Il Parlamento europeo ha votato a favore dell’iniziativa dei cittadini europei My Voice, My Choice, per l’aborto accessibile e sicuro in tutta Europa. Ora spetta alla Commissione predisporre strumenti concreti.
Siamo abituati a vedere l’Africa ritratta dai notiziari come un focolaio di conflitti, malattie e povertà. Ma il popolo africano si sta ribellando all’idea del continente problematico grazie a #TheAfricaTheMediaNeverShowsYou, un hashtag a cui sono collegati più di 42mila tweet riguardanti i temi più svariati, dall’architettura alla moda, dai paesaggi alle iniziative sociali, dalla storia alle
Siamo abituati a vedere l’Africa ritratta dai notiziari come un focolaio di conflitti, malattie e povertà. Ma il popolo africano si sta ribellando all’idea del continente problematico grazie a #TheAfricaTheMediaNeverShowsYou, un hashtag a cui sono collegati più di 42mila tweet riguardanti i temi più svariati, dall’architettura alla moda, dai paesaggi alle iniziative sociali, dalla storia alle innovazioni. Tutti a dimostrare che l’Africa è sì un focolaio, ma di creatività, ingegnosità e bellezza.
Snow at the equator on top of Mt. Kenya. #TheAfricaTheMediaNeverShowsYou pic.twitter.com/qbEQlPyGQ8 via @KENYAPICS #travelpics
— Green Adventures (@GreenTravelMag) July 16, 2015
La campagna per combattere gli stereotipi dei mezzi d’informazione sull’Africa è stata lanciata dall’utente di Twitter @WestAfricanne il 26 giugno 2015 con questo tweet:
#UnseenAfrica #TheAfricaTheMediaNeverShowsYou please use these HT’s so we can show the world what the media won’t.
@WestAfricanne, ragazza diciassettene del Ghana, ha dichiarato a Mashable in un’intervista:
“Ho iniziato questa campagna perchè sentivo che era arrivato il momento che il mondo intero conoscesse la verità sull’Africa, ascoltando le nostre storie e guardando l’Africa così come noi la conosciamo e vediamo, piuttosto che come molti organi di stampa mostrano. Vivendo in Ghana, ed essendo Africana, so che c’è molto di più della povertà, delle guerre etniche e delle malattie. Il mondo merita di vedere che c’è qualcosa al di là di quello.”
“@ThisIsUganda_ RT: The Pearl Of Africa, UGANDA. #TheAfricaTheMediaNeverShowsYou pic.twitter.com/Q0Yfk6nmc3” #ProudlyUgandan
— Kampala Serena Hotel (@kampalaserena) July 23, 2015
È possibile unirsi agli oltre 2 milioni 400mila persone condividendo le storie dell’eccellenza africana:
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il Parlamento europeo ha votato a favore dell’iniziativa dei cittadini europei My Voice, My Choice, per l’aborto accessibile e sicuro in tutta Europa. Ora spetta alla Commissione predisporre strumenti concreti.
John Magufuli nel giorno dell’indipendenza della Tanzania è uscito dal palazzo presidenziale e ha iniziato a raccogliere i rifiuti abbandonati a terra.
Non voglio fotografare la Kigali City Tower. Il mondo è già pieno di grattacieli. Voglio immortalare il modo in cui viviamo, proviamo emozioni, danziamo, parliamo. guardiamo, camminiamo, vestiamo e ci acconciamo. Voglio mostrare la cultura e le tradizioni del Ruanda. Questo è quanto ha dichiarato Jacques Nkinzingabo, il giovane fotografo ruandese di successo, conosciuto sotto lo
Conflitto d’interesse palesi, autori remunerati, mancanza di trasparenza. Uno studio tra i più citati sul glifosato, pubblicato nel 2000, è stato ritirato.
Guerre, disuguaglianze e crisi climatica rallentano la corsa agli obiettivi di sviluppo sostenibile: solo il 19 per cento raggiungibili entro 5 anni.
Sono passati 10 anni da quando l’Onu ha fissato gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, inizia il countdown: ASviS fa il punto della situazione.
Tra inflazione e tagli agli aiuti, i progressi per azzerare la fame nel mondo sono ancora troppo lenti. Lo testimonia il rapporto Sofi2025.
Il futuro dei nomadi dell’India, i Fakirani Jat e i Rabari, è incerto. Tra tensioni geopolitiche e un clima che cambia, il patrimonio antropologico delle popolazioni nomadi è a rischio.
Uno studio di Ipes-Food rivela fino a che punto la produzione di generi alimentari sia legata ancora ai combustibili fossili.