Chrīstos Stylianidīs è il nuovo ministro della Crisi climatica e della protezione civile per la Grecia. Questa carica è stata creata dal primo ministro Kyriakos Mitsotakis dopo la devastante stagione degli incendi che ha bruciato più di 116mila ettari di foreste sull’isola di Evia e nella parte meridionale del paese.
Chrīstos Stylianidīs è il nuovo ministro della Crisi climatica per la Grecia
Chrīstos Stylianidīs è un politico cipriota, commissario europeo per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi dal 2014 al 2019 e coordinatore dell’Unione europea per la crisi dell’ebola in Africa occidentale. Venerdì 10, giurerà come ministro della Crisi climatica e della protezione civile e da quel momento si occuperà di dirigere le operazioni di risposta agli incendi e di creare piani di soccorso e strategie di intervento per fronteggiare le conseguenze dei cambiamenti climatici.
From @POLITICOEurope: "Christos Stylianides, previously the European commissioner for humanitarian aid and crisis management, is Greece’s new climate crisis and civil protection minister" https://t.co/rc8PMgQ8J0
La posizione era stata offerta anche ad Evangelos Apostolakis, già ministro della Difesa, che ha rifiutato a causa della mancanza di consenso tra i partiti.
“Ho accettato questa posizione consapevole delle sfide e delle aspettative che porta con sé. Le conseguenze dei cambiamenti climatici rischiano di sopraffarci, per questo non possiamo più aspettare per agire. Prevenire i disastri ed essere preparati sono le armi più importanti che abbiamo”, ha spiegato Stylianidīs. Il generale Evangelos Tournas, già capo dell’aeronautica militare è stato invece nominato viceministro.
Prevenire i disastri ed essere preparati sono le armi più importanti che abbiamo.
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Il governo greco ha ammesso di aver compiuto degli errori nella gestione di questa emergenza, ma ha anche incolpato la crisi climatica per aver aggravato la situazione. La nomina di Stylianidīs dovrebbe servire proprio ad aiutare il paese ad essere più preparato nel fronteggiare situazioni come quelle degli scorsi mesi. La speranza ora è che non si dedichi solo ad affrontare le conseguenze della crisi climatica, ma agisca a fondo anche sulle cause, troppo spesso ignorate.
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