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Ursula von der Leyen ha illustrato il Green new deal europeo. Obiettivo azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050. La parola passa ora ai governi.
Sono stati presentati mercoledì 11 dicembre dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen i principali elementi del “patto verde europeo”. Ovvero il Green new deal che punta a centrare entro il 2050 la neutralità in termini di emissioni di CO2 da parte delle nazioni del Vecchio Continente. Ciò confermando un calo del quantitativo di gas dispersi nell’atmosfera pari al 50 per cento entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.
Il Green new deal punta a difendere la biodiversità, modificare in senso ecologico la produzione e i consumi alimentari, a sostenere la transizione nelle città e ad incoraggiare l’economia circolare.
La presidente ha annunciato il documento con grandissima enfasi: “Si tratta per l’Europa di un momento paragonabile a quello in cui l’uomo ha camminato per la prima volta sulla Luna”. “È qualcosa che dobbiamo ai nostri figli”, ha aggiunto, sottolineando il fatto come i costi dell’inazione crescano continuamente: 5 miliardi di euro all’anno soltanto per le inondazioni e 10 miliardi per gli episodi di siccità estrema. E ha annunciato una “legge climatica”, prevista per il mese di marzo del 2020, che delineerà il percorso da seguire fino al 2050.
The #EUGreenDeal is more than just a vision. It is a roadmap for action. It has 50 actions for 2050 – for a climate and nature friendly Europe.
Our goal is to reconcile our economy with our planet, and make it work for our people.This is Europe’s ‘man on the moon’ moment.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) December 11, 2019
La strategia prevede tutta una serie di obiettivi. Entro il 2030, ad esempio, la quota di fonti rinnovabili nel mix energetico dell’Unione europea dovrà passare dal 20 al 32 per cento. L’efficienza energetica, al contempo, dovrà essere migliorata del 32,5 per cento nei prossimi dieci anni. Si prevede poi un quasi-azzeramento delle emissioni provenienti dal settore dei trasporti, che dovrebbero risultare ridotte, entro il 2050, del 90 per cento. Per farlo, si propone la realizzazione di un milione di stazioni di ricarica, che dovranno servire 13 milioni di veicoli ad emissioni zero o ibridi.
Occorrerà verificare, però, se tutto ciò si tradurrà in impegni concreti ed obbligatori per i governi. Il presidente del gruppo degli eurodeputati Verdi, Philippe Lamberts, ha accolto con favore l’esistenza di un “patto verde europeo” fin dall’inizio del mandato di von der Leyen, pur avvertendo che esso, allo stato attuale, “è una lista di buoni propositi”. Della stessa opinione Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace International: “La proposta è un po’ debole per il livello di azioni di cui abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di un obiettivo di riduzione del 65 per cento da parte dell’Europa, non del 55 per cento. In modo particolare se vogliamo costruire dei rapporti di fiducia con i paesi in via di sviluppo”.
“We see how destructive climate change is and we know we must act now. The #EUGreenDeal is an invitation to all and we will discuss it intensively today.” President @vonderleyen at #EUCO pic.twitter.com/Eo4tnzfHEc
— European Commission ?? (@EU_Commission) December 12, 2019
A partire da oggi, giovedì 12 dicembre, occorrerà verificare quali saranno le posizioni dei vari paesi in seno al Consiglio europeo. In particolare Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca appaiono i più reticenti a fissare un obiettivo di emissioni nette zero entro la metà del secolo. Ciò principalmente in ragione della dipendenza delle loro economie dalle fonti fossili.
La proposta della Commissione europea è di aiutare queste nazioni ad effettuare una “transizione giusta”. Prevedendo un meccanismo di sostegno alle regioni meno verdi del continente, finanziato con 100 miliardi di euro sui prossimi sette anni.
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