Questo periodo storico è l’opportunità per una ripartenza più sostenibile. Troviamo il coraggio di abbandonare i sistemi produttivi obsoleti in favore di una nuova economia.
Good Country Index, la classifica dei migliori paesi al mondo
È la Svezia la “goodest” – termine che non esiste in inglese, ma che sta a significare più o meno “migliore” – nazione tra le 163 prese in considerazione dal Good Country Index. L’indice analizza quali siano gli impatti delle varie nazioni sul pianeta e come questi contribuiscano, in maniera più o meno spiccata, al
È la Svezia la “goodest” – termine che non esiste in inglese, ma che sta a significare più o meno “migliore” – nazione tra le 163 prese in considerazione dal Good Country Index. L’indice analizza quali siano gli impatti delle varie nazioni sul pianeta e come questi contribuiscano, in maniera più o meno spiccata, al “bene comune dell’umanità”.
“Il Good Country Index non misura ciò che i paesi fare a casa loro. Non perché pensiamo che queste cose non siano importanti, certo, ma perché esistono già un sacco di sondaggi che misurano questi indici”, spiega Simon Anholt, l’ideatore dell’indagine.
La classifica mette in relazione alcuni dei dati estrapolati dall’Indice di sviluppo umano dell’Onu, combinandoli con altri come il contributo in scienza e tecnologia, calcolando ad esempio quanti studenti stranieri ospita il paese o il numero di pubblicazioni scientifiche. Ma tiene conto anche delle truppe impiegate in azioni di pace, o delle armi esportate. Oltre al contributo al protezione dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile, alla protezione delle foreste e alla riduzione delle emissioni di CO2.
I migliori e i peggiori nel Good Country Index
Risulta così che la Svezia è in cima alla classifica, con Danimarca e Paesi Bassi in seconda e terza posizione. L’Italia è fuori dalle prime dieci (16ma), ma viene prima di paesi come Australia, Giappone, Stati Uniti. Nelle ultime posizioni si trovano paesi come la Libia (163ma), Guinea Equatoriale (162ma) e la Repubblica Centrafricana (161ma).
Se guardiamo la classifica dal punto di vista della protezione del clima e della riduzione delle emissioni di CO2, l’Italia è in quinta posizione. Prima l’Islanda.
“L’indice ha lo scopo di avviare una discussione globale su come i paesi bilancino il loro dovere nei confronti dei propri cittadini con la loro responsabilità col resto del mondo, perché questo è essenziale per il futuro dell’umanità e la salute del nostro pianeta”, spiega Anholt. “Ci auguriamo che guardando questi risultati si venga incoraggiati a partecipare a tale discussione”.
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