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La salute mentale è alla base di una società migliore
Dal 4 al 10 novembre, Milano ospita la Holis week, una settimana dedicata alle discipline olistiche per ritrovare l’equilibrio mentale necessario per costruire una società migliore.
Sveglia alle sei. Doccia. Colazione al volo. Cinque minuti per uscire di casa. La corsa per prendere i mezzi. Una mattinata stressante in ufficio. Il pranzo alla scrivania in dieci minuti. La giornata che alle otto di sera non è ancora finita.
Troppo spesso ci troviamo così risucchiati dagli impegni che non ci accorgiamo neanche dello scorrere del tempo, pronti per ripetere tutto da capo, giorno dopo giorno. Chi vive in una grande città, lo sa bene. Si tende ad alienare la propria mente dal mondo che la circonda, spezzando un legame con il corpo che a lungo andare può avere effetti negativi sia sul singolo che sulla società. La città di Milano, frenetica per definizione, ha deciso, per una volta, di fermarsi ed ospitare un evento per far riflettere i suoi indaffarati cittadini sul loro benessere psicofisico: la Holis week.
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La Holis week
La Holis week è un evento dedicato alle discipline olistiche, organizzato sulla falsa riga delle settimane milanesi, che si tiene dal 4 al 10 novembre nel capoluogo lombardo. I protagonisti infatti sono proprio lo yoga, il pilates e lo shiatsu che cercano di sensibilizzare i milanesi verso l’importanza del benessere mentale. Centri e scuole aprono le loro porte proponendo attività ed eventi gratuiti per far risplendere la città di un’energia nuova e vigorosa.
Per l’occasione abbiamo incontrato l’ideatrice di questo evento, Marta Cavallari, operatrice olistica e fondatrice insieme a Elena Polato di Holis factory, una società che crea percorsi di benessere all’interno delle aziende, che ci ha raccontato come è nata l’idea di una settimana dedicata alla cura della mente.
Che cos’è e come nasce la Holis week?
La Holis week è un progetto nato per portare il benessere in tutta città di Milano, a 360 gradi. Le discipline olistiche sono arti di derivazione orientale e non che lavorano per raggiungere un benessere di tipo psicofisico, che coinvolga tanto il corpo quanto la mente. Ad esempio, quando si pratica lo shiatsu, si applica una pressione ferma e costante che sollecita le diverse parti del corpo, portando beneficio tanto alla mente quanto al corpo, implicando anche il sistema nervoso. A volte queste discipline sono sconosciute o legate all’immaginario degli anni settanta, quando ancora erano prese poco seriamente. La realtà di oggi però è completamente diversa e vede scuole specializzate con professionisti accreditati che mettono a disposizione dei cittadini un gran numero di competenze acquisite con anni di preparazione e studi. Molto spesso si tratta di realtà piccole che non godono di molta visibilità e che sfortunatamente rimangono sconosciute alla maggior parte delle persone. Ma è su questo che vogliamo puntare: avvicinare i milanesi ai centri specializzati che sono ormai presenti in tutti i quartieri.
In che modo avete scelto i centri che aderiscono alla settimana?
Abbiamo il supporto della Federazione italiana di shiatsu che ci permette di passare da realtà secolari che hanno una serietà e una professionalità incredibili e che si basano su una tradizione decennale. Molte scuole possono vantare operatori che si sono formati proprio lì e hanno creato una rete di specialisti che lavorano insieme da tanti anni e che godono del supporto della federazione stessa e di molte altre scuole. Quindi siamo partiti da queste realtà e ci siamo allargati a ragnatela verso tutti i centri che lavorano su queste discipline, coinvolgendo anche realtà più nuove che però sappiamo essere fedeli e dedite alla disciplina. In quanto organizzatori, non sapevamo bene cosa aspettarci, ma siamo stati piacevolmente travolti dall’energia di questi centri, entusiasti di provare un modello nuovo. In più, entra in gioco anche un certo senso di appartenenza verso una realtà più grande che mette in contatto un maggior numero di persone. Sia da parte nostra che da parte loro c’è la volontà di far comprendere queste arti nella maniera corretta.
Milano è una delle città più frenetiche d’Italia. È uno dei motivi per cui l’avete scelta, per creare una sorta di contrasto?
