Ogni anno la ong Global witness documenta gli omicidi di attivisti per l’ambiente.
Nel 2022 sono stati 177; dal 2012 in poi, si arriva a un totale di 1.910.
La stragrande maggioranza degli episodi si è verificata in America latina.
“Quello che succede, succede. [Ma], senza le terre, noi scompariamo. Questo è il motivo per cui difendiamo i nostri territori”. Lo afferma in un video Virgilio Trujillo Arana, uno dei capi della guardia indigena del popolo Uwottüja. Nelle terre destinate agli Uwottüja, nell’Amazzonia venezuelana, la legge vieta le attività minerarie. Ma i cercatori d’oro illegali ci sono lo stesso, a inquinare i fiumi col mercurio e usare violenza contro i legittimi abitanti. Virgilio Trujillo Arana ha denunciato tutto questo, fino a quando, il 30 giugno 2022, una persona gli ha sparato. Facendo di lui uno dei 177 attivisti per l’ambiente che sono stati uccisi nell’arco di un solo anno. A raccontare le loro storie è il report annuale della ong Global witness.
Nell’arco di undici anni sono stati uccisi 1.910 attivisti per l’ambiente
Era il 2012 quando Global witness ha iniziato a documentare le minacce e le violenze ai danni degli attivisti per l’ambiente. Negli undici anni monitorati, almeno 1.910 di loro sono stati uccisi, per il semplice fatto di aver provato a proteggere il pianeta in cui viviamo. I 177 attivisti per l’ambiente assassinati nel 2022 sono meno rispetto ai 200 dell’anno precedente, ma il numero resta comunque inaccettabile.
Capire chi sia il mandante è estremamente difficile. Global witness ha ricollegato dieci attentati all’agribusiness, otto alle miniere e quattro al disboscamento. Tutte industrie che contribuiscono in modo determinante anche al riscaldamento globale.
On average, one #EnvironmentalDefender was killed every other day in 2022 for standing up for their rights to their land and wanting to protect universal rights to a healthy environment.
Il nuovo governo della Colombia promette, finalmente, di difendere gli attivisti
Altrettanto preoccupante è il fatto che, nell’anno appena trascorso, l’assoluta maggioranza di questi omicidi (l’88 per cento) sia avvenuto in una zona geografica ben precisa: l’America latina.
Al primo posto c’è la Colombia, con 60 vittime. Tra loro c’è anche Breiner David Cucuñame, raggiunto dai colpi di arma da fuoco durante una perlustrazione con la Guardía Indígena nel dipartimento di Cauca. Aveva soltanto 14 anni. Gli esperti di Global witness guardano però con fiducia al nuovo governo presieduto da Gustavo Petro, il primo presidente di sinistra nella storia del paese. Nel suo programma, infatti, Petro promette anche di proteggere gli attivisti: non era mai successo prima.
Al secondo posto c’è il Brasile dove, nell’ultimo anno dell’amministrazione guidata da Jair Bolsonaro, 34 attivisti per l’ambiente sono stati uccisi. I dati del Messico appaiono invece in miglioramento, perché si passa dai 54 omicidi del 2021 ai 31 del 2022. Ma – sottolinea Global witness – da questo conteggio restano fuori tutte quelle minacce, intimidazioni e denunce a cui si espone chi difende il proprio territorio.
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