Austral è un’ibrida formato famiglia, connessa, efficiente, pratica e adatta anche alla città, dove grazie alle quattro ruote sterzanti è più facile da parcheggiare.
Ibrida e “circolare”: com’è cambiata l’auto francese più venduta di sempre
Nel 1995 era già elettrica. Oggi, dopo 33 anni, Renault ripensa la Clio puntando sull’efficienza dell’ibrido e su interni realizzati con materiali biobased.
Si chiamava Clio Electric e già nel 1995 era elettrica, ben prima della Renault Zoe, arrivata quasi due decadi dopo, nel 2013. Certo, l’autonomia raggiungeva a stento i 100 chilometri e per ricaricarla servivano 8 ore dalla presa di casa, ma offriva contenuti innovativi per l’epoca e, soprattutto, era molto lungimirante. Fin troppo verrebbe da dire col senno di poi. Tanto più che la storia della city car francese negli anni successivi ha preso altre strade. In 33 anni di vita le 16 milioni di unità vendute in 120 paesi del mondo sono state quelle equipaggiate con motori benzina e diesel, al massimo bi-fuel Gpl. Almeno fino al 2019, quando per la prima volta ha debuttato una versione ibrida; qui potete ripercorrerne la storia.
Una Clio elettrica? No. Ma sulla stessa piattaforma nascerà la prima Renault 5 a emissioni “zero”
E oggi? Siamo alla versione “rivista e corretta” della quinta generazione e… di una Clio elettrica (purtroppo) ancora non c’è traccia; il brand francese ha infatti preferito investire su modelli più iconici, come la Renault 5 che debutterà per la prima volta in versione elettrica nel 2024 e sarà costruita sulla piattaforma che impiega il 70 per cento dei componenti della piattaforma Cmf-B, la stessa utilizzata dalla Clio. A parziale consolazione, la city car francese continua ad essere disponibile in una valida versione ibrida (la più efficiente della gamma) e con un abitacolo sempre più ispirato ai principi dell’economia circolare. Vediamo come.
Cosa cambia (lo stile) e cosa resta (l’efficienza dell’ibrido)
Non pensate a un’auto interamente nuova. Pensate, invece, a una profonda evoluzione, soprattutto di stile. Ma anche di innovazione. I cambiamenti del design sono evidenti, specie nel frontale. Le linee sono più tese, certo. Le dimensioni però sono le stesse, compatte (4 metri di lunghezza) e a misura di città. Fra i motori la versione più virtuosa rimane l’ibrida E-Tech full hybrid, ossia 2 motori elettrici (uno “vero” da 36 kW e uno che svolge la funzione di starter da 18 kW), una batteria da 1,2 kWh, affiancati da un motore termico benzina 4 cilindri da 1,6 litri di cilindrata e 94 cavalli di potenza.
Evidente, rispetto alla pionieristica Clio elettrica del 1995 può sembrare un ritorno al passato. Ma l’efficienza è comunque alta, così alta che Renault dichiara che “è possibile circolare in città fino all’80 per cento del tempo in modalità elettrica, con un risparmio sui consumi fino al 40 per cento rispetto ai motori a benzina”. Le emissioni di CO2? 93 g/km, un filo sotto la soglia dei 100 g/km prevista per entrare (gratuitamente) nell’Area C di Milano, fra le più restrittive del nostro Paese.
L’addio (finalmente!) alla pelle di origine animale
L’altro capitolo riguarda gli interni della nuova Clio. In particolare, sedili, pannelli delle porte e plancia dell’allestimento Techno, realizzati con un tessuto realizzato per il 60 per cento da fibre di origine biologica, a base di cellulosa di legno proveniente da boschi europei gestiti in modo sostenibile, senza l’uso di concimi chimici né irrigazione artificiale. Inoltre, sottolinea una nota, “le fibre sono prodotte da energie rinnovabili e certificate dall’EcoLab dell’Unione europa”, a garanzia degli elevati standard ambientali applicati nell’intero ciclo di vita della materia. Una buona notizia, che si aggiunge all’addio a bordo della Clio della pelle di origine animale, sostituita da un tessuto costituito da fibre di origine biologica e fibre di poliestere.
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