Io sono una milanese convinta. Amo questa città e ammiro tutti i suoi pregi. Riconosco però che ci siano alcuni aspetti su cui debba ancora migliorarsi. È una città che dà tantissimo, ma che chiede anche tanto. È frenetica, sempre in movimento e quindi è proprio qui, più che mai, che c’è bisogno di un angolo per ritrovare la propria dimensione. Sia chiaro: noi non vogliamo invertire la tendenza di Milano. È una città che sta al passo, è meritocratica, offre uno spazio per tutti, però non si può ignorare la frenesia che la contraddistingue e in questa fretta si rischia di perdere di vista se stessi e i propri obiettivi. Quello che vogliamo fare è dare alla città uno strumento per migliorarsi, offrendo un modo per riprendere quel contatto interiore che rischia di perdersi nella fretta della giornata. Questo genere di iniziative stuzzica la curiosità della gente e rappresenta un’occasione per provare, gratuitamente, qualcosa che affascina, ma che magari non si conosce. I benefici che si hanno a fermarsi per un’ora a lavorare su se stessi si sentono per tutta la settimana. Milano è la capitale degli eventi, chi abita qui conosce il senso delle week: tutto è vicino ed è a portata di cittadino. Il nostro evento andrà a replicare la struttura della fashion week e della design week che sono tanto care ai cittadini milanesi.
Quanto è importante il benessere mentale dell’individuo per una società migliore?
Il benessere mentale è fondamentale se vogliamo vedere un cambiamento nella società. Bisogna stare bene mentalmente per non perdere di vista la propria identità e queste discipline aiutano ad aprire il proprio campo visivo perché parlano di coscienza, di rapporto con il proprio io interiore, di contatto con il proprio corpo. La società in cui viviamo tende a dislocare mente, corpo e spirito, ma in realtà si tratta di un’unica entità ed esasperare anche solo uno di questi tre elementi porta a perdere gli altri. Quando si è di fretta, non si ha il tempo necessario per pensare, ma quando ci si ferma e si ascolta il proprio corpo si scopre un legame nuovo, un nuovo modo di vivere. Se imparassimo a stare meglio con noi stessi, staremmo meglio anche con gli altri ed è un circolo virtuoso che dobbiamo sforzarci di comprendere al più presto, perché il mondo esterno non è altro che lo specchio di noi stessi. Con un po’ di calma, anche le paure irrazionali scompaiono e si crea una connessione nuova, più profonda, tra gli esseri umani. Viviamo in una società in cui l’individuo è un essere profondamente solo. Lavorare sulla mente, sull’empatia e sui rapporti interpersonali offre benefici immensi che troppo spesso ci precludiamo.
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Qual è la connessione tra le discipline olistiche e l’attenzione per l’ambiente?
Per rispondere a questa domanda voglio raccontarvi qualcosa di me: io ho studiato economia, commercio e finanza. Mi sono laureata con una tesi sui cambiamenti climatici e su come alcuni strumenti finanziari possano aiutare nella transizione verso le energie rinnovabili. Mi sono ritrovata a lavorare in un contesto che era completamente inconsapevole di queste tematiche, con aziende condizionate da un capitalismo esasperato e strumentalizzato dalla legge che non sono assolutamente consapevoli delle mille sfaccettature della sostenibilità. Del resto, molte aziende non hanno tempo (o voglia) di occuparsene ed è per questo che il cambiamento deve venire dal singolo perché la vera forza risiede nella consapevolezza. Non tutti possono permettersi di fare come Greta [Thunberg, l’attivista svedese che lotta per il clima. Ndr], ma abbiamo più forza di quello che crediamo. Le aziende cambiano perché sono i dipendenti a chiederlo ed è per questo che dobbiamo armarli degli strumenti giusti, come le discipline olistiche. Le aziende, di base, sono tirchie, ma devo ammettere che stiamo vivendo un momento di maggiore apertura rispetto a quello che c’era anche solo cinque anni fa. Sempre più aziende hanno bilanci di sostenibilità che, per profitto o per interesse, portano a riflettere sull’ambiente. È un tema che va spiegato a fondo con tanta pazienza e tanto impegno, ma la cosa fondamentale è che se ne parli. Credo e spero sia questione di poco tempo prima che diventi una prassi comune. Non dovrei perché porta male, ma ho grandi aspettative sulle aziende giovani, in particolare sulle startup. Sono realtà ancora più frenetiche, ma sono anche quelle che capiscono meglio il cambiamento e la necessità di queste attività. Una mente lucida porta ad una cura diversa sia dentro che fuori e, di rimando, si lavora meglio.
Info
La Holis week si terrà dal 4 al 10 novembre a Milano. Potete consultare il programma completo qui.
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