Il concerto milanese per Gaza, un successo di pubblico e raccolta fondi, è stata la presa di posizione più forte contro il genocidio della scena musicale italiana.
Ignorance, l’album del momento nasce dal dolore per la crisi climatica
Uscito il 5 febbraio e acclamato dalla critica, Ignorance interpreta il processo di presa di coscienza dei cambiamenti climatici di Tamara Lindeman, voce e mente dei Weather station.
È in rotazione su LifeGate radio sin dall’uscita dei primi singoli estratti e le maggiori testate musicali internazionali lo hanno acclamato unanimi. Ignorance dei Weather station, gruppo guidato da Tamara Lindeman e proveniente dalla scena indie-folk di Toronto, è senza dubbio l’album del momento.
Quinto album in studio della band, oltre a essere degno di nota — tanto che per qualcuno si merita già un posto sul podio come migliore album del 2021 (e siamo solo a febbraio) — Ignorance è il disco dei cambiamenti: quelli di sonorità, che da folk dei precedenti album diventano molto più jazz-pop, elettriche e ritmate; quelli della scrittura, visto che è la prima volta che la Lindeman scrive su tastiera e non su chitarra; ma anche climatici.
L’intero disco, infatti, nasce dal bisogno della Lindeman di parlare di una tematica che negli ultimi anni l’ha molto appassionata e coinvolta, fino a diventare quasi un’ossessione: i cambiamenti climatici.
Ignorance e l’impellenza di parlare dei cambiamenti climatici
Al contrario di quello che si potrebbe immaginare, Ignorance non è un album di protesta (anche se in un’intervista al magazine Pitchfork, la cantante ha dichiarato che avrebbe voluto avere il coraggio di farlo).
Piuttosto, il disco cerca di dar voce alla vulnerabilità umana: da un lato l’ansia data dall’incapacità di agire di fronte a qualcosa di drammatico che sta accadendo proprio davanti ai nostri occhi e dall’altra il riconoscimento di quanto il percorso di consapevolezza possa essere doloroso e, quindi, lento e complicato per molte persone: “Credo che le persone siano fragili, delicate e complicate e possano essere facilmente fuorviate”, ha detto a Pitchfork la cantante, “Ma credo che la maggior parte delle persone voglia essere buona”.
L’attivismo ambientale di Tamara Lindeman
Il disco è stato scritto alla fine del 2018 in un momento in cui Tamara Lindeman si è molto appassionata al dibattito sui cambiamenti climatici, acquisendo sempre maggior consapevolezza dell’impatto delle azioni umane sulla natura.
L’artista ha preso parte alle manifestazioni a Toronto del movimento Friday for future ispirato a Greta Thunberg e ha anche condotto una serie di eventi dal titolo Elephant in the room per i quale ha intervistato altri musicisti e attivisti sul dibattito sul clima.
Ma, come ha dichiarato in varie interviste, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la lettura del rapporto speciale sul riscaldamento globale e sugli impatti drammatici dell’aumento delle temperature dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) e di un articolo sulla compagnia petrolifera statunitense Exxonmobil: “Ho sempre avuto a cuore il cambiamento climatico e mi sono sempre preoccupata dell’ambiente, ma non l’avevo mai affrontato completamente”, ha detto la Lindeman a Nme, ammettendo di riconoscere solo a quel punto il peso della sua impronta ecologica in qualità di artista, spesso in tour.
Come spesso avviene, il processo che l’ha portata a questa consapevolezza è stato un percorso complesso e, talvolta, doloroso. Parlando con Npr music l’ha definita: “Un’esperienza davvero strana e disorientante che ha sollevato un sacco di emozioni pesanti e intense in cui mi sentivo molto isolata (…) Tutte le canzoni che ho scritto nel disco sono uscite da quel periodo e si relazionano molto fortemente con quel tempo e quelle emozioni”, e ha aggiunto: “Mi ci è voluto molto tempo per capire a che punto siamo effettivamente arrivati e una volta che l’ho fatto, tutta la mia prospettiva sulla vita, sui politici e sulle persone al potere è cambiata”.
