Monsanto non potrà fare ricorso in appello contro la sentenza che la condanna a risarcire un cittadino ammalatosi dopo una lunga esposizione al glifosato.
Monsanto, la multinazionale dell’agrochimica acquisita nel 2018 da Bayer, incassa una nuova sconfitta in tribunale. Già nel 2019 era stata condannata a versare un risarcimento milionario a un cittadino ammalatosi di cancro dopo aver usato per decenni il Roundup, controverso erbicida a base di glifosato. L’azienda aveva provato a fare ricorso in appello, ma tale richiesta è stata respinta venerdì 14 maggio da una corte federale a San Francisco.
La battaglia legale di Edwin Hardeman contro Monsanto
Questa contesa legale nasce nel 2015 quando al californiano Edwin Hardeman viene diagnosticato un linfoma non Hodgkin. Il settantenne, che aveva fatto uso del Roundup per ben trent’anni per diserbare i suoi campi, l’anno successivo decide quindi di fare causa a Monsanto. A marzo 2019, con una sentenza storica, un giudice federale statunitense riconosce il glifosato come “fattore sostanziale” nell’insorgenza della malattia. L’azienda viene quindi condannata a pagare un risarcimento di 80,8 milioni di dollari, poi ridotto a 25,3 milioni per questioni procedurali. Non si tratta del primo in assoluto, ma del primo disposto da un tribunale federale. Prima di allora Monsanto era già stata obbligata a risarcire Dewayne Johnson, giardiniere statunitense ammalatosi anch’egli dopo aver usato a lungo il glifosato, ma a pronunciarsi era stata una corte di livello inferiore.
Monsanto ha fatto ricorso in appello, ma il tribunale distrettuale gliel’ha negato. Una scelta ora avallata dai giudici di San Francisco “perché le prove hanno dimostrato che il rischio cancerogeno del glifosato era conoscibile al momento dell’esposizione di Hardeman”. Nello specifico, l’ammontare del risarcimento disposto a favore di Hardeman viene ritenuto “ai limiti estremi della correttezza costituzionale” ma comunque accettabile.
Edwin Hardeman's suit was one of many by thousands of people who contend that Monsanto's products caused their cancers. https://t.co/JHJWkCK8LH
Più di 13mila cause aperte sulle conseguenze sanitarie del glifosato
Ormai da anni ferve un acceso dibattito sui rischi per la salute legati al glifosato, l’erbicida più diffuso al mondo. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) l’ha inserito già nel 2015 tra la lista delle sostanze “probabilmente cancerogene”, mentre l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha definito “improbabile” tale pericolo e l’Agenzia europea per la chimica (Echa) ha ritenuto di non avere prove scientifiche a sufficienza per classificarlo come cancerogeno, mutageno o tossico.
Mentre sulle riviste accademiche vengono pubblicati studi che evidenziano rischi anche a dosi contenute, migliaia e migliaia di cittadini cercano di far valere i loro diritti in tribunale. Per la precisione, negli Stati Uniti sono state intentate circa 13mila azioni legali. Bayer, ora proprietaria di Monsanto, ha fatto sapere di aver messo da parte 11 miliardi di dollari per far fronte a risarcimenti e spese legali, arrivando finora a chiudere con un accordo circa 90mila cause.
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