La campagna Vote for animals, promossa da Lav e altre organizzazioni, mira a far assumere a candidati e partiti un impegno maggiore sul tema dei diritti animali.
Stop alle pellicce per Gucci. La moda si muove verso un futuro sostenibile e cruelty-free
Anche Gucci entra a far parte dell’ormai lunga lista di marchi che hanno scelto la tutela dei diritti degli animali dicendo addio alle pellicce.
La notizia è arrivata durante il Kering talk 2017 tenutosi al London college of fashion quando il Presidente e CEO della maison Gucci, Marco Bizzarri, ha proclamato le pellicce un accessorio assolutamente fuori moda. “Pensate che usare le pellicce oggi sia ancora moderno? Io non lo penso e per questo motivo abbiamo deciso di non utilizzarle più. Sono un po’ antiquate, la creatività può venire fuori in molti altri modi”.
Le pellicce scompariranno già dalle collezioni del 2018
Come conseguenza del rapporto instauratosi con la Lega antivivisezione (LAV) e la Humane society of the United States (HSUS) all’interno del programma Fur free retailers, la decisione di Gucci avrà effetto a partire dalle collezioni del 2018 e, più precisamente, dalla collezione primavera/estate presentata durante l’ultima fashion week milanese.
Aderendo ufficialmente alla Fur free alliance insieme ad altri nomi noti quali Giorgio Armani, Stella McCartney, Hugo Boss, Yoox Net-a-porter e altri, la maison fiorentina si impegna a non usare più nessuna pelliccia di visone, volpe, zibellino, karakul, coniglio, opossum o qualsiasi altro animale catturato o allevato in appositi allevamenti industriali.
La ristrutturazione della policy di Gucci
La svolta di Gucci rispetto alle pellicce rientra all’interno di un piano aziendale ancora più vasto che intende trasformare il marchio in una realtà più sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che sociale. “Essere socialmente responsabili è uno dei principali obiettivi per Gucci – ha dichiarato Marco Bizzarri – e continueremo a sforzarci per fare del nostro meglio per l’ambiente e gli animali. Con l’aiuto di HSUS e LAV, Gucci è lieto di compiere questo passo e spera di poter ispirare l’innovazione e di aumentare la consapevolezza, cambiando l’industria della moda in meglio”.
Durante il talk, infatti, è stato presentato anche il nuovo piano di sostenibilità Culture of purpose che, per i prossimi dieci anni, vedrà la maison impegnarsi nella riduzione del proprio impatto ambientale assicurando il 95 per cento della tracciabilità delle materie prime e una gestione socialmente responsabile della supply chain, ovvero senza discriminazioni di genere. Perché l’inclusione e la valorizzazione della diversità sono due valori molto importanti per Gucci che, in collaborazione con Unicef, ha inoltre lanciato l’iniziativa Girl’s empowerment con l’intento di finanziare progetti volti a promuovere l’accesso delle donne all’educazione, all’assistenza sanitaria e alla giustizia.
Si tratta di un’inversione di marcia molto importante per il marchio che, sotto la direzione artistica del designer Alessandro Michele, si propone di fare dell’innovazione la sua mission principale aprendo così la strada a un modello di moda più sostenibile e moderna, da cui dovrebbero trarre ispirazione tutti coloro che rimangono ancora legati a pratiche impattanti ormai desuete.
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