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ID.Buzz, il pulmino Volkswagen è tornato, elettrico (e autonomo). Lo abbiamo guidato
Finalmente l’erede spirituale del pulmino Bulli è arrivato. Si chiama ID.Buzz è elettrico e parcheggia da solo. Certo, il fascino non è lo stesso, ma da guidare è uno spasso.
Lo aspettavamo da tempo. Da quel Salone dell’auto di Ginevra del 2011, dove Volkswagen presentò un primo prototipo che accese animi e speranze di molti appassionati. Poi, la lunga attesa… Fino al 2016, al Ces di Las Vegas, dove il vero colpo di genio prende forma: ripescare una gloria del passato, rivendicandone idee ed emozioni, ripensandola profondamente; un balzo in avanti in termini di innovazione e sostenibilità. Allora si chiamava ancora Budd-e, ma nell’idea era già il pulmino considerato l’erede spirituale del Bulli, il Volkswagen T1, uno dei veicoli più simbolici della storia dell’automobilismo e del costume. Poi, dopo i primi prototipi del 2017, di nuovo attesa. Fino ad oggi, col debutto ufficiale dell’elettrico ID.Buzz, il prodotto finale di questa lunga gestazione, a tutti gli effetti l’erede più accreditato del Bulli. Lo abbiamo provato, finalmente.
L’ID.Buzz diventerà il simbolo di una nuova generazione?
Inutile affannarsi a cercare segni del passato. I pochi tentativi di richiamare il primo storico pulmino della Volkswagen (come il grande logo VW anteriore), quello che vive ancora nei sogni di chi ha avuto la fortuna di sedersi a bordo dell’originale almeno una volta, sono timidi. L’ID.Buzz appartiene visibilmente a un nuovo capitolo della storia dell’auto. Certo, non ha il fascino del mitico T1, e forse non diventerà il nuovo simbolo di una generazione, come è stato per gli hippie. Ma solo per il fatto che oggi è elettrico, in qualche modo si riallaccia a quegli ideali di libertà e amore per la natura, conquistando volti del cinema come Ewan McGregor, da anni un appassionato Bulli fan.
E a guidarlo adesso, silenzioso, ancora agile (anzi, di più), spazioso, pratico, riemergono altre affinità: l’idea di un viaggio spensierato, a emissioni “zero”, economico (al netto del costo dell’energia per la ricarica…). Certo, l’ID.Buzz ha perso il suo animo più ribelle, avventuroso. Anche il prezzo è cambiato, molto: il listino parte da 66mila euro, più accessibile (47mila euro) la versione Cargo in arrivo a breve. Ma ha mantenuto, volendo, l’idea del viaggio lento, rilassante; l’originale Bulli andava sì e no a 80-90 km/h e aveva 25 cavalli, oggi il motore elettrico (montato dietro, come sull’originale T1) ha una potenza di 150 kW (204 cavalli); capite perché al confronto sembra di volare, agili, efficienti, infinitamente più sicuri.
Quattrocento chilometri in elettrico
Il taglio col passato è netto, lo ribadiamo. In fondo, anche se ci piace pensare (e piace molto anche alla Volkswagen), che l’ID.Buzz sia l’erede del Bulli, la verità è che il legame è solo nell’immaginario di chi vuole vederlo. Qui parliamo di un “pulmino” elettrico connesso, con un’autonomia di oltre 400 chilometri, nato sulla base di un’auto elettrica (la Volkswagen ID.3) capace di parcheggiare da solo (sì, avete capito bene), di proteggere pedoni e ciclisti (grazie alla frenata d’emergenza e a 30 sistemi Adas di assistenza alla guida). E ancora, di aggiornare i suoi complessi software over-the-air, come dicono gli esperti di Internet of things. Un pulmino che, per questo, si guida con la facilità (e l’agilità) di un’auto, beneficiando di un comfort notevole, di sistemi di assistenza alla guida che rispetto all’originale proiettano l’ID.Buzz in una nuova dimensione spazio-temporale. Per capirlo basta salire, osservare come gli spazi si siano dilatati, la luminosità cresciuta, l’ergonomia rivoluzionata. Il sistema di infotainment si gestisce da un display touch grande fino a 12 pollici. Capite perché cercare nel nuovo pulmino VW l’anima del mitico Bulli non ha senso? Diamo un’ultima occhiata all’originale in queste immagini d’epoca.
Da simbolo di libertà a esempio di sostenibilità
Rivoluzione elettrica dell’iconico pulmino simbolo dei figli dei fiori, l’erede spirituale del Bulli non poteva non avere un’attenzione alla sostenibilità. Il che si traduce oltre che nella compensazione delle emissioni prodotte nello stabilimento tedesco di Hannover, dove viene costruito l’ID.Buzz, nell’obiettivo per il mercato europeo “di ridurre complessivamente del 40 per cento l’impronta di carbonio di tutti i veicoli per l’intero ciclo di vita entro il 2030 rispetto allo stesso valore riferito al 2018”, come si legge in una nota del costruttore. In tema di economia circolare, gli interni dell’ID.Buzz, oltre all’impiego di materiali esclusivamente animal free, si segnalano per l’ampio ricorso a materia riciclata, ottenuta in parte da reti da pesca abbandonate, da Pet (plastica proveniente dalla catena del riciclo e rilavorata) e da altri prodotti di riciclo impiegati per i tessuti e i rivestimenti interni.
