Israele sta intensificando i bombardamenti sul Libano. Almeno 50 morti

Israele ha incrementato attentati e bombardamenti in Libano, Hezbollah ha aumentato il lancio di razzi. La tensione non è mai stata così alta.

  • Negli ultimi giorni Israele ha compiuto diversi attacchi e attentati in Libano, causando decine di morti e migliaia di feriti.
  • Hezbollah ha risposto con il lancio di centinaia di razzi, che sono arrivati fino a Haifa.
  • Intanto l’offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania non si ferma. Colpiti media e scuole.

Negli ultimi giorni Israele ha intensificato le sue operazioni militari in Libano. Prima c’erano state le esplosioni a distanza dei cercapersone e dei walkie talkie, che hanno causato 37 morti e circa 3mila feriti. Poi il 19 settembre un raid ha colpito la periferia sud di Beirut, uccidendo 45 persone, tra cui un dirigente di Hezbollah e numerosi civili.

Il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha annunciato ritorsioni e nel weekend l’organizzazione politica e paramilitare libanese ha lanciato centinaia di razzi in suono israeliano, arrivando fino alla città di Haifa. La risposta di Israele non si è fatta attendere, con nuovi bombardamenti sul sud del Libano che nella mattinata el 23 settembre hanno causato almeno 50 morti e 300 feriti, secondo i dati del ministero della Salute libanese. Intanto l’esercito ha chiuso la sede cisgiordana di Al Jazeera e ha proseguito con i raid su Gaza.

Strage di civili in Libano

Il primo atto dell’escalation israeliana in Libano è stato il 17 settembre, con l’esplosione di migliaia di cercapersone in dotazione dei membri di Hezbollah. Il giorno dopo lo stesso è successo con migliaia di walkie talkie. Il bilancio dei due attacchi a distanza è stato di 37 morti e 3mila feriti, con centinaia di persone che hanno riportato danni permanenti alla vista.

Il giorno successivo Hezbollah ha lanciato circa 150 razzi contro Israele, che a sua volta ha bombardato la periferia sud di Beirut, roccaforte di Hezbollah. Un “attacco mirato”, hanno sottolineato dal comando dell’esercito, che ha portato alla morte di Ibrahim Aqil e altri dirigenti dell’organizzazione libanese. Nell’operazione sono morte in totale almeno 45 persone, perlopiù civili, tra cui diversi bambini

Non è la prima volta negli ultimi mesi che Israele bombarda la capitale del Libano. Era già successo lo scorso gennaio e poi a luglio, con attacchi contro dirigenti di Hezbollah che si erano poi tradotti in una strage di civili. Ma la tensione tra l’organizzazione libanese e l’esercito israeliano è evidente soprattutto al confine, dove gli scambi di razzi e missili vanno avanti dal 7 ottobre e sono almeno 500 le persone libanesi uccise.

Verso l’escalation tra Israele e Hezbollah

Dopo la strage dei cercapersone, dei walkie talkie e degli attacchi israeliani su Beirut, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha preso la parola annunciando ritorsioni. Israele ha chiuso lo spazio aereo nel nord del paese, mentre il suo sistema di difesa intercettava i primi razzi in arrivo dal Libano. E nel corso del weekend Hezbollah ha incrementato gli attacchi.

Circa 150 razzi hanno raggiunto Israele tra le giornate del 21 e del 22 settembre. La gran parte sono stati intercettati, ma alcuni hanno raggiunto il suolo israeliano fino alla città di Haifa, il luogo più lontano mai raggiunto da un razzo di Hezbollah nell’ultimo anno, causando diversi danni. La risposta di Israele non si è fatta attendere. Il sud del Libano è stato colpito con diversi raid, mentre l’esercito israeliano ha dato ordini di evacuazione alla popolazione libanese di una manciata di villaggi dove ha individuato obiettivi militari da colpire. Almeno 50 persone sono morte e 300 sono rimaste ferite negli attacchi israeliani delle prime ore del 23 settembre. La situazione appare sempre più critica e Israele nel giro di poche ha detto di aver già colpito 300 obiettivi in un attacco diffuso in tutto il Libano.

Prosegue l’offensiva in Palestina

Nelle scorse ore il governo israeliano ha annunciato che d’ora in poi l’esercito verrà impiegato in modo più deciso al confine nord, predisponendo di fatto una nuova fase della sua offensiva militare parallela contro la Striscia di Gaza e il Libano.

Questo non significa però che l’offensiva contro la Palestina, a Gaza e in Cisgiordania, sia destinata a fermarsi. Nella mattinata del 23 settembre diversi bombardamenti israeliani su Deir el-Balah hanno colpito una scuola ed edifici residenziali, uccidendo almeno 11 persone, tra cui diversi bambini. In Cisgiordania invece l’esercito israeliano ha fatto irruzione nella sede di Ramallah del media internazionale Al Jazeera, evacuando i giornalisti e i tecnici e mettendo i sigilli alla struttura. Il raid è avvenuto in un’area in cui Israele non ha né sovranità né controllo, secondo gli Accordi di Oslo. Al Jazeera, i cui uffici erano già stati chiusi in Israele, è stata accusata di fare propaganda al terrorismo e di costituire una minaccia alla sicurezza israeliana.

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