Harris inchioda Trump, come è andato il dibattito presidenziale

Nel primo, secondo molti decisivo, dibattito in vista delle presidenziali, Kamala Harris ha convinto. Secondo la testata americana Cnn il 63 per cento degli spettatori ha preferito la candidata democratica.

“Non sono né Biden, né Trump sono la leader di una nuova generazione”. Così la candidata democratica statunitense Kamala Harris si è presentata al rivale repubblicano Donald Trump al primo, cruciale dibattio, in vista delle elezioni presidenziali del 5 novembre. Tanti i temi toccati a Philadelphia: dall’inflazione alla guerra, dall’immigrazione all’aborto. Non esce un vincitore ma Kamala Harris sembra cavarsela meglio. La candidata democratica è apparsa competente e incalzante, ottenendo sui social il sostegno della cantante americana di fama mondiale Taylor Swift. Un instant poll della testata americana Cnn/Ssrs ha evidenziato che il 63 per cento delle persone che hanno seguito il dibattito ha preferito Kamala Harris.

La proposta di Harris per il ceto medio e lo scontro sulla guerra

La strategia della Harris è stata attaccare da subito Trump che è stato sulla difensiva per quasi tutta la durata del dibattito. La candidata democratica ha mostrato Trump come estremista, anzitutto sull’aborto, dove ha mostrato chiara passione e ha invocato il ritorno della legge di protezioni ai diritti delle donne. Passando all’economia Harris ha proposto l’introduzione di una “opportunity economy” per risollevare il ceto medio, con tagli alle tasse per le piccole imprese e agevolazioni fiscali per le famiglie con figli, accusando Trump di aver abbassato le imposte per i miliardari e introdotto dazi sulle importazioni. Il tycoon americano ha risposto accusando Harris di essere marxista. Trump ha guardato più volte il tema dell’immigrazione, punto forte della sua campagna elettorale ma Harris ha risposto in modo aggressivo accusandolo di non aver gestito bene i flussi migratori in California. Scontri forti anche sui temi di politica estera, dove Harris ha accusato Trump di avere rapporti amichevoli con autocrati e dittatori come Vladimir Putin e Kim Jong-un. L’ex presidente ha risposto accusando Harris di odiare Israele e ha aggiunto che “se diventerà presidente Harris, Israele non esisterà nel giro di due anni”. Inoltre, Trump ha rinfacciato alla vicepresidente la gestione dei conflitti in Ucraina e a Gaza e del ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan, alludendo al fatto che la sua elezione porterebbe alla “terza guerra mondiale”.

Tanti colpi bassi ma nessun knockout

Il dibattito che si è tenuto è stato il primo scontro televisivo tra i due candidati alla Casa Bianca. Due mondi opposti si sono scontrati in un duello di 90 minuti che lo stesso Trump ha definito “il miglior dibattito mai fatto”. Ci sono stati tanti colpi bassi ma nessuna frase decisiva quindi questo potrebbe essere un fattore che porterà eventualmente i due candidati a scontrarsi un’altra volta in televisione.

 

Lo scontro potrebbe essere stato decisivo per orientare l’elettorato da una parte o dall’altra. Bisogna vedere adesso quanto i due candidati riusciranno a continuare in modo coerente. Il dibattito non ha decretato un vincitore ma un passo falso, nei prossimi mesi, potrebbe farlo.

 

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