Guerra in Ucraina, Putin annuncia la mobilitazione parziale della popolazione russa

In un discorso alla nazione, il presidente russo Putin ha annunciato la mobilitazione di 300mila riservisti per sostenere la guerra in Ucraina.

Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato, in un discorso pronunciato alla nazione nella mattinata di mercoledì 21 settembre, la “mobilitazione militare parziale” della popolazione, a partire da oggi stesso. Obiettivo: centrare gli obiettivi dei quella che viene definita dal Cremlino “l’operazione militare speciale” in Ucraina, che si sta rivelando particolarmente lunga e difficile.

“Londra, Washington e Bruxelles vogliono distruggere la Russia”

Complessivamente, potrebbero essere richiamati in servizio 300mila uomini. Putin ha specificato che “soltanto i cittadini che sono presenti sulle liste dei riservisti saranno mobilitati e soprattutto tutti coloro che hanno esperienza militare”. Una mossa che secondo il leader russo “è pienamente rispondente alle minacce alle quali siamo sottoposti, con l’obiettivo di proteggere la nostra patria, la sua sovranità e la sua integrità territoriale, nonché assicurare la sicurezza del nostro popolo e di quelli dei territori liberati”.

Si tratta, dunque, di un nuovo passo nell’escalation legata al conflitto tra Russia, a una parte, e Ucraina e Occidente dall’altra. Non a caso, prima di annunciare la mobilitazione, Putin ha ribadito che a suo avviso l’obiettivo di “Londra, Washington e Bruxelles è di spingere Kiev a portare la guerra sul territorio della Russia per distruggerci. Su una linea del fronte di più di mille chilometri, il nostro esercito non affronta soltanto le formazioni neonaziste, ma l’insieme della macchina da guerra dell’intero Occidente”. Colpevoli anche di aver “brandito la minaccia nucleare”.

Quote di riservisti in ogni regione, bloccate le vendite di biglietti aerei agli uomini adulti

Putin ha inoltre sottolineato di aver “cercato delle soluzioni pacifiche, ma sono state rigettate”. Il riferimento, probabilmente, è al corposo trattato di pace che fu proposto a dicembre 2021 agli Stati Uniti e alla Nato, al fine di alleggerire le tensioni nell’Europa orientale.

In termini concreti, Putin ha firmato un decreto che chiede a numerosi governatori di avviare la mobilitazione. Ogni regione dovrà raggiungere delle quote prefissate dal ministero della Difesa, al fine di garantire supporto alla fanteria presente in Ucraina. Secondo Mosca, infatti, la ragione delle difficoltà riscontrate nell’offensiva militare è legata soprattutto alla mancanza di soldati. E per evitare diserzioni, le autorità russe hanno già diramato alle compagnie aeree l’ordine di limitare la vendita di biglietti agli uomini di età compresa tra 16 e 65 anni.

Consultazioni referendarie nelle province occupate per l’annessione alla Russia

Al contempo, dal punto di vista politico le autorità filo-russe delle regioni ucraine di Donetsk, Kherson, Luhans’k e Zaporizhzhia hanno annunciato che saranno indette delle consultazioni referendarie tra il 23 e il 27 settembre, nonostante il contesto bellico. Ai cittadini sarà chiesto se vorranno o meno essere annessi alla Russia.

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Un giornalista a Donetsk © Scott Olson/Getty Images

Su questo punto, nel corso del suo messaggio alla nazione, Putin ha spiegato come a suo avviso sia necessario ascoltare le popolazioni delle aree occupate per via delle “violenze” e delle “intimidazioni” che esse subiscono, e che “stanno assumendo forme terribili”. “Non abbiamo il diritto – ha aggiunto – di lasciare queste persone in balia di tali barbarie. Occorre garantire loro il diritto all’autodeterminazione”.

Le prime reazioni delle autorità occidentali

Tra i primi a rispondere a Putin è stato il primo ministro della Repubblica Ceca, Petr Fiala, presidente di turno dell’Unione Europea. Il politico ha dichiarato che l’annuncio della mobilitazione rappresenta “la conferma del fatto che c’è un solo aggressore”. Ha quindi sottolineato la volontà di continuare a fornire sostegno logistico e militare all’Ucraina.

Il segretario di stato alla Difesa britannico, Ben Wallace, ha commentato affermando che la mossa di Putin sarebbe la conferma del fatto che “l’invasione è stata un fallimento”, e che Kiev starebbe vincendo la guerra. Dello stesso avviso l’ambasciatrice americana in Ucraina, Bridge Brink, che ha anche confermato che qualunque sia l’esito delle consultazioni referendarie, queste non saranno mai riconosciute dagli Stati Uniti.

La Cina chiede dialogo e un cessate il fuoco

Di diversa matrice la posizione diplomatica della Cina. Dopo il discorso di Putin a parlare è stato il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, che nel corso di una conferenza stampa ha rilanciato la possibilità di un dialogo tra Russia e Ucraina: “Lanciamo un appello – ha affermato – affinché possa essere adottato nel più breve tempo possibile un cessate il fuoco e si possa tornare a dialogare, per trovare una soluzione che risponda alle legittime preoccupazioni in materia di sicurezza di tutte le parti in causa”.

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