La Grecia ha respinto 600 migranti nel mar Egeo, ufficialmente ancora in acque turche. Ma dopo il caso Frontex sorgono dubbi sulla legalità delle operazioni.
Nove imbarcazioni con 600 migranti a bordo sono state respinte dalla Grecia in Turchia.
Per Atene le barche erano ancora in acque territoriali turche.
Frontex è accusata di aver praticato decine di respingimenti illegali mascherati.
Cinque barche a vela, più quattro gommoni, con a bordo un totale di oltre 600 migranti, sono stati respinti lunedì 23 maggio dalla Guardia costiera greca al largo delle isole di Chios e Samos, nel Mar Egeo, dove si trovavano dopo essere partite dalla Turchia. Secondo le autorità greche, le imbarcazioni non avevano ancora oltrepassato il limite delle acque territoriali della nazione europea, fattore che altrimenti avrebbe comportato il divieto di respingimento.
“Le motovedette greche sono state in grado di localizzare rapidamente le navi e informare la guardia costiera turca”, ha dichiarato un portavoce della Guarda costiera greca, sottolineando appunto che tutte le barche “erano dentro le acque territoriali turche”.
Le tensioni tra Grecia e Turchia
Atene accusa regolarmente Ankara di non intraprendere azioni sufficienti contro i trafficanti di esseri umani, che inviano migranti su imbarcazioni precarie dalla Turchia in violazione di un accordo del 2016 tra Ankara e l’Unione europeo. Il protocollo, molto contestato dalle ong che difendono i diritti dei migranti, prevede un ingente finanziamento da parte di Bruxelles, in cambio della gestione dei migranti entro il confine turco.
Da parte loro, le autorità greche, accusate dalle ong di aver operati respingimenti illegali verso le acque turche, hanno rafforzato i controlli alle frontiere.
For second day in a row, right after Turkish president Erdogan verbally attacked Greece, the Greek coast guard intercepts more than 700 illegal migrants coming from #Turkey. Clearly they are not Syrian refugees, they are of African descent, forwarded by the Turkish authorities pic.twitter.com/t4vL0hghWH
I dubbi sui respingimenti illegali di migranti in mare
Atene ha sempre negato di aver compiuto tali respingimenti, ma casi del genere sono stati documentati a carico di Frontex, l’agenzia dell’Unione europea deputata e al controllo e alla sicurezza dei confini dell’Unione, proprio riguardo alla cosiddetta operazione Poseidon nel Mar Egeo. Un’indagine condotta in collaborazione tra Le Monde, Der Spiegel, il media no profit Lighthouse Reports e le testate svizzere SRF e Republik ha infatti mostrato come, tra marzo 2020 e settembre 2021, l’agenzia europea abbia praticato diverse espulsioni illegali, catalogandole però ufficialmente come operazioni di “prevenzione delle partenze” dalla Turchia.
C’est au terme de trois ans d’affrontements que la Commission européenne, par l’entremise de son Office européen de lutte antifraude (Olaf), aura réussi à avoir la tête Fabrice Leggeri, directeur exécutif de Frontex.https://t.co/nGUKp24BxF
Un documento interno di Frontex, ottenuto dagli autori dell’inchiesta giornalistica, ha permesso di ottenere informazioni dettagliate (compresi orari e date, numero di persone coinvolte e talvolta una sintesi). Tramite elicotteri, aerei e droni, tra marzo 2020 e settembre 2021, ci sono stati 222 casi di “prevenzioni alla partenza” nell’Egeo ovvero, spiega Le Monde, casi di imbarcazioni di migranti intercettate o dirottate prima che raggiungessero le acque greche. L’inchiesta ha rivelato, tuttavia, che in realtà in molti casi si sarebbe trattato di un insabbiamento per numerosi rimpatri illegali di migranti. Il caso ha portato alle dimissioni del direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, e ad un rinvio del rifinanziamento dell’agenzia da parte dell’Europarlamento in attesa di chiarimenti.
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