Ora è ufficiale: a Venezia le grandi navi non potranno più transitare da San Marco e nel canale della Giudecca. Attesi ristori per i lavoratori.
Il consiglio dei ministri, dopo mesi di discussioni e proteste, ha approvato ieri pomeriggio il decreto legge che introduce misure urgenti per la tutela delle vie d’acqua di interesse culturale e per la salvaguardia di Venezia: dal 1mo agosto prossimo è vietato alle grandi navi il transito nel bacino di San Marco, nel canale di San Marco e nel canale della Giudecca. Una norma che arriva per “assicurare l’integrità e il decoro di tutte le vie d’acqua dichiarate monumento nazionale”.
Grandi navi via dalla laguna. Arriva il decreto
Il divieto di transito dal 1mo agosto nelle aree protette della laguna di Venezia riguarda le navi del peso superiore alle 25mila tonnellate, con una lunghezza dello scafo al galleggiamento superiore a 180 metri, con un tiraggio aereo superiore a 35 metri, con esclusione delle navi a propulsione mista vela-motore e l’impiego di combustibile in manovra che produce emissioni inquinanti (con contenuto di zolfo uguale o superiore allo 0,1 per cento).
Nello stesso decreto sono previste misure per gli operatori del settore (compagnie di navigazione, gestori dei terminal e società erogatrici di servizi) più direttamente interessate dal divieto di transito delle grandi navi nella laguna di Venezia.
Grandi navi, il messaggio del governo
Dopo mesi di dibattiti, di tragedie sfiorate e di manifestazioni, il decreto legge adottato “costituisce un importante passaggio per la tutela del sistema lagunare veneziano”, si legge in una nota congiunta del consiglio dei ministri. Queste norme intervengono nell’immediato con le cautele e i ristori necessari per mitigare l’impatto occupazionale sul settore e si affiancano al concorso di idee, il cui bando è già stato pubblicato, per la futura realizzazione e gestione di punti attracco fuori dalle aree protette della laguna con l’obiettivo di rendere compatibile l’attività croceristica con la salvaguardia paesaggistica e ambientale.
“Per adeguare l’area di Marghera ad accogliere le navi di grandi dimensioni è prevista la realizzazione di non più di cinque punti di approdo”, continua la nota. “Per questi interventi sono previsti investimenti complessivi di 157 milioni di euro”. Ora non resta che attendere gli sviluppi che, forse, metteranno la parola fine alla diatriba.
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