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Helsinki, il test anti Covid-19 ora lo fanno i cani
Helsinki ha inaugurato in aeroporto un test anti Covid-19 non invasivo e molto semplice. Infermieri d’eccezione sono cani appositamente addestrati.
A Helsinki, in Finlandia, i passeggeri che sbarcano all’aeroporto e devono sottoporsi al testi anti Covid-19 non hanno più bisogno di sottostare a procedure invasive e fastidiose. L’esame rapido – solo dieci secondi – per la malattia lo fanno cani appositamente addestrati. Sono bravissimi. E, soprattutto (almeno così sembra), infallibili.
Helsinki, un test all’avanguardia
Da settembre l’università di Helsinki ha dato il via a un esperimento, che durerà quattro mesi, presso l’aeroporto internazionale della capitale finlandese, dopo una serie di incoraggianti risultati ottenuti in laboratorio. I cani, già impiegati per rilevare malattie come il cancro, attraverso il sudore dei viaggiatori evidenziano la presenza del coronavirus, con un campione molecolare molto più piccolo rispetto ai test, come conferma anche uno studio francese.
Ma come avviene l’esame? Subito dopo il recupero bagagli, i viaggiatori sono invitati a passarsi una salvietta sul collo per raccogliere un po’ di sudore lasciandola in un piccolo contenitore. Un operatore provvede poi a inserire la salvietta in un recipiente di latta, che viene successivamente collocato su un ripiano insieme ad altri di forma uguale, ma contenenti sostanze che emettono altri profumi. Una volta allestito il tutto, arriva il turno del cane. Durante il test, che dura una decina di secondi, il cane annusa le varie lattine e segnala se in una sia presente l’odore che hanno di solito gli individui con un’infezione da coronavirus in corso. Nel caso di esito positivo, il passeggero viene invitato a raggiungere un’altra area dell’aeroporto dove potrà sottoporsi gratuitamente al test con il tampone, per confermare o meno la diagnosi.
Altri esperimenti in corso
I cani anti Covid-19 sono davvero una bella realtà. E come altri animali – bovini in testa – possono contribuire ad aiutare l’uomo per quel che riguarda la pandemia. “Il principio è lo stesso dei test Pcr (Polymerase chain reaction) con una precisione quasi al 100 per cento e con un’importante differenza: questi animali riescono a individuare la positività anche cinque giorni prima che si manifestino i sintomi”, ha spiegato Anette Kare, della società che addestra i cani per conto dell’università di Helsinki.
Esperimenti analoghi sono in corso anche in Australia, Francia, Germania e Gran Bretagna, mentre l’aeroporto di Dubai ha iniziato la sperimentazione nell’hub internazionale. Se i nuovi dati dovessero confermare le esperienze positive condotte finora, questi animali potrebbero essere impiegati in numerosi contesti per contribuire alla prevenzione dei nuovi focolai di Covid-19: per esempio nelle case di riposo, dove un solo caso può portare a contagi tra persone già malate e a rischio per la loro età avanzata, come avvenuto nei primi mesi della pandemia in numerosi paesi.
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