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L’uomo che mappa foreste e barriere coralline per proteggerle
Il naturalista Greg Asner riceverà un premio di 250mila dollari per aver sviluppato una mappatura delle foreste pluviali e delle barriere coralline in tutto il mondo.
Greg Asner, scienziato del Carnegie’s department of global ecology e del Department of Earth system science dell’università di Stanford, è noto per le sue ricerche applicate sugli ecosistemi, sull’uso del suolo e sui cambiamenti climatici, sia a livello locale che a livello mondiale. In particolare Asner esamina le interazioni tra l’utilizzo del suolo, il clima e gli ecosistemi attraverso una combinazione di approfonditi studi sul campo, telerilevamento aereo e satellitare e modellazione tridimensionale. Grazie al suo lavoro ha scoperto cambiamenti ecologici in intricate foreste e remote regioni desertiche. Le ricerche di Asner hanno creato l’opportunità di intraprendere azioni politiche nazionali e internazionali per proteggere l’ambiente.
Greg Asner si aggiudica l’Heinz award
Per l’importanza del suo lavoro e per aver sviluppato una mappatura tridimensionale delle foreste pluviali e delle barriere coralline in tutto il mondo, il naturalista è uno dei vincitori degli Heinz awards, e di un premio di 250mila dollari, assegnati dalla fondazione filantropica Heinz family foundation. Gli Heinz awards premiano gli individui straordinari per la loro creatività e determinazione nel trovare soluzioni a problemi critici relativi a cinque aree: le arti, l’ambiente, la condizione umana, la tecnologia e l’occupazione. “Fornendoci notevoli dettagli sulla complessità e la fragilità delle nostre foreste, il dottor Asner ci spinge a rispondere con maggiore urgenza alla necessità di proteggere queste risorse per la salute e il futuro di tutti noi”, ha commentato l’assegnazione del premio la presidentessa della Heinz family foundation, Teresa Heinz.
A cosa serve la mappatura tridimensionale
Il sistema di mappatura elaborato da Asner fornisce dati topografici di grande densità ed alta precisione in tempi molto ridotti. L’elaborazione dei dati raccolti consente la formazione dei modelli digitali del terreno e della superficie. I dati ottenuti permettono ai biologi di conoscere meglio determinati ecosistemi e ai governi di prendere decisioni più consapevoli e mirate per proteggerli.
L’importanza dei nuovi dati
Proprio quest’ultimo aspetto rappresenta uno dei principali obiettivi del ricercatore. “È fondamentale che i politici e i funzionari governativi abbiano a disposizione un quadro il più possibile completo delle foreste e delle minacce cui devono far fronte – ha dichiarato Asner. – Finora infatti la parte più difficile è stata la capacità di prendere decisioni politiche su aree sufficientemente grandi per avere un impatto reale”.
Difendere le foreste dal cielo
Asner e il suo team utilizzano una tecnica di rilevamento aereo che permette di determinare le coordinate spaziali e la quota dei punti a terra in base al tempo di ritorno di un impulso laser. Gli spettrometri installati sui velivoli consentono ai ricercatori di misurare la luce riflessa dalla canopia, ovvero lo strato superiore delle foreste, in questo modo possono analizzare le diverse specie di alberi presenti. Le informazioni possono anche essere utilizzate per valutare le minacce più urgenti per le foreste in tempo reale, come la deforestazione e l’estrazione dell’oro. Asner spera di poter un giorno installare il proprio programma su un satellite e produrre mappe mensili della biodiversità mondiale.
Un aiuto alla biodiversità
Tra le aree cui Asner si è dedicato ci sono le foreste pluviali dell’Amazzonia e del Borneo e le barriere coralline delle Hawaii. In Perù il team di Asner lavora direttamente con il ministero dell’Ambiente e le ricerche aiutano le autorità a individuare le sezioni dell’Amazzonia che ospitano i più alti livelli di biodiversità in modo che possano proteggerla. Mentre nell’isola asiatica fornisce ai funzionari malesi i dati sulla biodiversità e sul carbonio immagazzinato dalle foreste dello stato e aiuta i biologi a capire meglio quali foreste supportano le popolazioni dell’orango del Borneo (Pongo pygmaeus), specie in pericolo critico.
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