Cosa succede pronunciando semplicemente “Ciao ID”
Saliti a bordo dell’ID.Buzz si scopre che per attivare molte funzioni di bordo basta sfruttare i comandi vocali; pronunciando semplicemente “Ciao ID” è possibile alzare la temperatura, impostare il navigatore verso una certa destinazione o cambiare la stazione della radio, comodo e utile per minimizzare distrazioni e il rischio di incidenti. Ma entriamo ancora più nel dettaglio. L’ID. Buzz è lungo 4 metri e 71, non poco se consideriamo che per ora i posti sono “solo” 5. Ma sono 5 posti veri, molto confortevoli: davanti ognuno ha il suo sedile, con braccioli dedicati e massaggio incorporato, dietro c’è un ampio divano (scorrevole e con schienali ribaltabili), con uno spazio che assicura lunghi e rilassanti viaggi. Il pavimento è completamente piatto e la soglia di carico bassa, un elemento che piacerà anche a chi viaggia spesso col cane. Fra gli optional anche un ampio repertorio di barre portatutto, da quelle per gli sci e snowboard, a quelle per surf e biciclette.
L’interno dell’ID. Buzz è flessibile, essenziale, soprattutto pratico. Il tunnel centrale fra i sedili anteriori, per esempio, si può rimuovere per caricare oggetti particolarmente lunghi; l’azionamento del cambio (automatico) avviene infatti con una leva sullo sterzo, la stessa che permette anche di selezionare le diverse modalità di guida. Ci sono ben 8 prese usb. Le due porte laterali sono scorrevoli (elettricamente volendo), il portellone dietro ampio e comodo per caricare.
Tempi di ricarica: da 30 minuti a… 20 ore
L’ID.Buzz ha una batteria da 77 kWh montata sotto il “pavimento”, ricaricabile se non avete fretta anche da casa, dovrete attendere circa 20 ore però. Oppure, opzione consigliabile, da una wall station o da una colonnina almeno da 11 kW, dove comunque servono circa 7 ore per un “pieno”. Se poi avete la fortuna di avere vicino a casa una colonnina a ricarica veloce, beh, l’ID.Buzz accetta fino a 170 kW, il che vuol dire passare dal 5 all’80 per cento della ricarica in mezz’ora. Interessante, anche se ancora poco diffusa in Italia, la possibilità, presso le stazioni di ricarica rapida compatibili, di sfruttare la funzionalità plug & charge che di fatto permette il pagamento della ricarica semplicemente inserendo il cavo di ricarica, senza carte o app, una soluzione che sarà sempre più diffusa.
Si ricorda le manovre e… le rifà da solo
Ma com’è l’ID Buzz da guidare? Più che un pulmino, un’auto. Anche qui si perde ogni legame col passato. Intanto per il silenzio. Poi per il salto generazionale delle prestazioni: avere oltre 200 cavalli di potenza, con l’erogazione pronta tipica della mobilità elettrica è un vero spasso. Anche perché l’ID.Buzz è incredibilmente agile, facile da parcheggiare, piacevole sulle curve e sicuro nel traffico, grazie ai numerosi sistemi di assistenza alla guida che, come già citato, aumentano di molto la sicurezza. La velocità massima è volutamente limitata a 145 km/h, una scelta più che sensata, con l’invito a non mantenere a lungo velocità così elevate che impattano negativamente sull’autonomia. Come su tutte le elettriche, anche su ID.Buzz guidando si recupera energia. Succede automaticamente, ogni volta che si frena, o che si decelera; l’efficienza sale nella modalità B (Brake), che quasi elimina la necessità di usare il pedale del freno, comodo nel traffico cittadino ricco di soste. Utili i sistemi di navigazione che permettono di pianificare le soste per la ricarica, con la possibilità di selezionare alcune preferenze, come la gestione ottimale del tempo
Ma l’ID.Buzz nasconde altri segreti, sensori radar, a infrarossi e un esercito di telecamere che, insieme a un complesso software, gli permettono di scambiare dati con altri veicoli rendendo la guida ancora più sicura, anticipando parte dei vantaggi che garantirà la vera guida autonoma del futuro. Come il sistema che memorizza una manovra ricorrente, per esempio l’ingresso nel garage di casa, e la replica in modo automatico, ossia senza l’intervento di chi guida (che però deve sempre vigilare…); così, senza dover più fare manovre complesse, rientrare a casa la sera sarà più piacevole.
ID.Buzz e quell’idea di cromoterapia
Il Bulli è sempre stato coloratissimo, in sintonia con il gusto degli anni Sessanta e Settanta, quando il fremito hippie scosse l’Europa. E chissà, a breve, come accadeva sul pulmino T1, anche sull’ID.Buzz, magari dipinto a colori vivaci e personalizzato per dormirci dentro, sarà possibile di nuovo sognare un viaggio verso la West Coast, questa volta a emissioni “zero”. Così nascono accoppiamenti di vernici e colori di carattere, 11 varianti cromatiche, le più interessanti bicolore, con tetto e cofano anteriore bianchi e il resto da scegliere fra quattro colori dai nomi intriganti e dal carattere deciso: lemon yellow, starlight blue, energetic orange e bay leaf green.
Dentro, la possibilità di scegliere fra 30 atmosfere luminose diverse grazie a un sistema che permette appunto di illuminare l’abitacolo dell’ID.Buzz, o parti dello stesso (plancia, pannelli porte, vani portaoggetti) scegliendo il colore più adatto all’umore. Un modo per rendere il viaggio più piacevole, alleviando ansia, stress e fatica.
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