Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
Il golfo Persico diventerà un luogo fantasma entro fine secolo
Alla fine del secolo le temperature dell’area del golfo Persico potrebbero essere insopportabili per gli esseri umani.
Dubai, scintillante emirato sorto tra il deserto e la costa del golfo Persico, potrebbe diventare una regione fantasma entro la fine del secolo. A causa dei cambiamenti climatici infatti le temperature nell’area del golfo Persico potrebbero superare i 70 gradi centigradi nel 2100, diventando insopportabili per gli esseri umani.
L’allarmante previsione è emersa da un nuovo studio realizzato da Jeremy Pal della Loyola Marymount University, e Elfatih Eltahir del Massachusetts Institute of Technology, e pubblicato sulla rivista Nature Climate Change.
I ricercatori, tramite sofisticate simulazioni del clima dell’area interessata, sono riusciti ad ottenere previsioni della temperatura verso la fine di questo secolo, tra il 2071 e il 2100. Dopodiché hanno analizzato le variazioni del clima in relazione alle concentrazioni di gas serra utilizzando due proiezioni elaborate dall’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), la prima prevede che l’aumento delle temperature continuerà sui livelli attuali, mentre la seconda considera una riduzione delle emissioni inquinanti.
Secondo il primo scenario il clima si riscalderà superando occasionalmente la soglia di sopravvivenza umana nelle principali città della regione, se invece venissero mitigate le concentrazioni di CO2, come previsto dalla seconda proiezione, si eviterebbero aumenti critici delle temperature.
Inevitabile la preoccupazione per la salute pubblica, i primi ad essere colpiti sarebbero anziani e malati, ma l’aumento delle temperature metterebbe in pericolo anche le persone sane dopo diverse ore di esposizione.
“Tali gravi ondate di caldo si dovrebbero verificare soltanto una volta ogni dieci anni, a qualche decennio di distanza l’una dall’altra – ha specificato uno degli autori dello studio, Elfatih Eltahir – ma quando capiteranno saranno letali”.
Questo fenomeno potrebbe anche compromettere l’economia della regione, incidendo ad esempio sul settore petrolifero, principale risorsa economica degli emirati arabi.
Proprio i combustibili fossili, per ironia della sorte, e le emissioni che ne derivano, potrebbero condannare molte città che sorgono sul golfo Persico, a meno che non vengano adottate efficaci strategie globali per ridurre le emissioni di gas serra.
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