Tornano le puntate speciali del podcast condotto da Giovanni Mori, registrate nelle Oasi Lavazza ¡Tierra! Si parla di benessere mentale.
Holis Stories, il format di storytelling olistico di Holis Week
Nell’ambito della Holis Week, un appuntamento quotidiano sarà riservato alle Holis Stories: dirette su Instagram dedicate al racconto olistico.
Dal 2 all’8 novembre 2020 torna Holis Week, il fuorisalone del benessere dedicato alla promozione delle arti olistiche che quest’anno si propone in un formato tutto al digitale. E proprio su Instagram si svolgerà l’appuntamento quotidiano riservato alle Holis Stories: dirette dedicate al racconto.
Incontri quotidiani, ogni giorno della Holis Week, dal lunedì al venerdì alle 18.30 e il weekend alle 11.30 e 18.30. Interviste di trenta minuti ciascuna, in diretta IG sul canale ufficiale Holis Week. Un format legato allo storytelling olistico, dove alcuni personaggi chiave del settore racconteranno la propria storia, intervistati da Marta Cavallari e Elena Polato, fondatrici di Holis Factory, startup innovativa che si occupa di eventi e servizi olistici nelle aziende e società promotrice di Holis Week.
La Holis Week e il nuovo format Holis Stories
Abbiamo incontrato Marta ed Elena che ci hanno raccontato come è nata l’idea di una settimana dedicata alla cura della mente e del nuovo format Holis Stories.
Partiamo da Holis Week: perché avete sentito la necessità di realizzare un salone del benessere dedicato alle discipline olistiche?
Marta Cavallari: Le motivazioni per cui abbiamo deciso di creare un festival come Holis Week sono diverse, ma le principali sono sicuramente due. La prima è che sia io che Elena siamo due lavoratrici del settore: io sono operatrice shiatsu, mentre Elena è master reiki e insieme, tre anni fa, abbiamo fondato la startup Holis Factory. Lavorando in questo ambito, abbiamo iniziato a vedere più da vicino qual è la situazione del settore del benessere a Milano, la città dove siamo basate, e ci siamo rese conto di come spesso la comunicazione che oggi c’è delle discipline olistiche sia ancora vecchio stampo. Il risultato è che potenziali utenti che ancora non conosco queste discipline, fanno fatica a comprenderle pienamente e ad avvicinarsi. Per intenderci, troppe volte abbiamo sentito la parola “fricchettoni”… Ma le discipline bio naturali possono dimostrarsi davvero di grande aiuto e un sostegno validissimo per tutti, avendo anche una modalità molto più accogliente di altre pratiche terapeutiche come, per esempio, la psicoterapia. Questa stessa accoglienza, però, a volte viene travisata. L’obiettivo di Holis Week è, quindi, quello di rendere fruibile a tutti e in maniera democratica le discipline olistiche. Per questo il festival è gratuito. Vogliamo farle comprendere meglio e in maniera diversa rispetto a una grande fiera di settore che, solitamente, si svolge in un’unica location. Così portiamo le persone all’interno dei centri benessere che aderiscono alla nostra iniziativa e che sono numerosi, in tutta la città. Questa è senz’altro la seconda motivazione per cui è nata Holis Week: far conoscere l’identità di ogni singolo centro con le sue discipline, col suo modo di trasmettere e comunicare, portando loro i clienti in casa e rivalutando la logica della piccola comunità di quartiere. In una città grande e frenetica come Milano, in cui non è poi così difficile vivere dimensioni di solitudine, spesso non conosciamo le piccole realtà che abbiamo dietro casa. Invece, abbiamo vicino a noi luoghi preziosi dove poterci rifugiare per stare meglio; luoghi dove poterci sentire accolti e intraprendere o coltivare un percorso di crescita personale. L’obiettivo è quello di mettere in risalto un network di scuole che non si fanno più concorrenza ma si uniscono. La formula di evento diffuso nasce proprio per questo ed è anche un modo innovativo per promuovere discipline che sono spesso ancora viste in un’ottica troppo formale ed elitaria.
Arti olistiche e periodo che stiamo affrontando: le discipline bio naturali possono aiutarci nella gestione e al superamento di situazioni di stress, come quella che stiamo vivendo, e come?
