Sono ormai 2.500 le persone che hanno presentato denunce in Francia contro chi fabbrica pesticidi a base di glifosato e chi ne ha autorizzato la vendita.
Glifosato, un giardiniere americano trascina per la prima volta in tribunale la Monsanto
Dewayne Johnson, giardiniere californiano malato terminale, chiede alla Monsanto un indennizzo per aver “nascosto la pericolosità“ del glifosato.
Dewayne Johnson è un giardiniere americano. Ha 46 anni, due figli e vive in California. Per molti anni ha lavorato come responsabile degli spazi verdi in un istituto scolastico di Benicia, non lontano da San Francisco. Per la disinfestazione, a partire dal 2012 ha utilizzato il Roundup, prodotto di punta della multinazionale Monsanto (ormai acquisita dalla tedesca Bayer). Secondo il suo avvocato Timothy Litzenburg, è proprio il glifosato contenuto nel pesticida ad avergli procurato un linfoma.
L’avvocato del giardiniere: “Usato glifosato da 20 a 40 volte all’anno”
La malattia, oggi, è ormai in fase terminale. Il medico di Johnson non credeva che sarebbe riuscito ad essere presente all’avvio del processo, nato da una denuncia presentata nel 2016. E invece il giardiniere ha tenuto duro, e nei giorni scorsi ha potuto guardare negli occhi, in aula, i rappresentanti della multinazionale produttrice del Roundup. Si tratta della prima volta che la Monsanto viene trascinata in tribunale per rispondere del presunto legame tra il proprio prodotto e i numerosi casi di malattie insorte nella popolazione di lavoratori della terra. Litzenburg, infatti, difende centinaia di persone che si ritengono vittime del glifosato. E se i giudici dovessero condannare il colosso del settore farmaceutico e chimico, quest’ultimo potrebbe essere costretto a pagare enormi somme per indennizzare i malati.
“Il lavoro del mio cliente – ha spiegato il legale – consisteva nel trattare con il Roundup o con il Ranger Pro (altro diserbante a base di glifosato) il terreno. Ciò avveniva da 20 a 40 volte all’anno, a volte con centinaia di litri”. La malattia è stata diagnosticata nel 2014. Ma Dewayne Johnson era presente in tribunale, lunedì 18 giugno, benché visibilmente debole.
Il giardiniere accusa la Monsanto di aver nascosto la pericolosità del prodotto, confermata dal Centro internazionale per le ricerche sul cancro, organismo dell’Organizzazione mondiale della sanità che, nel 2015, ha classificato il glifosato come “probabile cancerogeno”. Al contrario però, di quando indicato dalle autorità americane e anche dalle europee Efsa e Echa, che vigilano rispettivamente sulla sicurezza alimentare e sui prodotti chimici.
Una legge californiana permette di accelerare i processi in caso di decesso imminente
Monsanto, da parte tua, ha sempre negato ogni addebito. “Più di 800 studi scientifici, l’Agenzia americana per la protezione dell’ambiente, istituti responsabili della salute pubblica e organismi di controllo del mondo intero hanno concluso che l’uso del glifosato non presenta pericoli. Siamo solidali con i malati ma le evidenze scientifiche indicano che non è tale sostanza la causa delle patologie”, ha affermato l’azienda in una dichiarazione scritta.
Ciò nonostante, di denunce contro il Roundup negli Stati Uniti ne sono state depositate circa quattromila, secondo quanto riportato dal Guardian. La ragione per la quale, tuttavia, si tratta della prima volta che un processo viene aperto è legata proprio alle condizioni di salute di Johnson. Una legge californiana, infatti, permette di accelerare i procedimenti in caso di decesso imminente.
Immagine di apertura © Mike Mozart via Flickr
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