Roberta Redaelli, nel suo saggio Italy & Moda, raccoglie le voci del tessile. E invita il consumatore a fare scelte che lo spingano alla sostenibilità.
Good clothes fair pay, la campagna per salari dignitosi nel settore della moda
L’80% delle maestranze tessili è composto da donne sottopagate. Per questo, è nata la campagna Good clothes fair pay, che si può sostenere firmando una petizione online.
L’industria della moda dà lavoro a oltre 70 milioni di persone in tutto il mondo. L’80 per cento delle maestranze tessili è composto da donne che vengono sottopagate e vivono ai limiti della soglia di povertà. Questa situazione è stata aggravata dalla pandemia che ha visto molte fabbriche chiudere nel Sudest asiatico, quando i marchi di moda si sono rifiutati di ritirare la merce già prodotta e di pagarla. I lavoratori sono letteralmente rimasti per strada in luoghi dove manca una rete sociale che protegga chi si trova in uno stato di indigenza.
Quando la situazione è stata resa pubblica da dichiarazioni di rappresentanti di categoria, un gruppo di associazioni ha lanciato la campagna Pay your workers sui media. I marchi più importanti si sono resi conto che le conseguenze per la propria immagine sarebbero state gravi e quindi hanno deciso di ritirare la merce e pagare le produzioni. Ma molti marchi si sono rifiutati di farlo.
Gli obiettivi della campagna Good clothes fair pay
Questo dimostra che quando siamo determinati e uniti riusciamo a cambiare situazioni che sembrano al di là del nostro controllo. Nel 2020 un gruppo di sessanta organizzazioni non governative ha inviato una proposta di legge al Parlamento europeo chiamata Good clothes fair pay. Dopo due anni è stata pubblicata la strategia dell’Unione europea sul tessile che, fra due anni, deve essere ratificata nei paesi membri. Il parlamento Ue ha seguito i nostri consigli, tranne per quanto riguarda il pagamento della paga dignitosa a chi produce i nostri vestiti.
Per questo motivo, un gruppo di organizzazioni non governative, tra le quali Fashion Revolution, ha dato vita all’iniziativa Good clothes fair pay per sottoporre un testo di legge al Parlamento europeo in cui si chiede ai marchi di moda che vendono in Europa di dimostrare che i loro produttori lungo tutta la filiera abbiano pagato un salario dignitoso e non la paga minima che, spesso, è sotto la soglia di povertà.
La petizione online
Per far approvare questa legge dobbiamo raccogliere un milione di firme in un anno. In Italia ci siamo impegnati per raccogliere 72mila firme e abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per assicurare giustizia sociale alle milioni di persone che producono i nostri vestiti. Quando i genitori non guadagnano abbastanza, devono andare a lavorare anche i bambini. Aiutaci a garantire che questo non accada più: firma la petizione.
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