Mancano 3.700 GW per centrare l’obiettivo di triplicare le rinnovabili, secondo Ember. Ma ora c’è chi teme un rallentamento della crescita solare dopo anni.
Per i prossimi 20 anni non ci libereremo del petrolio, ma le rinnovabili guadagnano terreno
Il fabbisogno di energia nel mondo è in crescita: entro il 2040, l’Agenzia Internazionale dell’Energia stima un aumento dei consumi del 30 per cento. Ancora lontano l’addio al petrolio, ma le rinnovabili soddisferanno il 40 per cento della domanda mondiale.
Il mondo dell’energia sta vivendo cambiamenti che lo stanno profondamente mutando. Quattro i fattori che caratterizzeranno la trasformazione nei prossimi decenni: crescita della produzione elettrica da fonti rinnovabili, aumento dei consumi elettrici nella domanda di energia (anche grazie all’elettrificazione dei trasporti), cambio del modello energetico cinese e il petrolio che continua a rimanere – assieme al gas – un pilastro del sistema energetico mondiale. A individuare i quattro punti chiave è la Agenzia internazionale dell’energia (Iea) con il suo ultimo report World Energy Outlook 2017, con cui traccia il quadro dell’andamento della domanda e della produzione di energia nel mondo e prova a calcolare i possibili scenari di sviluppo.
Le rinnovabili continuano a correre con prezzi sempre più bassi
Secondo la Iea, stiamo assistendo a un rapido diffondersi delle tecnologie pulite i cui costi sono in costante (e continueranno a essere) diminuzione. Nel 2016, il fotovoltaico è cresciuto di più di qualsiasi altra forma di generazione. Dal 2010, i costi del fotovoltaico sono scesi del 70 per cento, quelli dell’eolico del 25 per cento e quelli dello stoccaggio dell’energia pulita con le batterie del 40 per cento. Diretta conseguenza di questo andamento è il secondo punto evidenziato dal rapporto Iea: l’elettricità è sempre più diffusa ed utilizzata, una tendenza che si rafforzerà in futuro. Nel 2016 la spesa per l’elettricità da parte dei consumatori si è avvicinata a quella per prodotti petroliferi.
La Cina si trasforma e vira alle rinnovabili, mentre gli Usa puntano su shale gas
Nel mondo dell’energia, le trasformazioni in atto sono anche frutto di come stanno crescendo le più grandi potenze in termini economici e demografici. La Iea sottolinea in particolare il cambiamento della Cina: nell’economia del Paese, i servizi stanno prendendo sempre più peso con una conseguente riduzione dell’industria pesante. In termini energetici, per un’economia che ha fame di energia più di qualsiasi altra al mondo e deve gestire le problematiche legate alla pessia qualità dell’aria, la nuova politica della Cina si sta traducendo in un mix di fonti più pulito.
Diverso l’approccio americano che, nonostante le politiche di molti Stati e del Dipartimento dell’energia americano a favore delle rinnovabili, consoliderà invece la sua posizione di maggior produttor di petrolio e gas del mondo: una posizione mantenuta attraverso l’estrazione di gas e petrolio di scisto (shale gas e tight oil) immessi nel mercato a prezzi inferiori al gas e petrolio convenzionali e con tutti i relativi problemi legati all’ambiente e ai territori.
Solare sempre più strategico nel mondo, ma in Europa vince l’eolico
Entro il 2040 le fonti di energia rinnovabile soddisferanno il 40 per cento della domanda di energia e la loro crescita segna già oggi la fine degli anni del boom del carbone. Tra le rinnovabili, l’energia solare diventerà la fonte più economica per generare elettricità, soprattutto in Cina e in India, mentre in Europa la Iea si attende l’exploit dell’eolico che, dopo il 2030 e grazie a una crescita combinata di onshore e di offshore, dovrebbe diventare la principale fonte di energia elettrica nell’Unione in un mix energetico dove le rinnovabili dovrebbero salire all’80 per cento.
Il mondo avrà sempre più fame di energia
Secondo le ipotesi dell’Agenzia internazionale dell’energia, nei prossimi 25 anni, il fabbisogno energetico mondiale crescerà di circa un 30 per cento. Per soddisfarlo si farà ricorso soprattutto alle rinnovabili e al gas naturale, grazie ai minori costi che queste fonti richiederanno per essere impiegate. Ma è ancora troppo presto per dare l’addio definitivo ai combustibili fossili. L’aumento della disponibilità di petrolio a basso prezzo portato dagli Stati Uniti farà in modo che questa fonte continui a essere utilizzata soprattutto per la produzione petrolchimica, il trasporto pesante e l’aviazione. La Iea si aspetta che fino al 2020 la domanda di petrolio rimanga in crescita anche se efficienza e crescita delle automobili elettriche ne mitigheranno l’espansione.
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