Da tre anni i numeri della fame del mondo non accennano a diminuire e non si registrano passi avanti verso gli obiettivi di sostenibilità per il 2030.
In arrivo in Gran Bretagna la prima tassa al mondo sulle merendine
Dolci o salate per la National Food Strategy le merendine industriali dovrebbero essere tassate. Ed è Boris Johnson, il premier inglese, ad aver nominato la commissione che monitora le abitudini alimentari degli inglesi guidata da Henry Dimbleby, il fondatore di Leon, la catena di fast food sostenibile e salutista. Lo scopo è limitare il tasso di obesità che, secondo
Dolci o salate per la National Food Strategy le merendine industriali dovrebbero essere tassate. Ed è Boris Johnson, il premier inglese, ad aver nominato la commissione che monitora le abitudini alimentari degli inglesi guidata da Henry Dimbleby, il fondatore di Leon, la catena di fast food sostenibile e salutista. Lo scopo è limitare il tasso di obesità che, secondo il report inglese, tocca il 36 per cento della popolazione meno abbiente. Una crociata che il primo ministro britannico porta avanti dal 2020 mettendosi lui stesso a dieta e praticando la corsa.
Tasse su zucchero e sale nelle merendine per investire in educazione alimentare
3 sterline al chilo sullo zucchero e 6 sterline al chilo sul sale: queste le stime per la “snack tax” alle industrie che li utilizzano per la preparazione di cibi. Il calcolo totale corrisponderebbe a ben 4 miliardi di euro all’anno. Una cifra cospicua che sarà poi investita in educazione alimentare. I medici di base inglese potrebbero contribuire a spingere la popolazione a cambiare le abitudini a tavola, prescrivendo una dieta ricca di frutta e verdura e suggerendo anche corsi di cucina e tour nei supermercati per imparare a fare acquisti consapevoli sin da giovani.
Un’idea, pare, non molto gradita dal partito Conservatore che teme una deriva verso il “nanny state”, ovvero verso il concetto di stato-bambinaia che prescrive ai cittadini come comportarsi anche sul piano delle scelte personali legate alla salute.
Potrebbe non piacere neanche alle fasce più povere della popolazione inglese che con l’aumento dei prezzi degli snack confezionati (per esempio una confezione di cereali passerà da 3 sterline a 3,87 sterline), il cibo oggi più economicamente abbordabile rispetto al fresco, potrebbe, secondo le associazioni di categoria come la Food and Drink Federation, essere ulteriormente penalizzata.
La “snack tax” servirà anche a incentivare le industrie a riformulare le ricette
Secondo il rapporto inglese, la popolazione britannica sta vivendo un importante declino della salute soprattutto a causa delle cattive abitudini alimentari e vuole incentivare l’industria a riformulare le ricette e ridurre il contenuto di zucchero e sale nelle merendine, un po’ come è avvenuto con le bibite gassate dopo l’introduzione nel 2018 della tassa sugli zuccheri.
Il junk food, il cibo spazzatura, in Inghilterra contribuisce alla morte di 64 mila persone all’anno con un conseguente costo di 74 miliardi di sterline sul servizio sanitario nazionale. Con 13 milioni di adulti obesi, un dato che è raddoppiato nel corso degli ultimi due decenni, significa che nel Regno Unito oggi quasi un bambino su quattro che va all’asilo è in sovrappeso e alla fine del ciclo elementare è sovrappeso un bambino su tre.
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