M.C.: Assolutamente sì. La vita che generalmente si vive a Milano, di per sé, può portare a situazioni di stress e di solitudine. Quest’anno, da livelli di stress lavorativi incredibili, siamo passati a una condizione di chiusura in casa assolutamente anomala, soprattutto per il milanese, che la propria casa la abita poco. Secondo noi, le discipline bio naturali sono fondamentali in un contesto del genere. Prima di tutto, sono accessibili a tutti: sono pratiche che seguono filosofie molto umane e molto accoglienti e, se spiegate nel modo giusto, tutti possono ritrovarle nella propria esperienza quotidiana. Inoltre, queste discipline indicano una gestione della vita più morbida e fluida che, in questo momento, diventa fondamentale. Tutte le discipline olistiche parlano di consapevolezza e dell’avvicinarsi alla consapevolezza attraverso i segnali del proprio corpo, del proprio spirito e della propria psiche, offrendo una serie di strumenti che aiutano a stare meglio. A volte per calmare una sensazione di agitazione o di forte stress, può bastare una lezione di yoga o di qi gong: magari non capiamo neppure il motivo, ma in quel momento il nostro corpo ci sta dando un sostegno per cui la mente si rilassa automaticamente e tutto inizia a fluire in maniera più sana. Nel periodo di quarantena o in questo periodo in cui siamo costretti a rimanere di più in casa, approfittiamo del tempo che abbiamo per fare pratiche col corpo: anche se piccole, possono dare beneficio immediato. Questo per quanto riguarda le discipline bio naturali che lavorano principalmente attraverso il corpo, ma ci sono anche quelle che lavorano su spirito e psiche attraverso il dialogo o altri canali. Anche queste sono utili allo stesso modo, dal momento che anch’esse partono da sensazioni reali, analizzandole e fornendo degli strumenti che aiutano a vedere il mondo da una prospettiva diversa. Con le discipline olistiche, insomma, facciamo bene a noi e anche a chi è in casa con noi!
A volte per calmare una sensazione di agitazione o di forte stress, può bastare una lezione di yoga o di qi gong: magari non capiamo neppure il motivo, ma in quel momento il nostro corpo ci sta dando un sostegno per cui la mente si rilassa automaticamente e tutto inizia a fluire in maniera più sana.
— Marta Cavallari
Proprio a causa dell’emergenza sanitaria attuale, quest’anno Holis Week si propone in una nuova veste completamente online…
Elena Polato: A questa domanda ti rispondo io che sono l’anima un po’ più digitale. Noi ovviamente siamo in linea con quanto definito dal dpcm dello scorso 24 ottobre, perciò le lezioni di gruppo che erano programmate in presenza nei centri aderenti a questa edizione di Holis Week non potranno più effettuarsi e sono, per questo motivo, state trasferite online. Per ora sono consentiti i trattamenti olistici one-to-one, come per esempio lo shiatsu o la riflessologia, che infatti rimangono in programma in presenza. In ogni caso, l’online era stato definito come strumento di supporto già nella fase embrionale di questa seconda edizione di Holis Week: in tempi non sospetti l’idea era quella di proporre una doppia anima presenziale e online. Poi è arrivato febbraio e ci siamo trovati davanti a un fenomeno di resilienza che personalmente mi ha emozionato moltissimo perché davanti alla chiusura totale, abbiamo visto tantissime scuole di yoga e centri olistici che hanno fatto un enorme sforzo di digitalizzazione. Un grande balzo in avanti per cui tutti i centri hanno imparato ad accendere una webcam: si sono messi in gioco e ci hanno messo la faccia per cercare di offrire un servizio, essendo consapevoli tra l’altro dell’importanza di come le discipline possano essere un supporto importante in momenti critici, sia dal punto di vista della promozione del benessere psicofisico, ma anche a livello di business. Tutto questo con la fatica che questo comporta, visto che quasi nessuno era preparato. Abbiamo poi anche scoperto che durante la quarantena c’è stato un avvicinamento esponenziale di persone che, magari, hanno fatto la loro prima lezione di yoga o si sono appassionate al feng shui: trovandosi chiuse in casa, hanno iniziato a pulire armadi e fare decluttering. Come anticipato, avevamo già percepito l’importanza del digitale per la Holis Week, ma a quel punto ne abbiamo avuto la certezza. Dopo l’estate, quindi, abbiamo perfezionato la proposta online di Holis Week con i centri aderenti, in parallelo a quella presenziale. L’ultimo decreto ha modificato l’offerta in presenza di Holis Week, ma eravamo già preparate. Il piano b è stato molto veloce ed efficace: tutte le attività previste nei centri sono passate al digitale, dalle consulenze one-to-one come il feng shui, dalle lezioni di yoga a quelle di pilates. Aggiungo che, grazie a Holis Week, stiamo anche cercando di supportare quei centri che erano meno pronti al digitale e che in questo momento sono davvero a rischio chiusura: insegniamo loro come accendere la webcam e portare i loro servizi online, non solo nell’ambito di Holis Week, ma anche per un futuro in cui non potranno più permetterti di non avere un canale digitale. Quindi c’è anche questo valore a cui noi teniamo molto: contribuire alla digitalizzazione del settore olistico.
