Anche se limiteremo l’aumento delle temperature, il ghiaccio in Groenlandia non smetterà di sciogliersi. Lo rivela un team di ricercatori.
Groenlandia, quadruplicata la velocità di fusione dei ghiacci in soli 10 anni
Uno studio dell’istituto danese Dtu Space Lab conferma la drammatica accelerazione dello scioglimento della calotta glaciale in Groenlandia.
Tra il 2003 e il 2013 la velocità di scioglimento dei ghiacci in Groenlandia si è moltiplicata per quattro. E la crescita del livello dei mari che ne consegue è ormai percepibile in vaste zone dell’immensa isola artica. A spiegarlo è un’analisi dell’istituto danese Dtu Space Lab, effettuata in collaborazione con l’università dell’Ohio, negli Stati Uniti, e pubblicata dalla prestigiosa rivista scientifica Pnas.
428 chilometri cubi di ghiacci persi ogni anno
“Nel 2003 – hanno spiegato gli autori dell’analisi in un comunicato – scomparivano ogni anno 111 chilometri cubi di ghiaccio. Dieci anni più tardi, la cifra è risultata quasi quattro volte più elevata: essa ha raggiunto i 428 chilometri cubi”.
I ghiacci della Groenlandia si stanno sciogliendo 4 volte più veloce di quel che si pensava. Le dimensioni dei ghiacci sono simili a 40 mila anni fa. L’homo sapiens ha 30mila anni. #31gennaio https://t.co/bxwY8GgstW di @NatGeo
— Alberto Lodi (@lodi_alberto) 31 gennaio 2019
L’allarme arriva a soltanto pochi giorni di distanza dalla pubblicazione di un altro studio, che ha evidenziato una dinamica del tutto simile, dall’altra parte del mondo. In Antartide, infatti, la fusione annuale della calotta glaciale non è mai stata così veloce: il processo di scioglimento è ben sei volte più rapido rispetto ai livelli di 40 anni fa. E ha già provocato un aumento di 1,4 centimetri del livello degli oceani di tutto il mondo (registrato tra il 1979 e il 2017).
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Nel 2018 due fratture inedite della calotta della Groenlandia
Esattamente come il Polo Sud, d’altra parte, la Groenlandia è da tempo al centro delle preoccupazioni degli scienziati. Nel corso del 2018, ad esempio, la calotta più spessa dell’oceano Artico si è fratturata per ben due volte nel giro di sei mesi. Si tratta di una zona polare che fino allo scorso anno era sempre rimasta compatta in ogni stagione dell’anno, compresi i mesi più caldi dell’estate.
Polarstern enters uncharted #Arctic waters in what once was thick perennial sea ice. Follow progress at https://t.co/BXplVLWjDj @AWI_Media pic.twitter.com/Kueb5QxDTr
— Mark Drinkwater (@kryosat) 22 août 2018
Secondo alcuni scienziati ascoltati dal quotidiano inglese The Guardian, a provocare il fenomeno è stata un’ondata di caldo senza precedenti che ha colpito l’area. Causata, a sua volta dai cambiamenti climatici in atto sulla Terra. Tra i mesi di febbraio e di agosto del 2018, infatti, sono stati registrati numerosi picchi anomali nelle temperature della regione artica.
“Cambiamenti sorprendenti nelle modalità di fusione”
Ora lo studio danese parla anche di “cambiamenti sorprendenti nelle modalità di fusione della calotta” della Groenlandia. A fondere, infatti, non sono più soltanto i ghiacci delle regioni nord-occidentali e sud-orientali dell’isola, ma anche quelli sud-occidentali. Il tutto è poi accelerato dalla crescita della temperatura delle acque marine, con le quali la calotta stessa è in contatto.
Greenland’s massive ice sheet is melting faster than scientists previously thought pic.twitter.com/o4s6tFNvu4
— TicToc by Bloomberg (@tictoc) 1 febbraio 2019
Il rapporto ha anche spiegato che la perdita media è stata pari a 280 miliardi di tonnellate all’anno tra il 2002 e il 2016. “Ogni aumento della temperatura media dell’atmosfera terrestre provoca un’immediata accelerazione della fusione dei ghiacci”, ha spiegato Shfaqat Abbas Khan, dirigente del Dtu Space Lab. Un circolo vizioso che potrebbe essere arrestato soltanto con un’azione immediata ed estremamente energica da parte dei governi di tutto il mondo.
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