I livelli di pratica del judo

Questo libro di Jigoro Kano è stato nascosto e ignorato e oggi si può leggere solo in lingua italiana

Quello successivo (rentai-ho) vuole essere educazione fisica intesa
come “essere sani per essere utili”. Questo judo medio apprezza
l’esperienza del combattimento che è affrontata nel judo
inferiore, ma la utilizza contro le negatività della vita,
piuttosto che contro un avversario in carne e ossa.
Doti come: iniziativa e intraprendenza, prudenza e
razionalità, serietà, costanza e concentrazione,
solerzia, autocontrollo, sobrietà e temperanza, che un tempo
caratterizzavano il guerriero nobile, hanno valore anche nella
nostra quotidianità.

Bisogna considerare che il guerriero del passato si preparava alla
battaglia senza fare previsioni su una serena vecchiaia. Per fare
un esempio, a vent’anni si allenava senza pensare che certe prassi
potevano causargli l’artrosi, perché l’obiettivo impellente
era di raggiungere i ventuno. Oggi il giovane che pratica per
diporto non deve dimenticare che il suo impegno sarà nel
lavoro, in famiglia e nelle relazioni sociali, quindi deve scartare
tutto quello che potrebbe arrecare una menomazione al suo
fisico.
Osservate come la motivazione agonistica spinga i giovani al doping
nella completa ignoranza del rispetto del corpo. Questo stadio
culturale è analogo al judo inferiore.

Infine, il livello più elevato di judo prende il nome di
suishin-ho e può essere affrontato da persone adulte sotto
la guida di un maestro. Consiste nel realizzare il principio morale
del judo, nel viverlo, nel testimoniarlo.

Questa visione del judo è riportata in Judo Kyohon (I
Fondamenti del judo) che è una raccolta di articoli scritti
da Jigoro Kano tra il 1915 e il ’35, ad uso di judoisti e di
professori e poliziotti che basavano sul judo la loro
professione.
Ma il judo si è diffuso in Occidente come lo sport nazionale
giapponese (con la complicità del governo nipponico che,
dopo la guerra, voleva presentare al mondo un’immagine diversa del
Giappone).

Questo libro di Jigoro Kano è stato nascosto e ignorato e
oggi si può leggere solo in lingua italiana (non solo non
l’hanno pubblicato all’estero, ma è introvabile anche in
Giappone!) per la cocciutaggine di un vecchio judoista che l’ha
fatto tradurre.

Cesare Barioli
Insegnante di judo
Yudansha-Kai (Collegio delle Cinture Nere), Milano

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