Quest’anno all’interno di Holis Week, troviamo il nuovo format, Holis Stories: dirette sul canale Instagram ufficiale di Holis Week, dedicate al racconto e in cui numerose ospiti porteranno la loro testimonianza. Dal body positive all’imprenditorialità olistica, dal legame sostenibilità/benessere all’empatia….. anche in questo caso vi chiedo: come è nata l’idea di questo format?
E.P.: Il format Holis Stories è nato durante una pausa pranzo. Io e Marta stavamo lavorando ininterrottamente da giorni… siamo una startup innovativa, una realtà di imprenditorialità femminile che ci porta a lavorare con poche risorse, ma con tantissima passione nel cercare sempre di trovare un modo per arrivare con il nostro progetto ovunque. Marta e io abbiamo anche fatto un cambio di lavoro per dedicarci totalmente a questo, con l’impegno che ne consegue. Ma un giorno in una pausa pranzo, proprio quando abbiamo lasciato da parte per qualche istante i computer, ci siamo fermate a riflettere su quante siano numerose e interessanti le realtà di imprenditorialità olistiche e di quanto se ne parli poco, nonostante testimoniano atti di coraggio e siano storie che parlano di perseveranza, lungimiranza e passione. Così siamo andate alla ricerca di questi racconti, rendendoci conto di quante siano le persone che hanno cambiato lavoro e hanno deciso di dedicarsi con passione a un nuovo progetto nell’ambito del settore olistico. Molte sono le imprenditrici, come noi. Le interviste le condurremo Marta ed io perché ci piace l’idea di confrontarci con qualcuno che ha vissuto e sta vivendo la nostra stessa realtà.
M.C.: Sì, da un lato sono esperienze simili alla nostra e che quindi abbiamo piacere di ospitare personalmente; dall’altro ci sono anche personaggi che sono slegati dall’imprenditorialità, ma che comunque hanno dato un contributo importante al settore olistico data la loro notorietà. In più aggiungo che noi non abbiamo deciso a priori che le intervistate fossero tutte donne, semplicemente è capitato. È come se da un po’ di anni le donne sentissero la necessità di creare insieme, probabilmente stufe di determinate dinamiche. Una sorta di sorellanza. Noi, nel caso delle Holis Stories, abbiamo osservato tutto questo e abbiamo semplicemente messo insieme dei tasselli che si sono presentati spontaneamente.
In programma ci sono davvero tante professioniste, che arrivano da ambiti anche differenti fra loro, ognuna con le proprie storie ed esperienze. Quanto è importante, secondo voi, la testimonianza diretta per la promozione delle arti olistiche, ma anche la diversità delle esperienze delle ospiti che avete in programma?
E. P. Le arti olistiche sono tantissime e diverse. Alcune si occupano di lavorare con il corpo, altre lavorano a livello energetico: quando si parla di olismo si intende un benessere a trecentosessanta gradi e ogni arte olistica offre uno strumento diverso per stare meglio. È proprio per questo che abbiamo deciso di raccontare così tante esperienze, anche diverse tra loro. Per esempio, quella di Johanna Maggy che ci parlerà di come il mondo olistico abbia trasformato la sua vita partendo da una riflessione molto interessante: da fuori le vite degli altri sembrano sempre perfette, ma non è così. O meglio, in questo caso quella persona, tramite le discipline olistiche, ha acquisito degli strumenti per riuscire a rapportarsi con se stessa, con gli altri e con l’ambiente che la circonda e di conseguenza è riuscita a dare spinta positiva alla sua vita. Ancora, avremo l’insegnante di yoga Michela Maltoni che ci parlerà di come ha maturato la decisione di aprire una scuola di yoga completamente online in tempi non sospetti: una storia di imprenditorialità femminile bellissima. Con Alessia di ElefanteVeg parleremo di nutrizione, ma anche di un cambio di lavoro per dedicarsi in toto all’alimentazione sana, in particolare vegetariana, e della capacità poi di rendere un’esperienza complessa come quella del cambio di alimentazione in un’esperienza fruibile a tutti. In questo caso la condivisione diventa l’arma vincente di un progetto che sta riscuotendo davvero molto successo. Charlotte Lazzari ci parlerà di come dalla danza sia passata allo yoga, che non è un passaggio scontato come si può pensare. Poi avremo un personaggio noto come Rosita Celentano che ci parlerà anche della sua passione per il feng shui che è nata proprio durante il lockdown…
