
Saudi Aramco, ExxonMobil, Shell, Eni: sono alcune delle “solite” responsabili delle emissioni di CO2 a livello globale.
È ormai una corsa quella di alcuni Paesi verso un’economia circolare, dal benessere diffuso e dall’uso razionale delle risorse. A che punto è l’Italia?
Il 98% degli imprenditori italiani afferma che l’economia deve puntare sul risparmio e sull’uso sempre più efficiente dell’energia e delle risorse: un segnale che chi fa impresa è pronto al cambiamento. Tanto che in tutta Europa l’economia fondata su prodotti e servizi cosiddetti verdi è in crescita.
Lo conferma il terzo “Rapporto Green Economy 2014”, redatto da Fondazione Sviluppo Sostenibile in collaborazione con Enea. La relazione di quest’anno, suddivisa in quattro capitoli, prende in esame la via dell’economia sostenibile come la “via maestra per uscire dalla crisi”. “Le imprese della green economy – ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione – chiedono di pesare di più nelle scelte economiche del Paese, perché la loro crescita può contribuire in modo decisivo a far uscire l’Italia dalla crisi”.
Ma per passare da un’economia lineare, a una circolare dove l’uso razionale delle risorse e i temi dell’efficienza ne sono i pilastri, la strada pare ancora lunga. Il nostro Paese si trova a metà nella classifica degli Stati europei che più investono in eco-innovazione, ovvero, come spiegato da Roberto Morabito, responsabile dell’unità tecnica tecnologie ambientali dell’Enea, nella capacità di innovare non solo i cicli produttivi e i consumi ma anche gli approcci culturali e gli stili di vita. Secondo Morabito si tratta di uno strumento necessario per la transizione verso la green economy.
Per questo il rapporto suggerisce un decalogo, 10 misure che possono aiutare la transizione:
1. Una riforma fiscale in chiave ecologica.
2. Un programma per migliorare l’utilizzo delle risorse e per sviluppare strumenti finanziari innovativi.
3. Investimenti in infrastrutture verdi, difesa del suolo e delle acque.
4. Un programma nazionale per l’efficienza e il risparmio energetico.
5. Lo sviluppo delle attività di riciclo dei rifiuti.
6. Il rilancio degli investimenti per le rinnovabili.
7. Programmi di rigenerazione urbana.
8. Investimenti in mobilità sostenibile.
9. Valorizzazione dell’agricoltura di qualità.
10. Un piano per l’occupazione giovanile green.
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