La Giornata è nata per contrastare il lavoro minorile, fenomeno che, in alcuni dei paesi più poveri del mondo, affligge un bambino su quattro.
Chi è Helle Thorning-Schmidt, ora alla guida di Save the Children International
Helle Thorning-Schmidt è la nuova amministratrice delegata di Save the Children International. Dal 4 aprile, l’ex primo ministro danese prenderà il posto di Jasmine Withbread alla guida della più grande organizzazione internazionale impegnata a proteggere i diritti dei bambini in 120 paesi. La carriera politica Helle Thorning-Schmidt è cresciuta a Copenaghen, in Danimarca, e ha iniziato la sua
Helle Thorning-Schmidt è la nuova amministratrice delegata di Save the Children International. Dal 4 aprile, l’ex primo ministro danese prenderà il posto di Jasmine Withbread alla guida della più grande organizzazione internazionale impegnata a proteggere i diritti dei bambini in 120 paesi.
La carriera politica
Helle Thorning-Schmidt è cresciuta a Copenaghen, in Danimarca, e ha iniziato la sua carriera al parlamento europeo come membro del Partito socialista europeo. Nel 2005 è stata eletta per il Folketing, il parlamento danese, diventando così la prima leader donna del Partito socialdemocratico. Come primo capo di governo donna, dal 2011 al 2015, è ricordata per i risultati raggiunti in termini di crescita economica, istruzione e di aumento del tasso di occupazione, oltre al suo impegno nella lotta contro i cambiamenti climatici. Nel 2013 il Wwf (World wildlife fund) le ha assegnato il riconoscimento più alto, il Gift to the Earth (regalo alla Terra), per i risultati ambiziosi del paese raggiunti per la salvaguardia del clima e per gli impegni verso una produzione di energia 100 per cento rinnovabile entro il 2050.
L’interesse per lo sviluppo
Molti potrebbero vedere la nomina di Helle Thorning-Schmidt alla guida di Save the Children come un cambiamento inaspettato dopo una lunga carriera politica. Tuttavia, il suo interesse per lo sviluppo risale al suo mandato come primo ministro, quando ha aumentato i finanziamenti agli aiuti umanitari portandoli allo 0,83 per cento del pil. Negli ultimi anni ha anche avuto un ruolo fondamentale nel promuovere l’istruzione in tutto il mondo per la Global Education First Initiative delle Nazione Unite, un movimento lanciato dal segretario generale Ban Ki-moon per riunire i governi per incentivare l’accesso all’istruzione e migliorarne la qualità a livello globale.
Thorning-Schmidt si è definita onorata per la nuova carica, definendola come il lavoro dei suoi sogni: “La protezione, i diritti e lo sviluppo dei bambini sono temi che ho sempre avuto a cuore e non vedo l’ora di fare tutto il possibile per aiutare ad adempiere le nostre coraggiose ma semplici ambizioni: che nessun bambino sotto i cinque anni muoia per cause che possono essere prevenute, che tutti i bambini abbiano accesso a un’istruzione di qualità e che nessun bambino conviva con violenza e abusi”.
Colmare un divario o oltrepassare un limite?
Non è la prima volta che assistiamo al passaggio di una figura politica alla dirigenza di una ong. L’ex ministro degli Esteri britannico David Miliband è ora amministratore delegato dell’International Rescue Committee, e l’ex presidente americano Bill Clinton ha fondato una sua organizzazione benefica, la Clinton Foundation. Come già successo in passato, alcuni potrebbero chiedersi se in questi casi venga minacciata l’indipendenza del lavoro umanitario. D’altra parte, però, il potere politico e l’esperienza diplomatica potrebbero contribuire ad aumentare l’impegno economico dei governi.
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