Circa 40.000 persone hanno sostenuto le richieste indigene, che si oppongono a un progetto di revisione del trattato fondativo della Nuova Zelanda.
Glifosato, un giudice americano spiana la strada a centinaia di processi
Secondo un giudice federale degli Stati Uniti non è escluso il legame tra esposizione al glifosato e malattie. Una svolta in termini giudiziari.
Un giudice federale degli Stati Uniti ha aperto la strada a centinaia di processi contro la Monsanto (ormai acquisita dalla tedesca Bayer). Secondo il magistrato, infatti, esistono sufficienti elementi per ritenere che una giuria possa considerare effettivo il legame tra le malattie insorte in alcuni lavoratori e l’esposizione al glifosato, la sostanza base dell’erbicida Roundup.
U.S. judge allows lawsuits alleging Monsanto’s Roundup weedkiller causes cancer to proceed to trial. A November 2017 study found that glyphosate, the herbicide’s main ingredient, ‘was not statistically significantly associated with cancer.’ Background: https://t.co/tgXoPPNB45
— CBC News Alerts (@CBCAlerts) July 10, 2018
“Sufficienti elementi” per non escludere una condanna di Monsanto-Bayer
Il giudice del distretto di San Francisco, Vince Girdhari Chhabria, ha preso la decisione dopo anni di battaglie legali e settimane di audizioni. Va detto che nel testo del rapporto di 68 pagine sul quale ha apposto la propria firma, alcune argomentazioni avanzate da chi ha sporto denuncia sono state definite “fragili”. E due pareri di altrettanti scienziati sono stati completamente scartati.
Ciò nonostante, sono state prese in considerazione le conclusioni di quattro esperti della materia. Che non permettono, appunto, di escludere che un tribunale possa dare ragione ai malati, avvalorando la tesi della cancerogenicità del glifosato. Dal punto di vista legale, ciò consentirà di sbloccare le azioni legali avviate da oltre 400 tra agricoltori e giardinieri americani. Secondo i quali il Roundup provocherebbe il linfoma di Hodgkin.
La multinazionale insiste: “Alcun legame” tra glifosato e tumori
Da parte sua, la direzione della Monsanto-Bayer continua a negare ogni addebito. Robin Greenwald e Aimee Wagstaff, gli avvocati della multinazionale, hanno fatto sapere che difenderanno l’azienda, portando all’attenzione dei giudici degli elementi che proverebbero “che non esiste alcun legame tra le patologie e il glifosato”. Secondo i legali, infatti, le conclusioni di centinaia di studi e analisi dimostrerebbero che l’uso dell’erbicida non ha effetti sulla salute umana.
#Monsanto ‘bullied scientists’ and hid weedkiller cancer risk, lawyer tells court https://t.co/Iq5mFTLVDr #glyphosate pic.twitter.com/MFxBqDPMPB
— GMWatch (@GMWatch) July 10, 2018
Nel frattempo, è già in tribunale il procedimento avviato da Dewayne Johnson. Il giardiniere americano di 46 anni, la cui patologia è ormai in fase terminale, ha potuto veder cominciare il processo grazie ad una legge della California che permette di accelerare i procedimenti in caso di decesso imminente. Il 18 giugno, nonostante fosse visibilmente indebolito dalla malattia, era presente in aula. Per sé stesso e per tutti i colleghi che si trovano nelle stesse condizioni.
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