
L’ex presidente delle Filippine è accusato di crimini contro l’umanità per le migliaia di omicidi extragiudiziali nell’ambito della sua lotta alla droga.
Secondo un nuovo rapporto della ong ambientalista, la più grande banca d’Europa presta milioni di dollari ad alcune delle società più distruttive nel settore dell’olio di palma.
“Etica” e “banca”, si sa, sono due parole difficilmente conciliabili, l’ultima conferma viene fornita dalla banca britannica Hsbc, il primo istituto di credito europeo per capitalizzazione, accusato da Greenpeace di contribuire in maniera determinante alla distruzione delle foreste indonesiane.
Secondo il nuovo rapporto di Greenpeace, chiamato Dirty Bankers, Hsbc presta centinaia di milioni di dollari ad alcune delle più “distruttive società del settore dell’olio di palma”. Tra le società indonesiane che hanno un maggiore impatto ambientale ci sono Bumitama, Goodhope, Ioi, Noble, Posco Daewoo e Gruppo Salim/Indofood. Queste società, negli ultimi cinque anni, hanno ricevuto prestiti per oltre sedici miliardi di dollari da consorzi bancari di cui faceva parte Hsbc.
In Indonesia ogni anno 800mila ettari di foresta vengono rasi al suolo, dal 2000 al 2012 sono stati abbattuti oltre sei milioni di ettari di foresta primaria, ovvero quella più antica e con la maggiore diversità biologica. Il principale imputato per questa devastazione che riguarda l’intero pianeta è la coltivazione industriale di palma da olio. Per far posto alle piantagioni, infatti, le foreste vengono distrutte mettendo a rischio la sopravvivenza della popolazione e della fauna (l’immagine più iconica è quella degli oranghi del Borneo, la cui classificazione nella Lista rossa della Iucn è passata da specie “in pericolo” a specie “in pericolo critico”).
Secondo Greenpeace Hsbc ha dunque “concesso prestiti e servizi finanziari a società responsabili di distruzione della foresta indonesiana e del drenaggio delle torbiere, di incendi forestali, di espropriazione delle terre ai danni delle popolazioni locali, di violazione dei diritti dei lavoratori e dello sfruttamento del lavoro minorile”. Spesso le foreste sono torbiere ricche di carbonio, la loro distruzione comporta l’immissione in atmosfera di grandi quantità di CO2, rende l’aria irrespirabile e rappresenta la causa principale degli incendi forestali. Secondo uno studio delle università di Harvard e Columbia nel 2015 oltre 100mila morti nel Sudest asiatico sono ascrivibili proprio alla crisi ambientale in corso.
Greenpeace chiede, innanzitutto, a Hsbc di non finanziare più le società colpevoli di questi crimini. Chiede inoltre di rivelare i dettagli dei servizi finanziari forniti a società che operano nel settore dell’olio di palma, sottoscrivere la politica di Greenpeace contro deforestazione, drenaggio delle torbiere e sfruttamento dei lavoratori e le comunità locali e di rifiutare finanziamenti o altri servizi finanziari a clienti e potenziali clienti che non sono conformi con tale politica.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’ex presidente delle Filippine è accusato di crimini contro l’umanità per le migliaia di omicidi extragiudiziali nell’ambito della sua lotta alla droga.
Incidente nel mare del Nord tra una petroliera e una nave cargo: fiamme e fumo a bordo, si teme lo sversamento di combustibile in mare.
Saudi Aramco, ExxonMobil, Shell, Eni: sono alcune delle “solite” responsabili delle emissioni di CO2 a livello globale.
A23a, l’iceberg più grande del mondo, si è fermato a 80 km dalla Georgia del Sud, dove ha iniziato a disgregarsi.
Una causa intimidatoria per fermare chi lotta per la difesa delle risorse naturali e contro le giganti del petrolio. È quanto sta vivendo Greenpeace per le proteste contro il Dakota access pipeline.
Si è appena conclusa a Roma la seconda parte della Cop16 sulla biodiversità. Tre giorni di negoziati che sembrano portare finalmente al raggiungimento di nuovi obiettivi per la tutela del Pianeta, sperando che non sia troppo tardi.
Dal giorno dell’invasione russa, ci sono state emissioni di carbonio per 230 milioni di tonnellate di CO2 equivalente: pesano le bombe e gli incendi.
Il parlamento francese ha approvato una norma che introduce divieti negli usi industriali dei Pfas, benché con alcune esclusioni e deroghe sorprendenti.
1.000 persone sono state licenziate dal National park service e 3.400 dal Servizio forestale, come parte dei tagli alle agenzie federali del dipartimento per l’efficienza di Trump e Musk.