In Cina c’è stata una critical mass enorme: 200mila studenti in viaggio in bici

Un gruppo di studenti universitari ha raggiunto la città di Kaifeng l’8 novembre dopo cinque ore di viaggio in sella a biciclette in sharing

Nel film del 1994 Forrest Gump marcia attraverso gli Stati Uniti con migliaia di persone che lo seguono. Trent’anni dopo è successo qualcosa di simile di Cina. Un gruppo di quattro studenti dell’università di Zhengzhou ha invitato a giugno, quasi per scherzo, le persone sui social a raggiungere in bici la città di Kaifeng (distante 50 chilometri) per assaggiare i celebri ravioli in brodo (guantang bao) risparmiando soldi sul viaggio. In pochi mesi l’iniziativa ha coinvolto sempre più persone tanto che venerdì 8 novembre scorso un gruppo di 200mila studenti ha percorso la tratta di cinque ore che separa le due città con biciclette a noleggio al prezzo di 14 yuan (1,85 euro) al mese causando non pochi disagi al traffico. Le autorità cinesi sono intervenute per contrastare la marcia chiudendo le piste ciclabili.

Il cambio di piano

In un primo momento le autorità locali avevano visto di buon occhio l’iniziativa. La città di Kaifeng aveva intravisto l’opportunità di stimolare il turismo nella città e cercava di sponsorizzare l’idea dei ragazzi. Per mesi piccoli gruppi di ragazzi hanno raggiunto Kaifeng in bici scortati dalla polizia e i media hanno raccontato con entusiasmo l’iniziativa. Diverse attrazioni turistiche popolari a Kaifeng avevano offerto  agli studenti universitari l’ingresso gratuito e alcune di queste davano addirittura un pass gratuito annuale per coloro che raggiungevano in bici la città. Con il passare del tempo, però, il fenomeno ha raggiunto sempre più persone causando disagi al traffico e alla circolazione e questo ha spinto le autorità a fare retromarcia. “Il trend potrebbe essere più sostenibile e servire di più per rilanciare le economie locali nel lungo periodo se i funzionari locali scegliessero di capitalizzare la tendenza in modo organico invece di cercare di spingerla con laiuto dei media centrali”, spiega a Nbc News Hongsheng Zhu, ricercatore dell’Università di Lingnan a Hong Kong.

La disoccupazione giovanile

Molti hanno visto l’iniziativa dei ragazzi come una risposta alle scarse prospettive del mercato del lavoro cinese attuale e all’economia vacillante. La disoccupazione giovanile in Cina ha raggiunto livelli alti pari al 18,8 per cento ad agosto 2024, un valore molto più alto rispetto ai mesi precedenti che riflette una situazione economica difficile in cui molti giovani devono decidere se dipendere dai propri genitori o avere lavori pagati poco. “Le persone sono così stressate in questi giorni, quindi questi eventi sono una buona cosa” spiega alla Bbc una ragazza di 27 anni che ha partecipato all’evento. “La felicità è contagiosa. Tutti brillavano di energia e interagivano con le persone che li circondavano. Era come tornare ai miei giorni di college”.

Una lunga storia di raduni universitari

Non è la prima volta che accadono raduni molto grandi di giovani in Cina. Il caso più famoso è sicuramente Piazza Tienamnen. Nel 1989 un gruppo di studenti universitari di Pechino si unì a una protesta pro-democrazia e l’esercito cinese rispose ai dimostranti aprendo il fuoco contro di loro. Si tratta di una delle pagine più dolorose della storia recente della Cina e il numero di vittime è incerto fra le centinaia e le migliaia di persone. Due anni fa, invece, ci fu un’altra protesta universitaria nei campus delle principali città cinesi per manifestare contro le politiche restrittive legate alla diffusione del Covid-19. La protesta di venerdì scorso non è partita ufficialmente con un intenzione politica. Così come nel film Forrest Gump decide di partire per gli Stati Uniti senza una volontà precisa così i ragazzi cinesi hanno deciso di partire. Un desiderio di aggregazione forse o forse un grido di libertà in un momento difficile.

 

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