M.C.: Esatto. Rosita Celentano fa parte di uno di quegli incontri casuali fra donne di cui parlavamo prima. È nato questo dialogo meraviglioso con lei che ha messo la sua notorietà a disposizione della difesa degli animali e della promozione di uno stile di vita secondo natura e in armonia con l’ambiente. Una testimonial perfetta dei valori che noi portiamo avanti con Holis Week. Un altro intervento che siamo molto felici di ospitare è quello di Chloé Dall’Olio, che è una body positive model che porta avanti il tema dell’accettazione di sé attraverso un corpo che non risponde a canoni estetici preconfezionati. Questo intervento ci permette per altro di fare un confronto con la best body competition che si ritrova in tutte le attività che vanno a lavorare sul corpo e che spesso ritroviamo anche nello yoga, per cui si va a lavorare sul corpo per arrivare all’accettare me stesso. Nel caso della body positivity il processo è esattamente ribaltato: si parte dall’accettazione del proprio corpo per iniziare un lavoro su se stessi. Ovviamente siamo felicissime di ospitare Simona Roveda con cui parleremo di discipline olistiche e sostenibilità, un legame imprescindibile dal momento che tutte le discipline olistiche sono proprio orientate all’acquisizione di consapevolezza di sé e dell’ambiente che ci circonda, orientando le scelte verso una direzione positiva e sostenibile. Con Francesca Senette parleremo del cambio di paradigma dovuto al suo incontro con lo yoga. Lei, che proviene dal giornalismo, un giorno incontra lo yoga e cambia ogni ambito della sua vita, dal canone estetico alle abitudini, promuovendo la pratica dello yoga in maniera molto semplice. Anche lei è riuscita a comunicare in maniera interessante questo incontro che l’ha cambiata profondamente. Altro esempio interessante di imprenditorialità femminile è quello de La scimmia yoga. Lei è Sara Bigatti che, oltre a creare una serie di servizi online molto ben realizzati – che in Italia è ancora piuttosto raro – con il suo modo di fare molto semplice, dolce e accogliente, è riuscita ad arrivare al cuore delle persone che con lei si approcciano alla pratica dello yoga senza ansie da prestazione, come invece troppo spesso accade.
Com’è stata la risposta delle ospiti che avete invitato?
E.P.: È stata bellissima! Siamo rimaste davvero felicemente sorprese. Siamo una startup e con le poche risorse che abbiamo cerchiamo comunque di metterci sempre in gioco. Quando abbiamo iniziato a proporre il nuovo format, la risposta da parte di tutte coloro che abbiamo contattato è stata molto positiva e propositiva. Hanno accolto la nostra proposta con grandissimo entusiamo, appassionandosi davvero tutte e iniziando a collaborare attivamente con noi per la realizzazione degli interventi. Al di là di Holis Stories, poi, ci sono altre persone come Denise Dellagiacoma, insegnante di yoga e fondatrice della scuola di yoga online Yoga academy, Michela Coppa e Roberto Milletti e Francesca Cassia di fondatori di Odaka yoga, che creeranno dei contenuti. Tutte persone meravigliose che hanno accolto e apprezzato il nostro progetto, tanto da voler collaborare con noi seppur in forma gratuita! Il supporto di tutti questi protagonisti per noi è molto prezioso: ci aiuta in termini di visibilità per il nostro progetto, ma anche per i centri che aderiscono e che sono il nostro primo cuore di progetto: quando una persona scopre Holis Week, scopre anche queste bellissime realtà. Insomma, siamo state accolte davvero a braccia aperte da tutti e questa cosa ci ha davvero commosse.
Una domanda un po’ di rito per noi di LifeGate riguarda la sostenibilità. In questo caso vi chiedo: c’è un legame molto stretto fra discipline olistiche e attenzione per l’ambiente o “benessere ambientale”. Secondo voi, quindi, un approccio olistico può essere utile a comprendere meglio come poter agire e migliorare il sistema globale, e come lo può fare?
