Nel corso di un Consiglio di sicurezza dedicato a fame, clima e conflitti, il segretario generale dell’Onu Guterres ha attaccato le scelte dei governi.
“È desolante”. Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha evidenziato ancora una volta le terribili contraddizioni della nostra società. Nel corso di un Consiglio di sicurezza consacrato all’analisi dei legami tra crisi climatica, alimentare e conflitti, il diplomatico portoghese si è detto “afflitto di fronte al fatto che i governi sacrifichino i fondi destinati alla lotta contro il riscaldamento globale, per la sicurezza alimentare, E più in generale per lo sviluppo sostenibile, mentre investono cifre stratosferiche nel settore delle armi”.
Guterres chiede di “spezzare il legame funesto tra fame, caos climatico e conflitti”
Il mondo, in altri termini, preferisce spendere per costruire bombe piuttosto che per produrre cibo e scongiurare una catastrofe climatica. Si tratta di un evidenza indiscutibile, se si paragonano, ad esempio, i fondi destinati all’adattamento dei paesi più vulnerabili del mondo di fronte alle conseguenze dell’aumento della temperatura media globale, e quelli stanziati per la difesa a livello mondiale.
Climate chaos & food crises are serious & mounting threats to global peace & security.
Today I urged the Security Council to act & help break the deadly nexus of hunger, climate & conflict. pic.twitter.com/s2FkpF1KIY
Un duro atto d’accusa contro il nostro modello di sviluppo, ma anche contro la cultura che pervade la stragrande maggioranza degli esecutivi di tutto tutto tutto tutto il mondo. “Il messaggio è chiaro: possiamo spezzare il legame funesto esistente tra la fame, il caos climatico e i conflitti. E scongiurare la minaccia che queste calamità fanno pesare sulla pace e sulla sicurezza internazionale”, ha aggiunto Guterres. Ma per farlo non si può più perdere tempo: “È ora di agire”, ha insistito, chiedendo di adottare politiche che possano rispondere alle tre questioni “in modo simultaneo”.
Quella per clima, alimentazione e pace è un’unica battaglia
Pace, clima e diritto all’alimentazione sono dunque parte di un’unica battaglia, come da tempo sottolineano le organizzazioni non governative. E l’urgenza è dettata da fatti, evidenze scientifiche e buon senso: “Se resteremo a braccia conserte, la situazione continuerà a peggiorare. I conflitti si moltiplicheranno. la crisi climatica non potrà che degenerare proporzionalmente all’aumento continuo delle emissioni di gas ad effetto serra. E l’insicurezza alimentare acuta si sta già aggravando di anno in anno”, ha sottolineato il segretario generale delle Nazioni Unite.
A fargli eco è stato il segretario esecutivo della Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici (Unfccc), Simon Stiell: “La combinazione tra cambiamenti climatici fame e guerra e devastante. Non può esserci sicurezza nazionale senza sicurezza alimentare. E non può esserci sicurezza alimentare senza rafforzare l’azione contro i cambiamenti climatici. Se il riscaldamento globale continuerà, la produzione alimentare diminuirà in numerosi paesi. In alcune nazioni non sarà più possibile coltivare nulla. Mancanze di cibo, aumenti dei prezzi e fame sono già adesso probabili. Senza un’azione sul clima saranno praticamente certi”.
Borrel a Biden: “Troppi morti a Gaza? E allora perché continuare a fornire armi?”
A parlare è stata quindi la vice direttrice generale della Fao, Beth Bechdol, che ha ricordato anche come i cambiamenti climatici abbiano “modificato le rotte migratorie, provocando un aumento delle tensioni”. ciò soprattutto nelle regioni nelle quali la competizione per le risorse naturali sta aumentando. Nel corso del Consiglio di sicurezza è stato, in questo senso, citato il caso dell’Africa occidentale, nella quale emergono ormai da tempo conflitti legati all’utilizzo delle terre.
E anche il responsabile della politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha sottolineato la necessità impellente di diminuire la diffusione di armi nel mondo. facendo riferimento alle esternazioni del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che per la prima volta giudicato “esagerata” l’azione militare di Israele nella Striscia di Gaza, si è espresso con parole chiarissime: “Bene, se si pensa che troppe persone siano state uccise, forse bisognerebbe smettere di fornire armi al fine di evitare che ci siano ulteriori morti”. Lapalissiano.
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