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Hyundai, la conservazione marina è parte del nostro approccio olistico
Il problema della pesca fantasma persiste negli oceani per anni. Hyundai, sostiene un progetto che mira a trasformare le reti da pesca abbandonate in un esempio di economia circolare.
La partnership fra Hyundai ed Healthy Seas, organizzazione per la conservazione marina attiva dal 2013 con l’obiettivo di contrastare il fenomeno del ghost fishing, è partita l’anno scorso a Itaca, in occasione della Giornata mondiale degli Oceani. Si tratta di una partnership che vede la casa automobilistica fornire un significativo supporto per contrastare la cosiddetta pesca fantasma, ossia reti da pesca abbandonate che continuano a catturare pesci e altri animali marini per decine di anni.
Dopo Itaca, il progetto approda sulle coste della Croazia
Una collaborazione, destinata a proseguire anche per il 2022, che a oggi ha già reso possibile un’importante attività di pulizia lungo le coste di Itaca, l’isola greca del mar Ionio, con il recupero, oltre che di numerose reti da pesca abbandonate in un ex allevamento ittico, anche di oltre 76 tonnellate di rifiuti vari (plastica, corde di nylon, boe e altro). Da allora, il rapporto fra Hyundai ed Healthy Seas si è ulteriormente sviluppato con attività simili in altre aree marine, l’ultima in ordine di tempo lungo le coste della Croazia, unendo di fatto l’impegno del marchio automobilistico per una mobilità sempre più elettrificata, alla protezione degli ecosistemi marini e, come vedremo, all’economia circolare.
Hyundai: un esempio del nostro approccio olistico
Hyundai continua così il suo supporto all’iniziativa Healthy seas, a journey from waste to wear, “un esempio del nostro approccio olistico – aveva spiegato Michael Cole, presidente e Ceo di Hyundai Europa in occasione della prima collaborazione in Grecia – siamo felici di aver dato supporto a Healthy Seas in questo progetto”, una collaborazione che di fatto prosegue con successo anche nel 2022.
Il ruolo centrale dei subacquei volontari
Ma come si svolge l’attività di pulizia? Normalmente può durare molti giorni e nel caso di Healthy Seas è resa possibile grazie al contributo di biologi marini e di una squadra di subacquei volontari dell’organizzazione Ghost Diving, partner del progetto. Si tratta di un’attività che non si limita alla raccolta di reti da pesca e rifiuti dal mare, ma che prosegue con la selezione e l’invio di quanto raccolto negli stabilimenti di Aquafil, società italiana e uno dei principali produttori di fibre sintetiche per l’industria tessile e partner del progetto Healthy seas, a journey from waste to wear insieme a Hyundai.
Hyundai, il nylon rigenerato può essere un esempio di economia circolare per l’auto
Le reti da pesca in nylon (la maggior parte provenienti da allevamenti ittici sparsi in tutto il mondo), una volta pulite e private di eventuali residui e trattamenti chimici, vengono unite ad altri rifiuti di nylon (molti provenienti dal mondo dell’alta moda), e trasformati in Econyl, un filato riciclabile all’infinito, che può essere usato per realizzare nuovi capi di abbigliamento, tappeti per la casa o rivestimenti interni di automobili.
Un tema, quello dell’economia circolare, al quale anche l’industria dell’auto guarda con crescente interesse: Hyundai, che ha recentemente dichiarato di voler aumentare l’integrazione di materiali riciclati sui suoi futuri modelli, impiega questo filato prodotto dal riciclo di reti da pesca per realizzare i tappetini dell’elettrica Ioniq 5.
Fondamentale il coinvolgimento di scuole e comunità locali
Solo nel 2021, il progetto ha raccolto 5 tonnellate di reti fantasma, 32 tonnellate di metallo e 39 tonnellate di rifiuti plastici. Inoltre, sono state svolte attività formative in collaborazione con le scuole locali per educare le giovani generazioni alla conservazione dell’ambiente marino e condividere pratiche quotidiane per prevenire l’inquinamento da plastica. “Questo progetto non è solo il più grande della nostra storia, ma lo è anche a livello mondiale”, ha spiegato Veronika Mikos, direttore di Healthy Seas.
“Grazie al rinnovo della nostra partnership con Hyundai per il 2022, saremo in grado di generare un impatto ambientale positivo ancora maggiore nelle regioni in cui già operiamo e potremo trasformare un sogno in realtà, iniziando a lavorare in Asia”, ha precisato recentemente Mikos a Krnica, Croazia, nel corso dell’ultima attività di rimozione di reti da pesca dal fondale.
Perché le reti abbandonate sono un pericolo per le specie marine
Le reti da pesca e le lenze che vengono perse o abbandonate in mare continuano ad essere attive anche molto tempo dopo che se ne perde traccia, “un pericolo per pesci ed altri animali marini che spesso rimangono impigliati”, ha spiegato in occasione dell’ultimo evento sulla costa della Croazia Pascal van Erp, tra i fondatori di Ghost Diving, una realtà attiva nel contrasto del ghost fishing in diverse aree del mondo, dal mare del Nord all’Adriatico, dal mar Baltico fino al Pacifico: “Il nostro obiettivo rimane quello di proteggere i fragili ecosistemi marini e la biodiversità, sia con attività di pulizia, ma anche con programmi di sensibilizzazione nelle scuole locali”, ha concluso Pascal.
Gli incoraggianti risultati raggiunti nelle attività realizzate ad oggi da Healthy Seas, hanno spinto Hyundai a fornire il suo sostegno in altre iniziative simili realizzate in sette Paesi, coinvolgendo anche volontari, scuole, istituzioni locali e diverse organizzazioni non governative.
Aquafil: così rigeneriamo il nylon all’infinito
Il ruolo di Aquafil come partner del progetto di Healthy Seas è fondamentale. Azienda fondata più di 50 anni fa, con una lunga storia nella produzione e commercializzazione di fibre sintetiche, nel 2011 ha realizzato il filato di nylon rigenerato Econyl, un esempio virtuoso di economia circolare perché può essere riciclato un numero infinito di volte senza mai dover utilizzare nuove risorse.
Generato da rifiuti di scarti tessili pre-consumo e plastica industriale, nonché rifiuti post-consumo come tappeti usati e reti da pesca, secondo una nota dell’azienda, per ogni 10mila tonnellate di materia prima Econyl, “si risparmiano 70mila barili di greggio e si evitano 65.100 tonnellate di emissioni di CO2 equivalenti”.
Centro nevralgico del progetto insieme alla sede di Lubiana, lo stabilimento sloveno di Aquafil a Ajdovscina, dove le reti da pesca e altri rifiuti di nylon vengono trattati per poi entrare nel processo di rigenerazione. Qui, oltre alla fase di recupero e pulizia del nylon, avviene il processo che di fatto lo riporta alla loro purezza originale, pronto per essere trasformato in filati per tappeti, per l’industria della moda e dell’auto, come nel caso di Hyundai appunto.
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