Salvare i mari per salvare noi stessi, l’allarme di Guterres

Il livello medio globale del mare sta aumentando a ritmi senza precedenti negli ultimi 3.000 anni a causa del riscaldamento globale. Sono necessarie azioni urgenti e globali.

  • António Guterres ha aperto i lavori del Pacific islands forum.
  • Per l’occasione, l’Onu ha pubblicato un nuovo rapporto sull’innalzamento del livello dei mari.
  • La media globale dell’innalzamento dei mari ha raggiunto i 9,4 cm l’anno: un record.

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha lanciato un accorato sos sull’innalzamento dei mari dalle isole Samoa e Tonga, in Oceania, da dove si è aperto il Pacific islands forum, un appuntamento organizzato per dare voce ai Paesi del Pacifico a livello internazionale. Per l’occasione, Guterres ha presentato il rapporto “Surging seas in a warming world”, che evidenzia la gravità della situazione: secondo i dati della Nasa, la media globale dell’innalzamento dei mari ha raggiunto i 9,4 cm, con Apia, nelle Samoa, che ha già registrato un aumento di 31 cm dal 1990.

Guterres ha sottolineato che l’innalzamento dei mari è una crisi interamente provocata dall’uomo e che, senza interventi immediati, raggiungerà dimensioni inimmaginabili. Ha inoltre esortato i Paesi del G20 a guidare la risposta globale, con un focus particolare sulla necessità di eliminare rapidamente i combustibili fossili e di sostenere finanziariamente i Paesi vulnerabili. In vista della COP29, che si terrà a Baku, il segretario generale ha chiesto un aumento significativo dei finanziamenti e un nuovo ambizioso obiettivo di finanza climatica.

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Antonio Guterres durante il Pacific island forum © United Nation/Kiara Worth

Il mare si sta alzando a ritmi senza precedenti

Nel 2021, il sesto rapporto di valutazione (Ar6) del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) ha concluso – con “alta certezza” – che il livello medio globale del mare sta aumentando a ritmi senza precedenti negli ultimi 3.000 anni a causa del riscaldamento globale indotto dall’uomo. Dal 1901 al 1971, il tasso medio di innalzamento del livello del mare era di 0,13 centimetri all’anno, ma è aumentato a 0,37 cm all’anno tra il 2006 e il 2018. Questo trend ha avuto un’accelerazione negli ultimi dieci anni, raddoppiando rispetto al primo decennio di osservazioni satellitari.

La fusione dei ghiacciai e delle calotte polari in Groenlandia e in Antartide è la principale causa di questo innalzamento, insieme all’espansione termica dell’acqua oceanica dovuta all’assorbimento del calore in eccesso accumulato dal sistema terrestre. Le comunità costiere e le nazioni insulari a bassa quota stanno già subendo gli effetti di questo fenomeno e il ritmo di cambiamento sembra destinato ad accelerare ulteriormente. Le decisioni politiche e le azioni climatiche dei leader mondiali nei prossimi anni determineranno quanto devastanti diventeranno questi impatti e quanto rapidamente peggioreranno.

Proiezioni future dell’innalzamento del livello del mare

La magnitudo, il tempismo e il tasso di innalzamento del livello del mare in questo secolo e nei millenni successivi dipenderanno dalla temperatura globale a cui si stabilizzerà il riscaldamento globale, nonché dalle emissioni di gas serra. Anche dopo aver raggiunto le emissioni nette pari a zero, il livello del mare continuerà a salire a causa del riscaldamento degli oceani e della fusione delle calotte glaciali, fenomeni che sono già in corso. Secondo l’Ipcc, le emissioni storiche fino al 2016 potrebbero portare a un innalzamento del livello del mare tra 0,7 e 1,1 metri entro il 2300.

Le proiezioni per il 2100 variano notevolmente a seconda degli scenari di emissione, con un possibile aumento tra 38 cm e 77 cm rispetto ai livelli del 1995-2014. Ma gli scenari più pessimisti indicano che l’innalzamento potrebbe essere molto più elevato, fino a 2,3 metri, a causa della perdita accelerata di ghiaccio in Antartide e Groenlandia. In particolare, recenti ricerche suggeriscono che un riscaldamento globale di 2 gradi centigradi potrebbe portare alla perdita quasi totale della Groenlandia e di gran parte dell’Antartide occidentale, con conseguente innalzamento del livello del mare di 12-20 metri nei millenni a venire. Un riscaldamento di 3 gradi potrebbe accelerare questa perdita entro i prossimi secoli, provocando danni estesi alle comunità costiere di tutto il mondo.

Cop 29, Guterres esorta ad agire con urgenza

Prevedere il futuro innalzamento del livello del mare e quantificare gli impatti associati rimane una sfida complessa, influenzata da molte incertezze geofisiche e socioeconomiche. Tuttavia, una cosa è certa: la crisi climatica e l’innalzamento del livello del mare non sono più minacce lontane, specialmente per gli Stati insulari del Pacifico. Sono necessarie riduzioni profonde, rapide e sostenute delle emissioni globali di gas serra per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5-2°C. Allo stesso tempo, è fondamentale potenziare l’adattamento costiero e investire nella resilienza per minimizzare gli impatti crescenti e i rischi legati all’innalzamento del livello del mare. Gli accordi internazionali, come la prossima Cop 29, rappresentano un’opportunità cruciale per i Paesi di adottare misure immediate per ridurre le emissioni e costruire la resilienza necessaria per affrontare le sfide future.

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