A testimoniare il passaggio dalla negazione e dall’ignoranza alla comprensione, anche il titolo dell’album.
Ignorance, il disco
Si parlava di cambiamenti: Ignorance è il debutto dei Weather station per la casa discografica Fat possum records ed è stato realizzato con un budget maggiore rispetto a qualsiasi progetto precedente. La scrittura su chitarra della Lindeman ha lasciato il posto a quella su pianoforte, il ritmo e le linee di basso sono molto forti e la band, questa volta, conta non solo due batterie, basso, tastiera e chitarra, ma anche un sassofonista e un flautista.
Le dieci tracce sono state registrate in sessioni dal vivo che hanno catturato l’energia dei musicisti, lasciando largo spazio alle improvvisazioni, e sono state poi mixate da Marcus Paquin, già produttore di Arcade fire e National, che ha certamente spronato la Lindeman a fare sperimentazioni che da sola non avrebbe mai fatto.
Ignorance tratta diversi argomenti, peraltro già presenti anche nei precedenti album: il tradimento, il femminismo, l’amore. Ma la crisi climatica, e soprattutto la consapevolezza conquistata dolorosamente, è il leitmotiv di tutto l’album, a cominciare dalla traccia di apertura.
Nell’ipnotica Robber, il ladro, il rapinatore ha ingannato tutti quanti: colui che noi tutti abbiamo imparato a ignorare (“È stato tutto fatto con molta attenzione”, canta la Lindeman, “Quando ero giovane / Ho imparato a fare l’amore con il rapinatore”) in realtà personifica l’avidità del capitalismo e tutti coloro che hanno ingannato l’umanità, portandola alla distruzione dell’ambiente.
La natura pervade anche Atlantic, seconda traccia che canta dell’impossibilità di riuscire a godere dello spettacolo della natura proprio a causa delle preoccupazioni riguardo alla sua devastazione per mano dell’uomo (“Dovrei togliermi tutto questo morire dalla mente / No, davvero / Perché non posso semplicemente coprirmi gli occhi?”).
Immagini della natura sono inserite anche in Tried to tell you (“Il vento sull’acqua”, “La pioggia infinita”) e anche se la traccia parla della frustrazione di una persona che non si rende conto di amare qualcuno, qui ritroviamo la strofa più esplicita della Lindeman riguardo ai disastri legati all’ambiente: “Mi sentirò inutile / Come un albero in un parco cittadino / In piedi come un simbolo di / Quello che abbiamo distrutto”.
Il dolore è contemplato praticamente in tutte le tracce del disco (Parking lot parla di un incontro con un uccello che provoca una potente sensazione di dolore, mentre Trust descrive un divorzio). D’altra parte per la Lindeman il risultato della sua personale ricerca sulla crisi climatica è stato riconoscere che poteva preoccuparsi così tanto e profondamente.
Chi è Tamara Lindeman
Tamara Lindeman nasce e cresce nelle zone rurali dell’Ontario in Canada, circondata dalla campagna. Da qui nasce il suo stretto rapporto con il mondo naturale.
Inizia il suo percorso nelle arti come attrice: per tutta l’adolescenza, fino ai vent’anni, recita sotto lo pseudonimo di Tamara Hope, ricoprendo ruoli in film per il cinema e in serie televisive. In The deep end (I segreti del lago) è la figlia di Tilda Swinton; nella serie fantasy a tema Camelot Guinevere Jones, andata in onda anche in Italia, ricopre i panni della protagonista adolescente; è Elisabetta I nella produzione della HBO The royal diaries e per la sua interpretazione in The nickel children, un film sulla prostituzione adolescenziale, le è stato anche conferito il Breakthrough performance award al Method fest independent film festival nel 2005.
