Plastica in mare

Non è possibile che in mare si nuoti tra i rifiuti. L’appello di Gregorio Paltrinieri

Il nuotatore italiano Gregorio Paltrinieri ha lanciato un format di gare in mare con l’obiettivo di promuovere la tutela di questo prezioso ecosistema.

Emiliano, classe 1994, Gregorio Paltrinieri è un ragazzo genuino ma estremamente determinato, un po’ come gli abitanti della sua terra. È il secondo nuotatore olimpico italiano ad aver conquistato tutte e tre le medaglie olimpiche. L’unico atleta italiano e il terzo della storia che sia riuscito a vincere nella stessa edizione dei Giochi – quelli di Tokyo 2020 nel suo caso – una medaglia sia in piscina sia in acque libere.

Gregorio Paltrinieri
Paltrinieri è il secondo nuotatore olimpico italiano ad aver conquistato tutte e tre le medaglie olimpiche © Mine Kasapoglu

Dominate the water, un’idea di Gregorio Paltrinieri

Parlando con lui, sembra chiaro che l’amore per l’acqua gli sia stato trasmesso dal padre che gestiva la piscina di Carpi. Un amore cominciato quando “Greg” era molto piccolo e che sembra destinato a durare per l’eternità. Dopo tanto tempo in vasca, Paltrinieri ha deciso infatti di mettersi alla prova nel nuoto in acque libere, arrivando a lanciare un suo format di gare in mare: Dominate the water (Dtw).

Una competizione aperta ad amatori e professionisti, che fa tappa in alcune delle più belle località balneari d’Italia, come Golfo Aranci e Positano. Un vero e proprio inno al mare e alle bellezze del nostro territorio, ma anche uno strumento con cui l’atleta intende sensibilizzare il mondo dello sport sul tema dell’inquinamento degli oceani.

Come ci racconterà lui stesso, le competizioni in acque libere hanno solitamente un grosso impatto sugli ecosistemi marini, ma le soluzioni esistono e alcune saranno presentate proprio a Dtw. Meno barche a motore, meno plastica, più attenzione al riciclo. Lasciamo però che a parlarcene sia Paltrinieri stesso.

Gregorio Paltrinieri
Le competizioni in acque libere hanno solitamente un grosso impatto sugli ecosistemi marini, ma è possibile mitigarlo © Mine Kasapoglu

Ama nuotare in acque libere: cosa rappresenta il mare per lei?
Sono sempre stato innamorato del mare, dell’acqua in generale. Ho fatto moltissimi corsi di nuoto perché mio padre gestiva delle piscine, ma i primi ricordi che ho di me in acqua sono in vacanza con i miei genitori da piccolo. In particolare, una settimana in barca a vela alle Eolie. Praticamente stavo tutto il giorno in mare, così me ne sono innamorato.

In seguito, mi sono concentrato sulla mia carriera in piscina, ma dopo Rio 2016 ho sentito il bisogno di provare qualcosa di nuovo, di mettermi alla prova e, quindi, mi sono lanciato nel nuoto in acque libere. Da lì è iniziata una seconda fase di passione per questo sport, e all’amore per il mare si è aggiunto l’aspetto competitivo.

Gregorio Paltrinieri
Tokyo 2020, la 10 km maschile © Oli Scarff/Afp via Getty Images

In che modo il format Dominate the water incentiva la protezione dell’ecosistema marino?
Dominate the water nasce dalla volontà di salvaguardare l’ambiente, innanzitutto, e promuovere il nuoto in acque libere che in Italia è ancora sottosviluppato. Se ne parla poco, ma è uno sport stupendo che fa parte di tutte quelle attività che si possono svolgere all’aria aperta, a tu per tu con la natura. Qui abbiamo alcune delle spiagge più belle del mondo, dove organizzare gare per persone di ogni età e preparazione.

Viaggiando in diverse località, organizzatori e partecipanti avranno l’opportunità di promuovere la tutela di quei luoghi, di partecipare ad attività come la pulizia delle spiagge o la scoperta delle specie marine con i biologi, di unire l’impegno al divertimento. Avere spiagge pulite, un ambiente pulito, è un beneficio per tutti. È importante prendersi cura di ciò che ci sta intorno, altrimenti anche il turismo ne risente.

Inquinamento
Rifiuti di plastica in spiaggia © Christopher Furlong/Getty Images

Sta crescendo l’attenzione alla sostenibilità durante i grandi eventi sportivi?
La sensibilità è cresciuta sicuramente, però nel caso dello sport ad alti livelli si tende a chiudere un occhio. Durante le gare in mare ci sono barche a motore che seguono i nuotatori per questioni di sicurezza, mentre questi ultimi devono fare dei rifornimenti: ciò comporta spesso il lancio di bottigliette in mare che non sempre vengono recuperate.

Proprio per queste ragioni, nelle gare di Dominate the water eviteremo l’uso di barche a motore, sostituendole con sup o canoe grazie alla scelta di circuiti più piccoli, e impiegheremo bicchieri di carta biodegradabile al posto di quelli di plastica.

Ha più di 300mila follower su Instagram. Come sfrutta questo “potere”?
So che tante persone mi seguono e ci tengo veramente a diffondere determinati temi, perché ho girato il mondo e ho visto che, in molti casi, basterebbe davvero poco per migliorare la situazione.

Due anni fa ho seguito in barca la Capri-Napoli, non gareggiavo io ma degli amici, e il mare era in condizioni pessime in quell’occasione, pieno di plastica e sporcizia. Da una parte hai Capri, che è una delle mete più ambite al mondo, e dall’altra hai Napoli, che è una delle città più belle d’Italia, e nel mezzo trovi una marea di rifiuti. Vorrei davvero contribuire a cambiare le cose, e sensibilizzare un pubblico ampio può essere il primo passo.

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