Glifosato, il Vietnam vieta tutti i prodotti che lo contengono

Il governo del Vietnam ha deciso di ritirare le autorizzazioni al commercio di tutti prodotti contenenti glifosato, per via della loro “tossicità”.

Il ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo rurale del Vietnam ha annunciato, nella giornata di mercoledì 10 aprile, la decisione di ritirare il glifosato dall’elenco delle sostanze autorizzate sul proprio territorio. Ciò in ragione della sua “tossicità” . Si tratta di una presa di posizione particolarmente netta da parte del governo della nazione asiatica. Che segue la decisione, ufficializzata il 27 marzo, di vietare le importazioni di tutti gli erbicidi contenenti tale prodotto chimico.

Il 18 marzo un tribunale federale americano ha ritenuto il glifosato responsabile della malattia di un californiano

Il Vietnam aveva deciso la svolta dopo la condanna, arrivata il 18 marzo scorso, della multinazionale Monsanto (oggi di proprietà della Bayer) da parte di un tribunale americano. Un giudice federale degli Stati Uniti aveva infatti riconosciuto che il diserbante Roundup ha rappresentato “un fattore sostanziale”  nell’insorgenza di un linfoma non Hodgkin in un cittadino californiano.

Secondo quanto riportato dal giornale francese Bastamag, un dirigente del ministero vietnamita ha spiegato di aver agito “non appena avuto notizia del verdetto secondo il quale il glifosato è legato alla patologia tumorale”. Per comprendere la portata della decisione nel paese, basti pensare che esso aveva autorizzato la commercializzazione della sostanza nel 1994. E, oggi, sono più di un centinaio i prodotti in vendita che la contengono, anche se il principale resta il Roundup dell’americana Monsanto.

vietnam glifosato
In Vietnam non è più possibile vendere alcun prodotto contenente glifosato © Christian Berg/Getty Images

Gli Stati Uniti: “Decisione che provocherà effetti devastanti”

Non a caso, subito dopo l’annuncio da parte del governo del Vietnam, è arrivata la replica del ministro dell’agricoltura degli Stati Uniti, Sonny Perdue. Che appare pronto a difendere la molecola su tutta la linea: “Siamo delusi. Si tratta di una decisione che avrà effetti devastanti sulla produzione agricola mondiale. Se il nostro obiettivo è quello di nutrire dieci miliardi di persone nel 2050, i produttori del mondo intero dovranno avere accesso a tutti gli strumenti a tutte le tecnologie necessari a tale scopo”.

Leggi anche: Glifosato. La storia di Martin, studente che mangia bio ed è comunque contaminato

Washington ha inoltre evidenziato il fatto che il Vietnam non avrebbe rispettato l’obbligo di notificare il cambiamento all’Organizzazione mondiale del commercio. Il che potrebbe portare ad un ricorso da parte americana.

vietnam guerra
Generali americani durante la guerra del Vietnam © Terry Fincher/Express/Getty Images

Per l’esecutivo di Hanoi non si tratta nel primo scontro con la Monsanto. Da alcuni anni, infatti, la nazione asiatica ha avviato una battaglia giudiziaria nei confronti del colosso dell’agrochimica. Al quale chiede di indennizzare le vittime dell’agente Orange, potentissimo diserbante impiegato dell’esercito americano tra il 1961 e il 1971 durante la guerra del Vietnam. Secondo l’associazione vietnamita che difende la causa di coloro che hanno patito le conseguenze dell’uso della sostanza, sono più di tre milioni le persone colpite.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

L'autenticità di questa notizia è certificata in blockchain. Scopri di più
Articoli correlati
Cosa succede in Georgia, dove la gente è tornata a protestare

Migliaia di persone sono scese in strada contro la decisione del governo di sospendere i negoziati per l’adesione all’Unione europea fino al 2028. Violenta la reazione delle forze dell’ordine. La presidente della Georgia rifiuta di lasciare il mandato finché non verranno indette nuove elezioni.