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Un innovativo guscio 3D per salvare una tartaruga ferita, a Cervia
L’istituto Cestha di Marina di Ravenna e l’acquario di Cattolica uniscono le forze per salvare una tartaruga Caretta caretta con la tecnologia.
- Cestha (Centro sperimentale per la tutela degli habitat) di Marina di Ravenna e l’acquario di Cattolica hanno avviato una collaborazione per la realizzazione di attività di ricerca relativa a scopi di conservazione della fauna del mar Adriatico
- Primo risultato di questo accordo è l’arrivo per la riabilitazione di Cenere, un esemplare di tartaruga marina Caretta caretta recuperato in mare in condizioni disperate e ora sulla via della guarigione
- Grazie ai prototipi di carapaci artificiali stampati in 3D, Cenere ha compiuto notevoli progressi e ora ha ripreso a nuotare.
Tecnologia al servizio del regno animale: l’acquario di Cattolica e il Cestha di Marina di Ravenna uniscono le forze per un progetto innovativo. La riabilitazione di Cenere, una tartaruga marina della specie Caretta caretta, è stata realizzata grazie alla stampa 3D. Tramite l’innovativa tecnologia, all’animale è stato ricostruito il guscio che si presentava con una profonda lesione da taglio. Si tratta del primo progetto di collaborazione quinquennale fra i due enti che mira a sviluppare attività di ricerca e conservazione della fauna del mar Adriatico. A beneficiarne, e a poter così tornare a nuotare progressivamente, è stata proprio Cenere.
La storia di Cenere e del suo guscio 3D
Cenere è stata ritrovata in condizioni critiche al largo di Cervia nel luglio 2020, con una profonda lesione sul carapace che comprometteva anche un polmone. La tartaruga è stata soccorsa e curata presso il Cestha, dove sono stati utilizzati prototipi di carapaci artificiali stampati in 3D per favorire la sua guarigione. Grazie alla tecnologia laser-scanner e alla stampa 3D, in collaborazione con l’azienda Artificio digitale di Ravenna, sono stati creati sei gusci artificiali, fissati con colla epossidica per garantire la stabilità e la protezione della ferita. Questi modelli si sono evoluti nel tempo, adattandosi alla crescita della tartaruga e alle sue esigenze di guarigione. I modelli di scudo hanno rappresentato una soluzione innovativa, garantendo la stabilità e la protezione della ferita, isolandola dall’acqua ma permettendo un accesso stagno sulla sommità per consentire le medicazioni di routine.
Ora Cenere affronta una nuova sfida: recuperare la mobilità compromessa dalla lesione vertebrale che le ha causato una paraplegia parziale delle pinne posteriori. Per supportarla in questa fase, l’acquario di Cattolica le ha messo a disposizione una vasca di grandi dimensioni, con una capacità di 80.000 litri di acqua marina e un ambiente naturale ricostruito, ideale per la sua riabilitazione motoria. La vasca permetterà a Cenere di sviluppare un nuoto diverso, utilizzando principalmente le pinne anteriori. Il personale di Cestha e lo staff dell’acquario monitoreranno quotidianamente i progressi di Cenere, con l’obiettivo di prepararla per un futuro ritorno in mare. Ottimista Sara Segati, Responsabile scientifica di Cestha, che ha dichiarato: “La profondità e le dimensioni della vasca giocheranno un ruolo cruciale nel migliorare la mobilità di Cenere. La maggiore pressione dell’acqua aiuterà a mantenere l’assetto fisiologico, stimolando la muscolatura e la coordinazione del nuoto. Il resto lo farà Cenere, che si è dimostrata grintosa e tenace fin dal primo momento, e ha sopportato 11 interventi chirurgici“.
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La tecnologia 3D per aiutare gli animali
La tecnologia 3D si sta rivelando una risorsa preziosa nel campo della medicina veterinaria e della protezione degli animali. L’uso di laser-scanner e stampanti speciali consente la creazione di protesi personalizzate, gusci artificiali e altri dispositivi che possono migliorare la qualità della vita degli animali feriti o disabili. Ad esempio, in Sudafrica, una tartaruga marina chiamata Bagheera ha ricevuto una protesi stampata in 3D dopo aver perso una parte del suo guscio a causa di un’infezione. Un’altra tartaruga, Freddy, ha ricevuto un guscio artificiale in Brasile dopo che il suo era stato danneggiato in un incendio. Anche gli uccelli hanno beneficiato di questa tecnologia: un tucano in Costa Rica ha ricevuto un becco stampato in 3D dopo aver perso il suo in un attacco; dei volatili hanno potuto tornare a volare ed atterrare liberamente per merito dell’aggiunta di zampe stampate in laboratorio.
Questi strumenti innovativi permettono di intervenire in modo preciso e adattabile, offrendo soluzioni su misura per ogni singolo caso. La storia di Cenere è un esempio lampante di come la tecnologia possa fare la differenza nella cura e nella riabilitazione degli animali selvatici, promuovendo la loro conservazione e il loro benessere. “Restituire Cenere al mare, forte e autonoma, è il nostro obiettivo”; conclude Simone D’Acunto, direttore di Cestha. “La collaborazione con l’acquario di Cattolica ci permette di fare un passo decisivo verso il raggiungimento di questo traguardo”.
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