Il pubblico ha deciso: la parola del 2022 è “goblin mode”. Traducibile con ‘modalità goblin’, questa espressione gergale proviene dal mondo dei videogame ed è diventata virale la scorsa primavera grazie a un tweet. Nelle ultime settimane ha raccolto 318.956 voti del pubblico sbaragliando i termini concorrenti proposti da Oxford languages, la sezione di linguistica
Il pubblico ha deciso: la parola del 2022 è “goblin mode”. Traducibile con ‘modalità goblin’, questa espressione gergale proviene dal mondo dei videogame ed è diventata virale la scorsa primavera grazie a un tweet. Nelle ultime settimane ha raccolto 318.956 voti del pubblico sbaragliando i termini concorrenti proposti da Oxford languages, la sezione di linguistica dell’editore del noto vocabolario di lingua inglese Oxford english dictionary. Tutto merito del #TeamGoblinMode, nutrito gruppo di anglofoni desiderosi di legittimare la peggior versione di noi stessi, o semplicemente la più veritiera.
Entrare in goblin mode
Più precisamente, la locuzione “entrare in modalità goblin”descrive “un comportamento impenitentemente autoindulgente, pigro, sciatto o avido, in un modo che rifiuta le norme o le aspettative sociali” in cui è probabile riconoscersi. In molti, infatti, si sono sentiti sopraffatti dagli eventi, quindi hanno deciso di non opporre più resistenza e rotolare in pace con le slavine psico-emotive di pandemia, guerre e disastri climatici.
“Questa giostra vuole il sangue per girare. Fare schifo è quasi un dovere morale”, canta Willie Peyote in un brano che sembra scritto apposta per il goblin che è in noi. Questo rende ancora più interessante scoprire il fatto che la parola “schifo” derivi dal francese antico: eschif, a sua volta dal francone skiuhjan aver riguardo, rispetto. Da cui anche schivo, schivare. “Fare schifo, allora, non va letto come una giustificazione a lasciar perdere l’etica e a disinteressarsi degli effetti delle proprie azioni. Impegnarsi a fare schifo vuol dire, piuttosto, staccarsi a forza dagli occhi le lenti performative con cui si guarda al mondo”, suggeriscono i filosofi e scrittori Maura Gancitano e Andrea Colamedici.
Praticare la sciatteria consapevole, abbandonare le vecchie regole sociali e abbracciarne di nuove. Goblin mode, sostengono i linguisti, è senza dubbio un’espressione che caratterizza il 2022 e che parla del nostro tempo e del suo spirito. Uno zeitgeistin accappatoio e ciabatte, modello Jeffrey Lebowski.
“È come svegliarsi alle due di notte, trascinarsi in cucina con addosso solo una lunga t-shirt per prepararsi uno spuntino a base di salatini e formaggio fuso”, ha scritto in un tweet Dave McNamee, considerato da tutti il vero inventore del trend. Poche battute subito intercettate dal database di Oxford corpus che ogni mese scandaglia circa 150 milioni di parole inglesi pubblicate online in tutto il mondo. Quest’anno, però, c’è una grande novità.
Il voto del pubblico
Per la prima volta nella storia della Word of the year, la selezione finale è stata aperta a tutti. Partendo da una lunga lista, i lessicografi della Oxford university press (Oup) hanno scommesso su tre parole in grado di riflettere i valori, l’umore o le preoccupazioni dei dodici mesi precedenti e del tempo che verrà: “metaverse”, “goblin mode” e l’hashtag #IStandWith (sono al fianco di).
Tra il 21 novembre e il 2 dicembre, 344mila persone hanno votato sul sito di Oxford languages e su Twitter, Instagram e LinkedIn per sostenere la loro candidata preferita. Il 93 per cento ha scelto goblin mode, che ha stravinto.
“Questo livello di coinvolgimento ci ha colti di sorpresa. La forza della risposta sottolinea quanto sia importante il nostro vocabolario per capire chi siamo ed aiutarci a elaborare ciò che succede intorno a noi”, ha commentato il presidente di Oxford languages Casper Grathwohl. “È un sollievo riconoscere che la nostra identità non sempre corrisponde all’immagine idealizzata di noi stessi che siamo incoraggiati a condividere nei feed di Instagram e TikTok. Lo ha dimostrato anche l’ascesa di piattaforme come BeReal, in cui gli utenti condividono immagini di se stessi scattate al momento, spesso catturando momenti di autoindulgenza”. Lontano dagli occhi, lontano dai cuori, quelli che misurano il nostro “successo” sui social.
The ‘goblin community’ has spoken!
We’re pleased to announce goblin mode as the #OxfordWOTY 2022.
La goblin mode non è apparsa dal nulla. Per il Washington Post, potrebbe addirittura trattarsi della versione moderna della “beast mode”, quella dei robot del cartone animato anni Novanta Beast Wars: Transformers.
Sembra in realtà che le prime tracce risalgano al 2009, su Twitter. Proprio sul social ora di proprietà di Elon Musk , a febbraio di quest’anno si è registrata un’impennata di interesse per quella che sarebbe poi diventata la parola del 2022.
Il motivo è un tweet virale di una fake news sul flirt tra l’attrice Julia Fox e il rapper Ye, il cui titolo recitava: “Julia Fox vuota il sacco sulla sua relazione ‘difficile’ con Kanye West. ‘Non gli piaceva quando entravo in modalità goblin'”. Fox ha poi smentito di aver usato quel termine, ma ormai aveva cominciato a circolare sui social.
“Ovviamente questo non sempre riflette il modo in cui utilizziamo il linguaggio altrove, ma di questi tempi è spesso un barometro attendibile”, ha spiegato Zimmer.
In Italia
Non è detto che goblin mode riesca a entrare tra i lemmi del dizionario inglese, ma si aggiunge comunque alle precedenti Oxford words of the year tra le quali “vax” (2021), “climate emergency” (2019) e “selfie” (2013).
Altri dizionari hanno decretato la loro parola dell’anno: Collins ha scelto “permacrisis”, crasi di ‘permanente’ e ‘crisi’ che identifica “un periodo esteso di instabilità e insicurezza”. Cambridge Dictionaries ha optato per “homer”, diventata virale a maggio grazie al gioco Wordle.
“Gaslighting” è invece la parola del 2022 per il Merriam-Webster, il più antico vocabolario americano. Una vittoria preoccupante vista la definizione di “manipolazione psicologica di una persona che induce la vittima a mettere in dubbio la validità dei propri stessi pensieri”.
E in Italia? Anche se nel nostro Paese non esiste una classifica vera e propria, è interessante scorrere i neologismi dei dizionari più importanti. Oltre 400 quelli inseriti nell’edizione 2023 del Nuovo Devoto-Oli, l’ultima curata dal linguista, filologo e accademico Luca Serianni scomparso prematuramente. Dalla “fomo”, la paura di essere tagliati fuori, al “cringe”, per indicare disagio o imbarazzo, sono molti i vocaboli del gergo contemporaneo e gli aggiornamenti di quelli già in uso. Nuovo Devoto-Oli è tra i primi vocabolari ad aver rivisto l’espressione color carne, che ha sempre significato “di colore rosa pallido, simile a quello della pelle umana”, ma che oggi è una definizione ritenuta discriminatoria.
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