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Google contro la pesca illegale: sorveglierà dall’alto i pescherecci di tutto il mondo
Il prototipo di una piattaforma tecnologica per visualizzare in tempo reale la posizione delle navi in tutto il mondo è stato svelato il 14 novembre durante lo Iucn World Parks Congress a Sydney, in Australia. Si chiama Global Fishing Watch, è stato sviluppato da Google, dalla Ong Oceana e da SkyTruth per dare a tutti
Il prototipo di una piattaforma tecnologica per visualizzare in tempo reale la posizione delle navi in tutto il mondo è stato svelato il 14 novembre durante lo Iucn World Parks Congress a Sydney, in Australia. Si chiama Global Fishing Watch, è stato sviluppato da Google, dalla Ong Oceana e da SkyTruth per dare a tutti la possibilità di monitorare le attività di pesca in tutti i mari.
La piattaforma analizza i dati provenienti dal network Automatic Identification System (AIS). Che era, di base, un sistema di broadcasting del Gps di ogni nave, realizzato primariamente come meccanismo di sicurezza per evitare collisioni in mare aperto. Ora però le informazioni provenienti da ogni nave possono essere tracciate per leggerne identità, velocità e rotta. In questo modo si ottiene una visuale senza precedenti dell’interazione umana con gli oceani.
Global Fishing Watch consentirà di seguire in tempo reale, grazie all’analisi di milioni di dati e alla tecnologia messa a disposizione da SkyTruth, i movimenti delle imbarcazioni da pesca, evidenziando le situazioni di illegalità. Le attività di centinaia di migliaia di imbarcazioni da pesca saranno tracciate e seguite in tempo reale. Inoltre, chiunque abbia una connessione a Internet potrà segnalare e individuare pescatori di frodo. I pescherecci illegali che impiegano reti grandi quanto un campo da calcio depredano i mari di circa 26 milioni di tonnellate di pesci ogni anno e distruggono gli introiti del settore ittico di diversi Paesi costieri, anche di quelli con le economie più deboli.
Strumenti simili sono già usati per proteggere le foreste, le scimmie in Africa, le tigri di Sumatra e altre specie a rischio, incrociando i dati satellitari con le attuali capacità di calcolo e di visualizzazione. “Siamo in grado di fornire a livello globale la tecnologia per combattere problemi mondiali che fino a qualche anno fa non potevano essere gestiti nello stesso modo e la pesca illegale è uno di questi”, ha detto al Financial Times Brian Sullivan, manager del progetto di Google.
Secondo Oceana, Ong spagnola per la protezione degli oceani, la pesca illegale – oltre a essere devastante per gli ecosistemi marini – sottrae quasi 20 miliardi di euro l’anno all’economia globale. Durante i lavori del forum a Sydney è stato annunciato anche lo sviluppo di una versione pubblica e gratuita della piattaforma, che darà ai cittadini la possibilità di visualizzare, seguire e condividere online informazioni sulle attività di pesca in tutto il mondo. “Big data e analisi al computer aiuteranno ad individuare situazioni di illegalità – spiega il Ceo di Oceana, Andrew Sharpless – e saranno un deterrente contro le violazioni delle aree vietate alla pesca. Questo consentirà di stabilire politiche, limiti e misure di protezione per garantire il ripopolamento dei pesci e aiuterà a provvedere all’alimentazione delle popolazioni”.
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