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I Goldman environmental prize 2022 premiano la lotta contro i combustibili fossili
I Goldman Environmental Prize sono un riconoscimento per quei cittadini che hanno compiuto azioni straordinarie per proteggere il nostro pianeta.
La sera del 25 maggio si è tenuta la cerimonia di premiazione dei Goldman environmental prize, gli oscar ambientali assegnati a comuni cittadini che hanno compiuto gesti di straordinaria importanza per la salvaguardia del nostro pianeta.
I 7 vincitori del Goldman environmental prize
Un avvocato nigeriano che ha portato alla condanna di una compagnia petrolifera; un attivista thailandese che si è opposto alla devastazione del fiume Mekong; una cittadina olandese che ha denunciato il suo stato di appartenenza, colpevole di non aver fatto abbastanza per limitare i danni del cambiamento climatico; un imprenditore australiano che ha convinto banche e assicurazioni a definanziare il carbone; una diciannovenne statunitense che ha fatto chiudere un pozzo di estrazione di petrolio; due rappresentanti delle comunità indigene in Ecuador che hanno salvato la foresta pluviale dall’estrazione illegale di oro.
Sono questi i sette premiati dal Goldman Environmental Prize 2022. La cerimonia è stata condotta online dall’attrice e attivista Jane Fonda, narrata da Sigourney Weaver, e a cui ha preso parte anche la famosa ambientalista Jane Goodall.
Chima Williams, Nigeria
Le fuoriuscite di petrolio nel delta del Niger, in Nigeria, arrecano un danno enorme non solo alle comunità locali ma al mondo intero. L’avvocato ambientalista Chima Williams ha denunciato la Shell quale responsabile del danno ambientale provocato. Il 29 gennaio 2021, la Corte d’appello dell’Aia ha condannato la filiale nigeriana della Shell e con lei la società madre (all’epoca con sede nei Paesi Bassi), che aveva l’obbligo di prevenire le fuoriuscite. Questa è la prima volta che una multinazionale viene ritenuta responsabile per le violazioni di una sua controllata in un paese terzo, aprendo anche ad altre azioni legali contro Shell in tutta la Nigeria.
Niwat Roykaew, Thailandia
Nel febbraio 2020, Niwat Roykaew, insieme alla comunità locale di Chiang Kong, sul fiume Mekong in Thailandia, ha costretto il governo a bloccare un progetto di canalizzazione che avrebbe distrutto parte dell’ecosistema del fiume. All’inizio degli anni 2000, la Cina ha annunciato un piano per far esplodere sezioni rocciose del Mekong vicino al confine tra Thailandia e Laos per far posto a navi mercantili cinesi da 500 tonnellate. Il cosiddetto progetto di miglioramento del canale di navigazione Lancang-Mekong proponeva di convertire il fiume in un canale di navigazione industriale simile al canale di Panama e di distruggere un tratto di 400 chilometri del Mekong, fiume ricco di biodiversità e da cui dipendono 65 milioni di persone.
Marjan Minnesma, Paesi Bassi
Quello di Marjan Minnesma e della campagna Urgenda è stato un gesto rivoluzionario: con l’appoggio dell’opinione pubblica e avvalendosi di una strategia legale unica nel suo genere, l’attivista olandese ha portato a una sentenza di straordinaria importanza contro il governo olandese, accusato di non aver adottato misure preventive specifiche contro il cambiamento climatico. Nel dicembre 2019, la Corte suprema olandese ha stabilito che il governo ha l’obbligo legale di proteggere i suoi cittadini dai cambiamenti climatici e ha ordinato di ridurre le emissioni di gas serra del 25 per cento rispetto ai livelli del 1990. La decisione della Corte suprema dei Paesi Bassi segna il primo caso in cui un governo viene costretto dai cittadini a prendere iniziative contro la crisi climatica.
Julien Vincent, Australia
Julien Vincent ha condotto una campagna di successo per definanziare il carbone in Australia, paese considerato tra i maggiori utilizzatori del combustibile fossile più sporco. L’azione di Vincent è culminata con l’impegno delle quattro banche più grandi della nazione di porre fine ai finanziamenti per i progetti che vedono l’utilizzo di carbone entro il 2030. Grazie a questa campagna, anche le principali compagnie assicurative australiane hanno cessato di sottoscrivere nuovi progetti legati all’uso del carbone. Un passo significativo verso la riduzione dei combustibili fossili che stanno accelerando il cambiamento climatico.
Nalleli Cobo, Stati Uniti
Fin da piccola, Nalleli Cobo ha perseguito un obiettivo: quello di far chiudere definitivamente un sito di trivellazione petrolifera che causava seri problemi respiratori. Nel 2020 Nalleli ha compiuto 19 anni e ha centrato il suo proposito: una coalizione di movimenti politici e ambientali che la ragazza è riuscita a mettere insieme negli anni oggi siede nel consiglio comunale di Los Angeles e nel consiglio dei supervisori della contea della metropoli: questi hanno votato all’unanimità per vietare nuove esplorazioni petrolifere e eliminare gradualmente i siti esistenti.
Alex Lucitante e Alexandra Narvaez, Ecuador
Alex Lucitante e Alexandra Narvaez hanno guidato una protesta con il popolo indigeno dei Cofán per proteggere il territorio ancestrale della comunità dall’estrazione di oro illegale. La loro leadership ha portato a una storica vittoria legale nell’ottobre 2018, quando diversi tribunali dell’Ecuador hanno annullato 52 concessioni illegali di estrazione dell’oro, che erano state ammesse senza il consenso della comunità indigena. Grazie a questa vittoria, oggi più di 300 chilometri quadrati di foresta pluviale – dove nasce il fiume Aguarico, sacro alla popolazione Cofán – rimangono incontaminati e ricchi di biodiversità.
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