I cambiamenti climatici e l’elevato numero di turisti costringono il governo nepalese a portare più in basso il campo base dell’Everest.
In otto per proteggere l’Himalaya
La cooperazione tra il Nepal e i paesi asiatici su cui si estende la catena montuosa dell’Himalaya si fa sempre più solido grazie all’accordo raggiunto tra il ministro delle Foreste nepalese e il direttore generale Icimod.
La collaborazione tra i governi, già attiva da
trent’anni, è stata rafforzata attraverso la firma di un accordo tra il ministro delle
Foreste nepalese, Krishna Chandra Paudel, e il direttore generale
dell’International Centre for Integrated Mountain Development
(Icimod), David Molden.
L’Icimod
è un centro studi intergovernativo con sede a Kathmandu
(Nepal) nato nel 1983 e finalizzato alla condivisione delle
conoscenze del territorio montano. Ad esso aderiscono gli otto
stati principali della regione himalayana: Afghanistan, Bangladesh,
Bhutan, Cina, India, Birmania, Pakistan e Nepal. Quest’ultimo
è il paese più coinvolto e attivo visto che ospita gran
parte della superficie del monte Everest, la vetta più alta
del mondo (8.848 metri).
L’accordo d’intesa (Memorandum of understanding) è una
novità a livello internazionale ed è sostenuto, anche
economicamente, da Germania e Regno Unito. Oltre alla difesa
dell’ecosistema e alla tutela dei beni culturali, la collaborazione
vuole fornire più opportunità professionali alle
comunità locali attraverso il loro coinvolgimento diretto
nell’amministrazione del territorio.
Un progetto di sviluppo sostenibile a tutto tondo dunque che,
oltre a garantire una corretta gestione dell’ecosistema, vuole
garantire anche il benessere dei milioni di persone che vivono
nella regione.
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