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Una trasformazione radicale nel mondo dell’abbigliamento outdoor: Gore Fabrics, una delle maggiori aziende americane del mercato delle membrane idrorepellenti, ha deciso di rinunciare ai composti chimici a base di Pfc (Perfluocarburi). Il gruppo aderisce così alla campagna Detox di Greenpeace, con l’obiettivo di portare l’industria tessile e dell’abbigliamento ad eliminare tutti i composti chimici pericolosi
Una trasformazione radicale nel mondo dell’abbigliamento outdoor: Gore Fabrics, una delle maggiori aziende americane del mercato delle membrane idrorepellenti, ha deciso di rinunciare ai composti chimici a base di Pfc (Perfluocarburi). Il gruppo aderisce così alla campagna Detox di Greenpeace, con l’obiettivo di portare l’industria tessile e dell’abbigliamento ad eliminare tutti i composti chimici pericolosi dalle proprie filiere produttive.
“L’impegno di Gore Fabrics, il più importante fornitore di tessuti idrorepellenti, manderà definitivamente in pensione l’utilizzo dei Pfc nell’intero settore dell’abbigliamento e attrezzature outdoor”, ha detto Chiara Campione, Detox outdoor corporate lead di Greenpeace Italia in una nota. Ad oggi infatti molti dei marchi internazionali più famosi, come The North Face, Mammut e Salewa, non hanno ancora abbandonato l’uso dei perfluocarburi nei propri prodotti, nonostante questi siano stati riconosciuti come composti pericolosi per la salute umana.
I Pfc vengono utilizzati nella maggior parte dei casi nel settore dell’abbigliamento, per realizzare capi idrorepellenti. Ma la produzione e l’impiego di questi composti ha generato un inquinamento diffuso nelle acque superficiali e di falda in molte aree industriali, Italia compresa. Sono molti gli studi che indicano un’elevata pericolosità di tali sostanze nei confronti della salute umana. Secondo l’associazione ambientalista, che lavora fin dal 2011 alla campagna Detox, “l’esposizione ad alcune di queste sostanze è stata associata a gravi effetti sulla salute, inclusi tumori al rene e ai testicoli. I Pfc sono sostanze che non esistono in natura e una volta rilasciate nell’ambiente si degradano lentamente, rendendo la contaminazione quasi irreversibile, ed entrano nella catena alimentare”.
“I nostri prodotti sono sempre stati sicuri da indossare, ma Gore riconosce i problemi riguardanti la possibile contaminazione ambientale generata dall’uso di questo gruppo di sostanze e la necessità di introdurre sul mercato tecnologie più sicure per l’ambiente”, ha dichiarato Bernhard Kiehl, responsabile sostenibilità di Gore Fabrics. “Come produttore leader nel settore, Gore Fabrics è entusiasta per l’opportunità di guidare un profondo cambiamento nell’industria outdoor, investendo in modo significativo nello sviluppo di nuove tecnologie prive di Pfc pericolosi”.
Il gruppo si è posto l’obiettivo di eliminare i Pfc di interesse ambientale dal ciclo di vita dei suoi prodotti: entro la fine del 2020, eliminerà i composti pericolosi dall’85 per cento dei propri laminati, come giacche, scarpe, guanti e altri accessori. Mentre entro il 2023 li eliminerà dal restante 15 per cento. di prodotti realizzati con questi laminati) entro la fine del 2020 e dai laminati speciali idrorepellenti (che corrispondono al restante 15 per cento dei prodotti realizzati con questi materiali) entro la fine del 2023. Un percorso “aggressivo”, così come l’ha definito la stessa azienda che spinge verso quell’“incredibile accelerazione del mercato outdoor verso tecnologie prive di Pfc pericolosi”, conclude Campione. “Il che dimostra come la trasformazione di un settore può essere raggiunta in tempi relativamente brevi, se i principali stakeholders sono disposti ad attivarsi insieme responsabilmente”.
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