Ha 300 anni e può essere visto persino dallo spazio. È stato scoperto nel Triangolo dei Coralli grazie a una spedizione della National Geographic society.
I castori ritornano nell’Hampshire dopo 400 anni
Una coppia di castori sta per essere reintrodotta nel sud dell’Inghilterra, da dove erano scomparsi per più di 400 anni.
In architettura o storia dell’arte si è quasi sicuramente studiato il termine “chiave di volta”. Una pietra lavorata alla perfezione che permette di sorreggere l’arco – o la volta – e sostiene la struttura. Tolta questa crolla tutto. La stessa cosa succede nel mondo naturale. Esistono delle specie considerate chiave di volta, che stabilizzano l’ecosistema e la loro mancanza provoca effetti a cascata importantissimi. Una di queste è il castoro. In Inghilterra ad oggi oggi se ne contano in libertà centinaia, forse migliaia, e nell’Hempshire – una contea del sud – sono tornati dopo ben 400 anni.
La reintroduzione dei castori
Finalmente una coppia di castori sarà reintrodotta nell’Hempshire. Più precisamente all’interno della tenuta Ewhurst Park, 374 ettari di terreno appartenenti a Mandy Lieu, ambientalista, imprenditrice e modella, che sta ripristinando la natura e la produzione alimentare sostenibile in quest’area. Grazie ad esperti ecologi e biologi è stato possibile preparare il terreno per la reintroduzione, inoltre sono stati messi a conoscenza anche gli agricoltori e i residenti delle possibili modifiche che i castori potrebbero apportare al paesaggio. “È stato molto gratificante scoprire cos’hanno bisogno i castori, come sarà il loro impatto sull’ambiente circostante e quali benefici porteranno ad altri animali e piante” ha affermato in una recente intervista, continuando: “questi castori non sono solo per Ewhurst Park ma per l’intera comunità”.
Cacciati fino all’orlo dell’estinzione
È da più di 400 anni che i castori sono stati spinti sull’orlo dell’estinzione a causa della caccia, principalmente per la pelliccia, la carne e le loro ghiandole, dalle quali si estrae il castoreo, una sostanza oleosa giallognola con i più disparati usi (alimentare, medicina tradizionale e profumi). Per fortuna, sono iniziati a ricomparire da quando il governo ha permesso il rilascio dei castori all’interno di aree recintate. Ad oggi, se ne contano più di 500 in Inghilterra. Inoltre, proprio l’anno scorso sono stati riconosciuti come animali autoctoni, ricevendo così una protezione legale essendo stata dichiarata illegale l’uccisione.
La diga dei castori
Probabilmente la prima cosa che si collega al castoro è la costruzione della diga. Con i loro grossi e robusti denti, rosicchiano i tronchi degli alberi e costruiscono le famose dighe. Ma perché lo fanno? I castori non sono abili corridori ne tanto meno molto agili nella fuga, tozzi e goffi diventano delle facili prede sulla terraferma. Tuttavia, costruendo la diga, creano la loro zona di sicurezza. Gli alberi e i tronchi bloccano il corso del fiume quanto basta per formare uno stagno; nello stagno sono al sicuro e possono scappare come vogliono, perché l’acqua è abbastanza profonda da scoraggiare i predatori e, in acqua, danno il meglio di sé con le zampe completamente palmate e la coda che usano come timone.
Ma c’è di più, in parallelo alla costruzione della diga realizzano una rete di canali secondari grazie ai quali riescono a raggiungere le loro fonti di cibo in sicurezza e a trasportare con più facilità i materiali. A questo punto si potrebbe pensare che le dighe – questi complessi ingegneristici realizzati con tronchi fango – sono anche la loro dimora, invece no. I castori costruiscono le tane nel mezzo dello stagno, delle strutture a cupola con l’ingresso direttamente dall’acqua, al cui interno vivono in piccoli gruppi familiari di cinque individui.
Che impatti hanno le dighe sull’ecosistema?
Oltre all’uomo, il castoro è uno dei pochi animali che modifica volontariamente, e direttamente, l’ambiente che lo circonda. Quando si modifica un ambiente incombono sempre delle conseguenze, tuttavia, l’impatto del castoro è decisamente positivo rispetto a quello umano. Grazie alla diga i castori avvantaggiano non solo sé stessi ma tantissime altre specie. Vengono trasformati semplici corsi d’acqua in zone umide ricche di vita, data l’incredibile quantità di nutrimenti. Gran parte dell’acqua presente viene immagazzinata nel terreno così le piante possono accedervi anche in periodi di siccità. Una vegetazione in salute permette di contenere il propagarsi degli incendi e di assorbire moltissima anidride carbonica presente nell’aria. Infine, le dighe riescono a regolare il flusso dell’acqua evitando flussi troppo eccessivi che rovinano gli argini aumentando il rischio di esondazioni.
I castori, gli ingegneri dell’ecosistema, la specie chiave di volta, sono degli animali incredibili. Riportarli – e proteggerli – nel loro ambiente naturale può aiutare a ridurre gli impatti dei cambiamenti climatici e contribuire alla sopravvivenza dell’intero ecosistema e di chi lo abita.
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