M.C.: Questa domanda io la sento come una domanda molto personale: prima di scoprire le discipline olistiche e dedicarmi completamente ad esse, lavoravo nel settore energetico. In poche parole, il mio lavoro era quello di negoziare petrolio. Proprio questo mi ha dato la spinta per cambiare, perché quell’ambiente di lavoro non riusciva a darmi determinati stimoli che quindi sono andata a cercare altrove, rifugiandomi nella medicina tradizionale cinese. Tutte le discipline bio naturali sono pratiche che lavorano sulla consapevolezza e sulla crescita personale. Siamo fermamente convinte che il microcosmo coincida con il macrocosmo: c’è un link diretto fra condizione dell’individuo e l’ambiente in cui vive. È qualcosa di imprescindibile. Chiunque intraprenda un lavoro su se stesso, non può far altro che espandere la propria consapevolezza, fondamentale per agire in maniera sostenibile. Un individuo non consapevole, ha un legame con l’ambiente che lo circonda più superficiale, mentre per un individuo consapevole è più difficile scegliere di non vedere. Tutte le discipline olistiche aiutano a metterci in contatto con la natura, con i suoi ritmi, con le sue energie, ma anche con le altre persone e la collettività. E per la sostenibilità, il lavoro collettivo è fondamentale. Questo noi lo abbiamo imparato e cerchiamo di portarlo tutti i giorni nella nostra startup, nel nostro lavoro, nei rapporti che abbiamo con le persone. E secondo noi questo è anche l’atteggiamento migliore per portare avanti il discorso di sostenibilità ambientale, perché finché non si riesce ad avere una visione totale, ma ci si focalizza solo sui propri disagi e problemi, non si ha neppure il tempo di attivare pensieri, atteggiamenti e pratiche che siano sostenibili per l’ambiente.
È quando ci si ferma e si inizia ad ascoltare quello che c’è fuori che si istaura un legame più forte con la Natura. Non è un caso che chi pratica discipline bio naturali abbia una predilezione per il contatto con natura e animali. Oltre che imprescindibile, questo atteggiamento è anche necessario. Il mondo in cui viviamo è un mondo poco sostenibile, dove le scelte di pochi sono imposte e si ripercuotono sulla collettività, dove spesso mancano rispetto e gentilezza. Un atteggiamento non consapevole nei confronti di ciò rischia di creare uno scontro ancora più violento mentre un atteggiamento consapevole innesca un dialogo certamente più utile ed efficace. In realtà, più che una domanda per noi questa è un’affermazione: quello che fanno le discipline bio naturali è favorire un flusso empatico fra tutti gli elementi, e l’empatia è la prima spinta che ci porta a prenderci cura del nostro Pianeta.
E. P.: Aggiungo solo un esempio concreto. Durante la il lockdown siamo stati chiusi in casa e molti di noi hanno iniziato a svuotare armadi, avvicinandosi e appassionandosi al feng shui perché in quel momento sembrava una necessità. Ma svuotare gli armadi non è altro che un modo per comprendere che possiamo fare a meno del superfluo. Una volta interiorizzato questo messaggio, ci si accorge che lo si può applicare a tutti gli ambiti della vita, sprecando meno risorse e vivendo una vita più sostenibile. Una volta che impariamo a lavorare su noi stessi, questo si riflette imprescindibilmente anche al di fuori.
Info
Tutte le Holis Stories sono visibili in diretta sul profilo Instagram holisweek.
Lunedì 2 novembre ore 18.30
Charlotte Lazzari – Dalla danza allo yoga
Conduce: Elena Polato
Martedì 3 novembre ore 18.30
Francesca Senette – Dal giornalismo allo yoga
Conduce: Marta Cavallari
Mercoledì 4 novembre ore 18.30
Johanna Maggy – How the holisitc world transform my life
Conduce: Elena Polato
Giovedì 5 novembre ore 18.30
Michela Maltoni – Imprenditorialità olistica
Conduce: Elena Polato
Venerdì 6 novembre ore 18.30
Simona Roveda – Il benessere della sostenibilità
Conduce: Marta Cavallari
Sabato 7 novembre ore 11.30
Sara Bigatti – Come nasce La scimmia yoga
Conduce: Marta Cavallari
Sabato 7 novembre ore 18.30
Rosita Celentano – Come l’empatia salverà il mondo
Conduce: Marta Cavallari
Domenica 8 novembre ore 11.30
Chloé Dall’Olio – Body positive e accettazione del sé
Conduce: Marta Cavallari
Domenica 8 novembre ore 18.30
Alessia di Elefante Veg – Io e l’ElefanteVeg
Conduce: Elena Polato
Ricordiamo che il festival Holis week si svolge su diverse piattarorme. Ogni centro ospite utilizza la sua piattaforma, iscrivendosi su holisweek.com i partecipanti riceveranno link e password per accedere.
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