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Glifosato, bisogna raccogliere 1 milione di firme per vietarlo in Europa
Un milione di firme per spingere Bruxelles a vietare il glifosato in Europa. Questa volta non si tratta della solita petizione online.
Cominciamo col dire che questa non è la solita petizione. È una raccolta firme ufficiale il cui scopo è rivolgere un invito alla Commissione europea affinché proponga un atto legislativo per vietare l’erbicida glifosato una volta per tutte dai terreni europei. Per far sì che questa vada a buon fine, l’iniziativa dei cittadini europei (Ice) deve essere sottoscritta da almeno un milione di cittadini (su 510 milioni totali) residenti in almeno 7 dei 28 paesi che fanno parte dell’Unione europea (Ue), nel giro di un anno.
Firma l’iniziativa per dire #StopGlifosato
Cos’è il glifosato e perché va vietato
Il glifosato è uno degli erbicidi più diffusi in campo agricolo, principio attivo del prodotto commerciale Roundup, di cui la multinazionale Monsanto ha detenuto il brevetto di produzione fino al 2001. Normalmente viene spruzzato sulle colture, come la soia, modificate geneticamente proprio per resistere a dosi copiose dell’erbicida. Ad oggi, risulta essere il diserbante più utilizzato al mondo in agricoltura. La relazione dell’Agenzia per la ricerca sul cancro (Iarc) che fa capo alle Nazioni Unite, e pubblicata sulla rivista The Lancet Oncology, lo ha definito “probabilmente cancerogeno” per l’uomo. A una conclusione diversa è giunta invece l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) secondo cui è “improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l’uomo”, ma questo è stato accusato di essere sostanzialmente basato su un precedente studio tedesco finanziato dalle stesse aziende che producono diserbanti.
La raccolta firme per il divieto totale del glifosato in Europa è cominciata l’8 febbraio ed è promossa da una coalizione numerosa di associazioni impegnate nella difesa dell’ambiente e della salute in 15 paesi, come l’italiana #StopGlifosato di cui anche LifeGate fa parte insieme ad altre 44 realtà. “Sosteniamo la nuova iniziativa della rete europea: è necessaria la massima mobilitazione dell’opinione pubblica per continuare a tenere alta l’attenzione sui rischi del glifosato”, ha affermato la portavoce della coalizione #StopGlifosato, Maria Grazia Mammuccini.
Bisogna agire entro l’estate
A giugno scorso la Commissione europea ha dovuto sopperire alla mancanza di decisione dei 28 paesi europei prolungando in modo unilaterale, per 18 mesi, l’autorizzazione all’erbicida glifosato, quindi fino al 31 dicembre 2017. Per questo è importante che l’iniziativa abbia successo già entro la prossima estate. I governi europei, infatti, anche quelli che avrebbero votato a favore dell’autorizzazione, si sono trovati in difficoltà vista la forte pressione contraria dell’opinione pubblica che avrebbe voluto che il glifosato venisse vietato.
“Quest’anno abbiamo finalmente l’opportunità di togliere il glifosato dai nostri campi e dai nostri piatti. Sono sempre di più i corsi d’acqua in Italia e in Europa contaminati con questo diserbante, classificato come “probabile cancerogeno” dalla Iarc. Si trovano tracce nel cibo, nelle bevande e persino nelle urine. Il messaggio alla Commissione e ai paesi europei è chiaro: l’interesse e la salute delle persone devono venire prima dei profitti delle aziende agrochimiche”, ha dichiarato Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia.
Per un’agricoltura sostenibile
Il testo su cui si basa l’Ice denuncia anche la mancanza di trasparenza nelle procedure europee per l’approvazione dei pesticidi e per questo ne richiede la riforma della procedura di approvazione attraverso la definizione di obiettivi di riduzione vincolanti sul loro uso in Ue. La battaglia per vietare il glifosato, dunque, va letta in un quadro più ampio, che punta ad un nuovo modello di agricoltura sostenibile.
Firma l’iniziativa per dire #StopGlifosato su www.stopglyphosate.org
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