragione dell’evoluzione del suo stato di salute. Difficile che possa bastare per risarcirlo: fin dalla nascita ha dovuto combattere con problemi enormi a condurre una vita normale. Ha subito ben 54 operazioni chirurgiche e solo così, oggi, riesce a nutrirsi per via orale e a respirare autonomamente grazie ad una tracheotomia.
Secondo Le Monde, l’agenzia per la sicurezza alimentare della Francia avrebbe insabbiato una perizia sul glifosato, mentre una ong francese mette in dubbio il rapporto di valutazione europeo sull’erbicida.
Sono ormai 2.500 le persone che hanno presentato denunce in Francia contro chi fabbrica pesticidi a base di glifosato e chi ne ha autorizzato la vendita.