Una carriera di tutto rispetto che però, come ha più volte ribadito in diverse interviste, non la soddisfaceva pienamente e, anzi, ha lasciato profondi segni sulla sua personalità da adulta: “Ne ero grata in molti modi, ma penso che per me personalmente sia stata una professione pericolosa, perché è molto strana psicologicamente”, ha detto la Lindeman al New york times, “Devi presentarti e pronunciare le tue battute e le persone vengono e ti toccano, ti vestono, ti toccano il viso. Non hai autonomia. Mi ha reso molto protettiva nei confronti della mia individualità”.
Da Tamara Hope a The weather station
Inizialmente, a metà degli anni Duemila, il suo lavoro di cantautrice si è sovrapposto a quello di attrice in un periodo aureo per la scena musicale di Toronto, che lei stessa ha definito Torontopia. In quel periodo chiunque poteva facilmente fare musica ed entrare a far parte di un gruppo, e così è stato per lei. Questo le ha permesso di affinare la propria tecnica vocale e suonare il suo banjo in diverse formazioni.
Ben presto la musica è diventata la sua unica attività e ha iniziato a comporre canzoni che poi ha pubblicato in una serie di album folk che, via via, hanno ricevuto sempre più consenso dalla critica musicale canadese prima e poi anche internazionale, che l’hanno più volte paragonata alla connazionale Joni Mitchell.
Nel 2008 ha pubblicato in modo indipendentemente il suo primo ep East, seguito poi dall’lp The Line con la band che ancora oggi l’accompagna, The weather station. Negli anni successivi ha pubblicato diversi altri album, sempre contraddistinti da sonorità folk grazie al suo banjo e la sua chitarra fingerpicking.
Nel 2011 è uscito All of it was mine, che sebbene sia uscito solo in Canada, ha ricevuto una maggiore visibilità a livello internazionale, tanto da essere portato in Nord e in Giappone.
Il terzo lp, Loyalty del 2015, è stato il primo album dei Weather station a essere pubblicato anche in America ed Europa, lanciando la band a livello internazionale. Nel 2017 è uscito l’omonimo album The weather station, che inizia a discostarsi dalle sonorità folk per virare leggermente di più sul rock: nel disco si inizia a percepire l’evoluzione del suono della Lindeman che porterà a un vero e proprio cambiamento nel quinti album Ignorance, uscito il 5 febbraio scorso, che si allontana ancora di più dalla tradizione folk e alt-country, per avvicinarsi di più al pop, con basi ritmiche quasi ipnotiche.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
I Massive Attack hanno chiuso l’edizione 2024 del Todays festival con uno show unico, dove la musica si è mescolata alla mobilitazione politico-sociale.
Dopo quasi quindici anni, il sogno dei fan si realizza: i fratelli Gallagher hanno fatto pace, gli Oasis tornano a suonare insieme.
Long Story Short è il nuovo Ep dell’artista italopalestinese Laila Al Habash. L’abbiamo incontrata per parlare di musica, attivismo e del genocidio nella Striscia di Gaza.
Hard art è il collettivo interdisciplinare fondato da Brian Eno per combattere i cambiamenti climatici e le crisi globali del nostro tempo.
Il progetto Sounds right consente agli artisti di accreditare la natura come co-autrice quando utilizzano i suoi suoni nelle loro composizioni.
La techno diventa voce di protesta contro i cambiamenti climatici nelle strade di Parigi grazie al collettivo Alternatiba Paris.
“Sulle ali del cavallo bianco” è il nuovo album di Cosmo, a tre anni dall’ultimo. Un periodo in cui il musicista di Ivrea è cambiato molto, tranne su un punto. La voglia di lottare per i diritti civili.
La commissione nazionale tedesca per l’Unesco ha dichiarato la scena techno di Berlino patrimonio culturale della Germania, riconoscendo il ruolo di musica, club e rave nei processi di trasformazione sociale.