Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
Lacrimogeni su donne e bambini, Idomeni vergogna europea
La polizia macedone spara lacrimogeni e proiettili di gomma sui migranti che a Idomeni, in Grecia, tentano di passare la frontiera. Feriti donne e bambini.
Oltre 260 feriti, centinaia di intossicati dai lacrimogeni, una trentina di persone curate per ferite causate da proiettili di gomma: è un bollettino di guerra quello diramato da Medici senza frontiere (Msf) che ha curato e assistito i migranti vittime della polizia macedone a Idomeni, in Grecia.
#Europa. È quella in cui alzano fili spinati e sparano gas e proiettili su donne e bambini. 300 feriti #Idomeni pic.twitter.com/sgEZBBb6XN
— Angelo Mangiante (@angelomangiante) 10 aprile 2016
La tensione nel campo, alla frontiera tra Grecia e Macedonia, è alle stelle. A causa della chiusura dei confini dei paesi balcanici, quello di Idomeni si è trasformato in un collo di imbuto in cui si concentrano tutti gli arrivi delle ultime settimane. 12mila tra cui afgani, iracheni e siriani: ma solo questi ultimi sanno che potranno presentare richiesta di asilo in Europa. Tutti gli altri, per volontà di Bruxelles, saranno rimandati in Turchia. Tuttavia il loro obiettivo rimane quello di percorrere i Balcani e raggiungere i paesi dell’Europa occidentale.
A Idomeni, la situazione è precipitata quando centinaia di persone hanno tentato di sfondare la barriera dopo aver sentito parlare gli attivisti delle diverse organizzazioni non governative di una possibile imminente apertura dei confini. Quando la polizia di Skopje ha negato queste voci, i migranti che da settimane vivono accampati nel fango in un condizioni igienico-sanitarie drammatiche, hanno tentato di scavalcare la recinzione ed entrare in Macedonia.
Pioggia di gas lacrimogeni sui migranti di #Idomeni per impedirgli di entrare in #Macedonia @radio3mondo pic.twitter.com/rFxpeXEJ4l
— Rai Radio3 (@Radio3tweet) 11 aprile 2016
Secondo un responsabile di Medici senza frontiere, almeno 260 migranti hanno fatto ricorso alle cure, 200 sono stati soccorsi per problemi respiratori, 30 per ferite causate da proiettili di gomma e altri 30 per altre ferite. Diversi migranti sono stati ricoverati all’ospedale di Kilkis.
“È folle che l’Europa risponda con i gas lacrimogeni alla richiesta di aiuto che viene da persone che spesso fuggono dalla guerra, soprattutto quando si tratta di bambini” ha dichiarato Giovanna di Benedetto, portavoce di Save the Children ricordando che tra i circa 12mila migranti che stazionano a Idomeni, “c’è circa il 36-37 per cento di minori, quindi circa 4mila ragazzi e bambini. Noi siamo convinti che il modo in cui si sta implementando l’accordo tra la Ue e la Turchia sia inumano e illegale”, ha aggiunto.
Nebbia sulle tende di #Idomeni e sul destino di migliaia di bambini bloccati in Grecia: https://t.co/uIufahMWNL pic.twitter.com/Piuq93g0Co
— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) 6 aprile 2016
Le immagini di bambini con gli occhi arrossati e spauriti, il volto coperto per proteggersi dai lacrimogeni ha fatto in breve il giro del mondo, mostrando un’Europa impreparata e violenta proprio con chi bussa alle sue porte in cerca di protezione da guerre e fame.
Tutti in piazza per dire basta lacrimogeni a #Idomeni. Basta bambini colpiti dalla guerra o morti in mare Basta! pic.twitter.com/6q02ZwpvLR
— Andrea Iacomini (@Andrea_Iacomini) 10 aprile 2016
“Le persone hanno bisogno di essere trattate con dignità, non con la violenza o con imprevedibili chiusure delle frontiere e maggiore incertezza. Questa assurda crisi umanitaria creata dalle politiche degli stati europei sta diventando ogni giorno sempre più insostenibile”, ha detto Jose Hulsenbek, capo missione di Msf in Grecia, confermando che tra i feriti ricoverati nel loro ospedale ci sono donne incinte e bambini. E la situazione, nei prossimi mesi, avvertono i volontari delle ong, potrebbe sfociare in una vera e propria crisi umanitaria: con l’arrivo dell’estate e il caldo, infatti, le condizioni igieniche del campo non possono che peggiorare.
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