I ribelli yemeniti Houthi stanno colpendo le navi commerciali e militari in rappresaglia all’offensiva di Israele su Gaza. Gli Usa lanciano una task force.
Dal 7 ottobre i ribelli Houthi hanno lanciato missili verso Israele e colpito navi internazionali nel mar Rosso.
Diverse compagnie hanno sospeso la circolazione nel mar Rosso e questo sta avendo ripercussioni commerciali.
Gli Usa hanno creato una missione congiunta di dieci paesi, tra cui l’Italia, per garantire la sicurezza marittima.
Nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli attacchi dei ribelli Houthi contro le navi mercantili in circolazione nel mar Rosso. Il gruppo yemenita, vicino all’Iran, ha compiuto decine di attacchi con missili e atti di pirateria contro i mercantili internazionali, in rappresaglia all’offensiva di Israele sulla Striscia di Gaza.
Sempre più compagnie, comprese quelle petrolifere, hanno sospeso la circolazione dei propri mezzi dal Canale di Suez. Ed è stata creata una missione internazionale, a cui partecipa anche l’Italia, per proteggere la navigazione delle navi nell’area.
Gli attacchi dei ribelli Houthi
Gli Houthi sono un gruppo armato yemenita, vicino all’Iran. In Yemen la maggioranza della popolazione è sunnita, gli Houthi sono invece sciiti e si sono imposti come guida di questa minoranza che in alcune parti del paese è però maggioritaria. Il gruppo da diversi anni controlla la capitale dello Yemen Sana’a e altre porzioni di territorio, contrapponendosi alle forze governative appoggiate dall’Arabia Saudita che mantiene la parte meridionale del paese.
Essendo vicini all’Iran, gli Houthi sono in forte contrasto con Israele. E da quando il 7 ottobre è iniziata l’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza, che finora ha causato circa 20mila morti e una crisi umanitaria irreversibile, il gruppo yemenita ha dato il via a numerosi attacchi contro Israele. Gli Houthi hanno lanciato centinaia di razzi verso il territorio israeliano, intercettati dal sistema di difesa con il supporto delle navi militari statunitensi. E sempre gli Houthi hanno dato il via a un’operazione di assalti contro le navi mercantili e militari in circolazione nel mar Rosso di compagnie in qualche modo legate, anche solo in affari, a Israele.
Footage of Houthi forces hijacking the ship Galaxy Leader in the Red Sea yesterday. pic.twitter.com/PSFLpV4FLA
Gli attacchi sono avvenuti all’altezza dello stretto di Bab al Mandeb, un canale che collega il mar Rosso con l’oceano Indiano e che ha come sponde il Gibuti e lo Yemen. A novembre i ribelli yemeniti hanno assaltato e sequestrato una nave mercantile, la Galaxy Leader. La zona è sempre più insicura e questo, oltre a mettere a repentaglio il personale marittimo delle navi in circolazione, sta avendo anche pesanti conseguenze commerciali.
Le conseguenze internazionali
Di fronte ai continui attacchi dei ribelli Houthi, la compagnia petrolifera britannica BPha sospeso temporaneamente tutti i transiti dei propri mercantili attraverso il mar Rosso. Lo stesso hanno fatto altre compagnie, come la taiwanese Evergrande. A oggi sono più di cento le navi che hanno rinunciato ad attraversare il mar Rosso e il Canale di Suez, con percorsi deviati e allungati per migliaia di chilometri.
Tutto questo sta avendo ripercussioni commerciali non di poco conto. I prezzi del petrolio e del gas naturale sono già saliti negli ultimi giorni, anche perché dalle acque del mar Rosso si stima che passi circa il 10 per cento del commercio mondiale. La situazione ricorda in parte quanto successo nel 2021 nel Canale di Suez, quando la nave portacontainer Ever Givenrimase incagliata e bloccò il traffico per sei giorni, causando una piccola crisi del commercio mondiale. Oggi la situazione è più complessa dal momento che non si sa come e quando potranno terminare gli attacchi Houthi, che anzi potrebbero addirittura intensificarsi visto il sostegno nell’opinione pubblica mediorentale che sta avendo la rappresaglia contro Israele e che sta facendo guadagnare forza agli yemeniti nello scacchiere locale.
BREAKING:
The US military has announced a 10-nation coalition against Yemeni Houthis in the Red Sea.
Only one Arab country, Bahrain, is part of the coalition.
Di fronte a questa situazione, gli Stati Uniti hanno lanciato una missione congiunta di dieci paesi nel mar Rosso per prevenire gli attacchi dei ribelli yemeniti e tutelare la circolazione delle navi. Al gruppo partecipa anche l’Italia, insieme a Regno Unito, Spagna, Bahrain, Canada, Francia, Paesi Bassi, Norvegia e Seychelles, oltre ai promotori statunitensi. Mohammed Abdel-Salam, portavoce degli Houthi, ha però dichiarato che “la coalizione formata dagli americani non impedirà allo Yemen di continuare le sue legittime operazioni a sostegno di Gaza”.
Israele a Gaza sta attuando politiche che privano deliberatamente la popolazione delle risorse per vivere. Per il Comitato speciale dell’Onu è genocidio.
Il partito Sogno georgiano confermato con il 53,9 per cento dei voti. Ma piovono accuse di brogli e interferenze. L’Ue chiede di indagare. Intanto la presidente del Paese invita alla protesta. I vincitori: “Questo è un colpo di Stato”.
Due leggi approvate da Israele a larga maggioranza renderanno di fatto impossibile per l’Unrwa operare a Gaza e in Cisgiordania. La comunità internazionale insorge.
Continua l’assedio israeliano su Gaza nord, dove per l’Onu l’intera popolazione è a rischio morte. Nuovi missili contro l’Iran, mentre in Libano uccisi tre giornalisti.