In vista della sfida tra Kamala Harris e Donald Trump alle elezioni presidenziali Usa, ripercorriamo i grandi temi aperti in materia di clima.
Human Capital Report: ecco dove l’Italia va male
Economia: Wef, Italia investe poco in capitale umano. Svizzera al top nel mondo. I risultati del Human Capital Report stilato dal World Economic Forum.
L’Italia, rispetto agli altri paesi occidentali, investe poco in
capitale umano e riesce meno a sfruttarne il potenziale. È
quanto emerge dal primo Human Capital Report stilato dal World Economic Forum
che vede al top della classifica mondiale la Svizzera seguita da
Finlandia, Singapore, Olanda, Svezia e Germania.
Il capitale umano è l’insieme di capacità,
competenze, conoscenze, abilità professionali e
relazionali che vengono acquisite dagli individui con
l’istruzione scolastica, l’apprendimento, la formazione
professionale e tecnica, l’esperienza sul posto di lavoro,
intrinsecamente elaborate dal soggetto che le possiede. Le spese
destinate all’accrescimento delle conoscenze, capacità e
abilità (per esempio le spese destinate all’istruzione) sono
investimenti in capitale umano.
In una lista di 122 paesi l’Italia si colloca al 37esimo
posto. Con la Spagna al 29esimo posto e la Francia al
21esimo, siamo superati in peggio nell’area europea solo da
Lettonia, Croazia, Polonia e Grecia. In buona posizione in
classifica Regno Unito, al nono posto, e Stati Uniti, al 16esimo.
Tra i Paesi mediorientali il primo è il Qatar al 18esimo
posto. In Asia è il Giappone a mantenere il primato
dell’efficienza del capita umano al 15esimo posto. Mentre il primo
paese Brics è la Cina in 43esima posizione.
“Per gli individui così come per le società e
l’andamento delle loro economie investire in capitale umano
è importante – si legge nell’editoriale del
presidente del Wef Klaus Schwab – soprattutto alla luce di risorse
più limitate e di una popolazione sempre più in
movimento”.
L’indice prende in considerazione quattro pilastri
per giudicare l’ottimizzazione del capitale umano da parte dei
paesi: istruzione, salute e benessere, occupazione e ambiente di
lavoro (trasporti, Tlc, mobilità sociale). L’Italia, se da
una parte si guadagna il 19esimo posto per la salute e le
condizioni sanitarie delle sue strutture e dei suoi dipendenti,
dall’altra precipita al 75esimo posto in tema di partecipazione
della forza lavoro, formazione, capacità di creare e
trattenere nel Paese i talenti. Risultati più che mediocri
anche nell’istruzione (al 40esimo posto) per via della scarsa
qualità del sistema educativo e della mancanza di strutture
tecnologiche nelle scuole. L’Italia risulta invece ai primi posti
per aspettative di vita, per le condizioni sanitarie nei servizi,
ma anche per la diffusione del telefonini e lo sviluppo dei
distretti industriali. Tra i risultati peggiori invece quelli dei
livelli di stress dei dipendenti, della mobilità sociale del
sistema, della qualità dei trasporti pubblici, dei tassi di
partecipazione al lavoro e del livello dei salari legati alla
produttività. Peccato, perché proprio l’Italia,
patria di bellezze paesaggistiche e culturali, di eccellenze
enogastronomiche, di valori tangibili e intangibili, potrebbe
sfruttare queste ricchezze con un’adeguata valorizzazione della
nostra risorsa più autentica: gli italiani.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il rapporto Ecosistema urbano 2024 mostra alcuni progressi nelle città italiane, ma troppo lenti. E c’è troppo divario tra nord e sud.
Un evento meteorologico estremo ha colpito la regione di Valencia, in Spagna. Decine i dispersi. Il governo invia l’esercito nelle zone colpite.
Dalla Cop16 arriva il report sullo stato mondiale degli alberi elaborato dall’Iucn. I risultati non sono quelli che speravamo.
Il 29 ottobre 2018, le raffiche di vento della tempesta Vaia hanno raso al suolo 40 milioni di alberi in Triveneto. Una distruzione a cui si sono aggiunti gli effetti del bostrico, che però hanno trovato una comunità resiliente.
Una proposta di legge è in discussione in Francia per vietare le bottiglie di plastica di dimensioni inferiori a 50 centilitri.
Continua ad aumentare il numero di sfollati nel mondo: 120 milioni, di cui un terzo sono rifugiati. Siria, Venezuela, Gaza, Myanmar le crisi più gravi.
Secondo il rapporto Greenitaly di Symbola, negli ultimi 5 anni più di un terzo delle aziende ha investito nel green. E tutti ne hanno tratto benefici.
Alcune buone notizie e qualche passo indietro nelle misure previste dal nuovo provvedimento del Consiglio dei ministri, in attesa del testo definitivo.